Province di Como e Cremona

Statua della divinità Seckmet, XVIII Dinastia (1543-1292 a.C.)

Statua della divinità Seckmet, XVIII Dinastia (1543-1292 a.C.)

Statua cubo di Rahotep, XIX Dinastia – Epoca di Ramesse II (1303 a.C. – 1212 a.C.)

Statua cubo di Rahotep, XIX Dinastia – Epoca di Ramesse II (1303 a.C. – 1212 a.C.)

Nei giardini di Villa Melzi sono conservate una statua cubo del vizir (Pa) Rahotep nonché la parte superiore di una statua di Sekhmet, acquistati da Francesco Melzi d’Eril nei primi anni del XIX secolo sul mercato antiquario di Padova. Per quanto riguarda la statua di Seckmet probabilmente la stessa proviene dal Tempio di Mut a Karnak e per quanto riguarda la statua-cubo Rahotep si tratta della rappresentazione di un funzionario di Ramesse II, che si dedicò alla costruzione della nuova città Pi-Ramesse. Le iscrizioni su questa statua sono ormai illeggibili ma l’egittologa Edda Bresciani ha potuto stabilire che si tratta del vizir Pa Rahotep grazie al volume edito nel 1787 dedicato alla collezione antiquaria della famiglia Antichiero.

La collezione si compone di 171 pezzi di tessuti copti prodotti in Egitto tra il III ed il XII secolo d.C.

La collezione si compone di 171 pezzi di tessuti copti prodotti in Egitto tra il III ed il XII secolo d.C.

La collezione si compone di 171 pezzi di tessuti copti prodotti in Egitto tra il III ed il XII secolo d.C.

 

Sarcofago in cartonnage di Isiuret, IX sec. a.C.

Sarcofago in cartonnage di Isiuret – IX sec.a.C. (è possibile cliccare sull’immagine per la scheda di catalogo)

LLa collezione egizia è allestita nelle vetrine originali e si compone di quasi 1000 pezzi donati nel 1905 da Adele, figlia del collezionista Alfonso Garovaglio, a seguito di lascito testamentario subito dopo la morte del padre. La collezione comprende molte statuette in bronzo che raffigurano le divinità più diffuse in Egitto, in particolare Osiride, Iside e il figlio Horo, e numerosi ushabty. Nella collezione è presente un gran numero di amuleti e di scarabei.
Il pezzo più noto della collezione è il sarcofago della giovane Isiuret, nome che significa “Iside la Grande” , sacerdotessa del dio Amon di Tebe, vissuta nel VII sec. a.C.

Il sarcofago è un involucro in cartonnage, costituito cioè da strati di tela stuccata e accuratamente dipinta, e applicato quindi direttamente sulla mummia e presupponeva la presenza di un secondo sarcofago esterno, in legno, ora perduto. Era stato donato, ancora chiuso, al milanese Baldassarre Valerio dal Khediveh d’Egitto Mohammed Alì nel 1819, accompagnato dall’indicazione di essere stato estratto dalle “Piramidi di Menfi”: tuttavia i nomi, i titoli e la tipologia del sarcofago riportano sicuramente ad un rinvenimento di area tebana e riconducibile al 3° periodo intermedio ( XXI-XXIV Dinastia) e solo nel 1887 divenne di proprietà del Garovaglio, che per primo tagliò l’involucro orizzontalmente e esaminò la mummia.

 

Cesto di giunco, Nuovo Regno  (1530 a.C. - al 1080 a.C.) (?). - Ushabty, Epoca Tarda (?).

Cesto di giunco, Nuovo Regno (1530 a.C. – al 1080 a.C.) (?). – Ushabty, Epoca Tarda (?).

I reperti, fra i quali ushabty, ampolle di San Mena ed alcuni frammenti di mummia, furono portati in Italia dal marchese Francesco Majnoni d’Intignano, a seguito della sua attività come Console Generale d’Italia al Cairo.
E’ interessante notare la presenza anche di cesti in giunco, oggetti raramente presenti nel collezionismo privato

Ushabty.

Ushabty.

Il nucleo originale delle collezioni fu creato dal Marchese Giuseppe Sigismondo Ala Ponzone (1761 -1842).
La collezione comprende 5 ushabty ed un amuleto pilastro ged che sono attualmente esposti, mentre in deposito si conservano altri 2 ushabty, frutto di donazioni. Della collezione Ala Ponzone fanno parte anche due bronzetti moderni raffiguranti divinità egizie

Ultimo aggiornamento: 24 Giugno 2016 [cm]