Pinacoteca Tosio Martinengo Classico e Neoclassico nella Collezione Tosio

di Davide Sforzini

Nel 1838 il Conte Paolo Tosio acquista un’anfora attica del IV secolo a.C. per decorare la sala ovale al secondo piano del palazzo in contrada della Pace: in quegli anni, la ricca abitazione, oggi sede dell’Ateneo, veniva sistemata dall’architetto Rodolfo Vantini per accogliere le ricche collezioni di famiglia. Questo gesto non solo è la conseguenza di un personale interesse del nobiluomo nei confronti delle arti, ma risponde al più generale interesse ottocentesco di stampo neoclassico verso le antichità.
Possedere oggetti originali del mondo antico era una maniera di appartenere allo spirito del tempo, un’occasione straordinaria per osservare il modo, lo stile, la raffinatezza dell’arte antica, all’interno di collezioni private, prime vere attestazioni di musealizzazione in Italia.

Psiax, Anfora attica a figure nere, detta di Vulci, 510 a.C. Brescia, Fondazione Brescia Musei, Collezione Tosio.

Psiax, Anfora attica a figure nere, detta di Vulci, 510 a.C. Brescia, Fondazione Brescia Musei, Collezione Tosio.

Il mondo classico, la mitologia, le gesta degli eroi hanno alimentato la fantasia degli artisti del XVIII e del XIX secolo che hanno restituito una propria versione del mondo antico, lo hanno reinterpretato spesso in chiave realistica, per immergere gli appassionati e gli studiosi in atmosfere nelle quali le storie passate prendevano vita. Nel periodo neoclassico, per lo più, non c’è una ripresa di tipo formale dei modelli antichi, piuttosto una traduzione in stile accademico dei temi greco-romani.

Delle sorte di realistiche messe in scena, che garantivano, da un lato il godimento di una bellezza algida e ideale, dall’altro, in seconda battuta, il coinvolgimento emotivo, emozionale nelle storie di antichi eroi, rispondendo così al sentimentalismo tipicamente romantico.

Partendo da questi presupposti il percorso proposto dalla Pinacoteca Tosio Martinengo vuole accompagnare lo spettatore in un viaggio, alla scoperta di racconti antichi e miti suggeriti dalle opere esposte, ponendo l’accento sulle sfumature di significato conferite dagli artisti, scoprendo così in quale maniera la mitologia poteva essere adattata ed utilizzata per esprimere lo spirito del tempo e dare messaggi di grande rilevanza ai contemporanei.
Se per gli antichi il mito era il mezzo fondamentale per comprendere e spiegare il mondo, in età neoclassica diventa portatore di valori etici e morali.

Dall’Anfora di Vulci al Laocoonte di Ferrari, dalle fatiche di Eracle alla lunare bellezza della Giunone di Appiani, un omaggio allo straordinario genio collezionistico di Paolo Tosio.

Luigi Ferrari, Laocoonte, 1853, marmo. Brescia, Fondazione Brescia Musei

Luigi Ferrari, Laocoonte, 1853, marmo. Brescia, Fondazione Brescia Musei

Andrea Appiani, Giunone e le Grazie, olio su tela, 142 cm x 100 cm. Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo

Andrea Appiani, Giunone e le Grazie, olio su tela, 142 cm x 100 cm. Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo. link alla scheda

Civici Musei di Arte e Storia, Brescia

Ultimo aggiornamento: 18 Marzo 2020 [cm]