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Adelchis regis diploma

772 novembre 11, Brescia.

Adelchi re conferma al monastero di <San> Salvatore di Brescia, edificato dalla regina Ansa, e alla badessa Anselperga, sua germana, il possesso di tutte le proprietà e delle curtes site in Brescia e nei territori di Spoleto, della Tuscia, dell'Emilia e della Neustria - in precedenza donate dai genitori -, compresi i monasteri, le chiese e le celle, ivi edificati su iniziativa di Ansa, con tutte le relative pertinenze, nonché di alcuni altri monasteri e chiese <dettagliatamente elencati> acquisiti in seguito tramite donazioni o permute, e di altre proprietà site nei predetti territori di Austria, Neustria, Spoleto, Fermo, Osimo e Benevento, oltre che nelle giudicarie di Rieti e Benevento, provenienti dai possessi della curtis regia e ducale; concede altresì la sua ancella Maurenza, moglie di [[...]]perte Baioarius, con la propria figlia, che appartiene alla curtis di Pistoia, i beni tenuti da Radolado, gastaldo della città di Reggio <Emilia> , una selva sita nella curtis di Migliarina, i beni del fu Cunimondo <di Sirmione> e le proprietà di Augino, fuggito in Francia, oltre a tutte le curtes e le terre possedute da alcuni altri <di cui sono indicati i nomi> caduti in disgrazia presso il re; attribuisce al monastero il permesso di liberare i dipendenti da una parte delle tasse sui commerci e degli oneri pubblici, legalizza i matrimoni tra i servi e le donne libere e permette alle coppie di abitare nei territori monastici; assegna infine alla regina Ansa di esercitare il controllo amministrativo su tutte le proprietà monastiche e di decidere per la salvaguardia e il loro incremento.

Copia semplice del sec. IX-X, ASBs, ASC, Codice Diplomatico Bresciano, busta 1, perg. XXII [B]. Copia semplice del sec. XVII, BAMi, <PURICELLI>, Brixiensis monasterii olim Sancti Salvatoris nunc Sanctae Iuliae varia privilegia, ff. 193r-195r [G]. Copia autentica del sec. XVII, ASMn, Archivio Gonzaga, Documenti Patrii, busta 1 [H]. Copia semplice del sec. XVIII, ASMn, Archivio Gonzaga, busta 78, fasc. 14 [K]. Copia Odorici, busta 19.2. Regesto Astezati, p. 63, 190, 192, 194, 196, 205, 533, 547, 576, 595, 623, 639, 640, 650, 658, 666, 674, 678, 687, 690, 692, 703. Nel verso, soltanto annotazioni di epoca moderna.

