Da Napoleone al Regno Lombardo-Veneto: il tempo di Cattaneo

La conquista napoleonica dell’Italia nel 1796 apre una stagione straordinaria per la città di Milano, che diventa capitale di un nuovo Stato in progressiva espansione. Viene finalmente costruito il Naviglio Pavese, vecchio sogno dei Milanesi, che completa il sistema dei navigli; emanato il Codice di Napoleone il Grande pel Regno d’Italia (1806), che razionalizza la complessa legislazione vigente, prodotto di una stratificazione secolare nei singoli Stati.

Dopo la caduta di Napoleone, con il Congresso di Vienna (1815) viene creato il Regno Lombardo- Veneto, annesso all’Austria. La Lombardia è ormai in larga misura protetta contro le inondazioni da un buon sistema di arginature, senza quasi più zone paludose da bonificare e coperta da una fittissima ed efficiente rete irrigua: la sua superiorità avrà modo di manifestarsi pienamente nei primi decenni dell’Unità d’Italia, quando le imprese e gli ingegneri milanesi saranno chiamati ovunque per i nuovi interventi.


Il Naviglio Pavese
Le dodici conche disposte lungo il Naviglio Pavese (33,1 km) permettono di superare il dislivello di 56,6 metri tra la Darsena di Milano (incile) e il fiume Ticino a Pavia.

Figura 25 - La Conchetta lungo il Naviglio Pavese - Foto di Francesco Radino 

Figura 25 – La Conchetta lungo il Naviglio Pavese – Foto di Francesco Radino

Figura 26 - Il Naviglio Pavese a Giussago - Foto di Francesco Radino

Figura 26 – Il Naviglio Pavese a Giussago – Foto di Francesco Radino


Carlo Cattaneo
Poliedrica figura di economista, filosofo, politico, storico e scrittore di rara efficacia, allievo di Giandomenico Romagnosi, si occupò, tra i molti interessi, anche di agricoltura, di bonifica e di irrigazione.
Cattaneo si pone tra due epoche, quella che chiude la vecchia bonifica per colmata e prosciugamento, e apre la nuova, delle macchine con i loro monumentali impianti e gli ultimi grandi canali irrigui.

Nel suo libro più famoso, Notizie naturali e civili sulla Lombardia (1844), Cattaneo premette ai contributi dei maggiori scienziati del tempo sugli aspetti fisici e naturali (la geologia, le acque, la flora, la fauna…), la storia – sociale, politica ed economica insieme – di una terra “tutta smossa e quasi rifatta dalle nostre mani”.
E qui, leggendo i segni impressi sul territorio dal tempo e dalla storia, sottolinea l’importanza dell’acqua nello sviluppo della regione, e in poche frasi espone, con mirabili capacità letterarie e di sintesi, i modi e le opere dell’uomo per governarla ed usarla.

Figura 27 - La diga della Miorina - Foto di Gianni Berengo Gardin 22

Figura 27 – La diga della Miorina – Foto di Gianni Berengo Gardin

 

Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre 2020 [cm]