Seveso e le sue Ville

Villa Dho
Villa Dho, Seveso

Ripercorrendo il percorso a ritroso e tornando in stazione è possibile riprendere il viaggio verso l’ultima tappa del presente itinerario. A Seveso, infatti, si conservano numerose testimonianze del vivere in villa, benché i suoi edifici non possano competere con lo splendore monumentale dei complessi nobiliari cesanesi.

Tra le principali emergenze architettoniche vi è Villa Dho (via Cacciatori delle Alpi, 3), edificata con tarde forme neoclassiche a partire dal 1835 e oggi posta significativamente sul limitare di un vasto parco nel quale è possibile osservare, quasi intatto, l’impianto di un roccolo per la caccia. Posta dall’altra parte della città rispetto la stazione ferroviaria, il visitatore che giunge a Seveso con la strada ferrata deve percorrere, in direzione sud, via Raffaello Sanzio fino ad incontrare via Alessandro Manzoni, circa 200 metri.

Attraversati i binari del treno girare a sinistra ed imboccare via Solferino, da percorre fino a quando si incrocia via Madonna, dopo circa 750 metri. Procedere a destra in direzione ovest verso Piazza Cardinale Ferrari (140 metri), girare a destra e imboccare Corso Giuseppe Garibaldi e, dopo appena 50 metri, girare nuovamente a sinistra dove poco dopo sulla sinistra appare l’ingresso al parco pubblico. La visione della villa Dho, nel contesto arboreo del grande parco, un tempo privato e annesso alla residenza signorile ancora oggi privata, ripagherà della lunga camminata.

Con forme tardo-neoclassiche la villa ha un impianto a blocco lineare, dal quale emerge l’imponente e spoglia torre belvedere quadrangolare. La facciata principale, a doppia altezza, è scandita dalla sequenza di sette aperture rettangolari incorniciate da una semplice cornice in aggetto. Al centro della facciata è in evidenza un timpano triangolare nel quale si apre una lunetta semicircolare, mentre sul fianco sinistro si trovano i fabbricati rustici a differente altezza.

 

Ristorante Villa Bianca (Residenza “Le Scuderie”)

Proseguendo all’interno del parco di proprietà comunale, attrezzato anche con un “percorso-vita” e dotato di cartelli didattici, si può giungere nell’estremo angolo nord-orientale al cosidetto Ristorante Villa Bianca (via Cacciatori delle Alpi), imponente costruzione a “I” del XX secolo, oggi cantiere per la realizzazione della Residenza “Le Scuderie”.
Attualmente non agibile, in ragione della proprietà privata e del cantiere, il complesso architettonico è in piena trasformazione. Le strutture architettoniche delle facciate e delle ali laterali si possono ugualmente intravvedere tra la vegetazione.
La costruzione è caratterizzata da linee semplici e composte, realizzate con l’alternanza di campiture in cotto e intonaci di colore bianco.

 

Villa La Peruviana

A poca distanza, sempre sul fianco orientale del parco, la fitta vegetazione ad alto fusto occlude alla vista la Villa La Peruviana (via Cacciatori delle Alpi), altro edificio privato del XIX secolo al quale non è possibile accedere direttamente.
La facciata rivolta verso il parco presenta una struttura articolata in un corpo centrale, con portico nel piano inferiore a quattro fornici, e due ali laterali scandite con quattro ampie aperture a tutto sesto.
La villa, che prende il nome dalla nazione dove emigrò il sevesino Generoso Galimberti, presenta anche una leggiadra torre belvedere aperta sui quattro fianchi.

 

Villa Bianca

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Ritornando lungo corso Garibaldi e percorrendo la strada verso sud fino a quando si incontra via Nazionale dei Giovi, si giunge a Villa Bianca (strada Nazionale dei Giovi, 87), capolavoro indiscusso dell’architettura razionalista di Giuseppe Terragni (1904-1943). Progettato a partire dal 1936 e terminato l’anno successivo questo edificio si configura come uno dei principali esempi del’architettura italiana del Novecento, indicato come splendida villa moderna già nel 1940 dalla pubblicistica specializzata.

A differenza di quanto realizzato da Terragni per la villa comasca di Rebbio (1936-1937) e della Casa del fascio di Como, il corpo centrale dell’edificio sembra tagliato da finestre a nastro incorniciate da un leggero sporto e, sul retro, è dotato di ampi balconi. La Villa, rigorosamente intonacata con tinta monocroma chiara, presenta sui due fronti principali una zoccolatura in pietra che, sui rimanenti fianchi si trasforma in semplice fascia decorativa ad intonaco di differente colore e lavorazione.

La copertura piana dell’edificio è costituita da una splendida terrazza che riprende il concetto della “copertura vivibile”, segnata anche da possenti e leggeri “setti orizzontali” aggettanti in cemento armato.
Dopo un lungo periodo in cui la villa è stata utilizzata come ristorante, l’edificio è stato attentamente restaurato nel 1994 e nel suo giardino è attualmente collocata una serie di opere scultoree contemporanee di indiscusso valore.

Ultimo aggiornamento: 8 Giugno 2020 [cm]