Edizioni: MARGARINI, Bullarium Casinense, II, n. XX, pp. 16-8 (alla data 774 novembre 11); TROYA, Codice Diplomatico Longobardo, V, n. 985, pp. 711-18; ORTI MANARA, La penisola di Sirmione, n. V, pp. 205-8 (alla data 773 novembre 11); PORRO LAMBERTENGHI, Codex Diplomaticus Langobardiae, n. 50, coll. 93-7; BRÜHL, Codice Diplomatico Longobardo, III, n. 44, pp. 251-60 (Br).
Trascrizioni: BAITELLI, Annali historici, pp. 20-1; pp. 40-2 (trad. it.); ODORICI, Storie Bresciane, III, n. XL, pp. 64-8.
Regesti: BETHMANN und HOLDER-EGGER, Langobardische Regesten, n. 492, pp. 313-14; CIPOLLA, Fonti edite, n. 15, p. 44; CHROUST, Untersuchungen, n. 36, pp. 192-93; TORELLI, Regesto Mantovano, n. 2, pp. 4-5.
Cf. ODORICI, Antichità cristiane, pp. 9, 16; ID., Storie Bresciane, II, pp. 318-19; PABST, Die Geschichte, pp. 443 (nota 1), 464 (nota 5); SCHUPFER, Delle istituzioni, pp. 304, 407; CHROUST, Untersuchungen, pp. 9, 11, 12, 28, 29 (nota 1), 50, 51, 56, 58, 60, 61, 64, 65, 70-1, 74, 75, 164, 175; PERTILE, Storia del diritto, I, p. 101 (nota 39); HARTMANN, Geschichte Italiens, II/2, p. 272 (nota 9); ID., Zur wirtschaftsgeschichte, pp. 84, 110, 115; GRASSHOFF, Langobardisch- frankisches klosterwesen, pp. 56-7, 77; VOIGT, Die Königlichen Eigenklöster, pp. 20, 27-8, 51-2 (nota 1), 110 (nota 3); MAYER, Italienische Verfassungsgeschichte, I, pp. 166 (nota 61), 222 (nota 27), 292 (nota 54), 304 (nota 1), 331 (nota 8), 349 (nota 120); SCHNEIDER, Die Entstehung, pp. 6-7, 98; SEREGNI, La popolazione agricola, pp. 18 (nota 2), 30 (nota 2), 32, 37 (nota 4), 38 (note 1 e 2); 40 (note 4, 7 e 8); 47 (nota 5), 69 (nota 4); SANTORO, Rettifiche alla datazione, p. 232; TOUBERT, Recherches de diplomatique, pp. 192-94; BERTOLINI, Ordinamenti militari, pp. 559-60; PISTARINO, Le Pievi, I, p. 115 (nota 1); BOGNETTI, La Brescia dei Goti e dei Longobardi, pp. 435 (nota 2), 438 (nota 3), 441, 446 (nota 1); ASTUTI, Acque, p. 372; BRÜHL, Studien, pp. 195, 197, 199, 202; ID., Chronologie und Urkunden, p. 27; JARNUT, Prosopographische, p. 365; PASQUALI, Gestione economica, p. 135; GASPARRI, Grandi proprietari e sovrani, p. 437 (note 21 e 23); SETTIA, Per foros Italie, pp. 192, 199; CASTAGNETTI, Le comunità della regione gardense, pp. 37-8; BECHER, Das königliche, pp. 299 (nota 2), 382 (nota 491); WEMPLE, S. Salvatore/S. Giulia, p. 89; GASPARRI, Pavia longobarda, pp. 53 (nota 66), 63; BROGIOLO, Civitas, chiese e monasteri, pp. 22, 23; CARBONI, Alcune vicende feudali, p. 85; BETTELLI BERGAMASCHI, Seta e colori, pp. 91 (nota 94), 92 (nota 97); EAD., Monachesimo, pp. 49 (nota 32), 64-5; PASQUALI, La distribuzione geografica, p. 146 (nota 33); GASPARRI, Il regno longobardo, pp. 261 (nota 54), 262 (nota 59), 267-68; CAMMAROSANO, Nobili e re, pp. 93, 96 (note 41 e 42); BRESSLAU, Manuale di diplomatica, pp. 315-16; ARDUINO, Antiche memorie, p. 174; BARONIO, Tra corti e fiume, pp. 20 (nota 45), 22; ID., Il territorio del basso Sebino, p. 10 (nota 4); RIGOSA, Note e appunti, pp. 37-8; SCHMID, Der Codex, pp. 3-4; BROGIOLO, Desiderio e Ansa a Brescia, pp. 149-150; LA ROCCA, La legge e la pratica, p. 68; ANDENNA, Le monache, pp. 21-2; RIGOSA, Per la storia dell'espansione, p. 437 (nota 13); SALVARANI, La struttura territoriale, pp. 36 (nota 15), 39; LAZZARI, Una mamma carolingia, pp. 49 (nota 34), 52; LA ROCCA, Monachesimo femminile, pp. 124 (note 17 e 18), 125 (note 24 e 28), 126 (nota 30).

La pergamena presenta diffuse macchie di umidità con conseguente scolorimento dell'inchiostro e alcune rosicature, di cui una piuttosto estesa in corrispondenza delle righe dalla sette alla tredici. Rigatura a secco, tracciata sul verso, anche con le linee verticali per delimitare lo specchio della scrittura.
Nel verso non compare la consueta segnatura di mano Astezati; tuttavia il documento risulta regestato nell'Indice alla segnatura K fil. 1 n. 8, peraltro la stessa del doc. 17.
Il dettato si dispone su due pergamene unite tra loro mediante l'applicazione di una tenia pergamenacea, il passaggio da una all'altra è segnalato dalle barre verticali; il copista è lo stesso del doc. n. 17.
Le numerose imprecisioni e omissioni di parte del dettato - nell'inscriptio manca la consueta menzione di Ansa come fondatrice del monastero, inserita invece nella narratio - tradiscono evidenti difficoltà (e forse anche una certa trascuratezza) avute dal copista nella decifrazione dell'antigrafo. Si deve invece attribuire, come già proposto da Brühl, alle cattive condizioni dell'antigrafo e non all'incapacità del copista la lacuna che si riscontra nell'enumerazione dei monasteri appartenti a S. Salvatore.
Il diploma riassume l'immenso patrimonio posseduto dal monastero di S. Salvatore: nessuno dei sovrani longobardi, prima di Desiderio, aveva realizzato un progetto di così ampio respiro. Le proprietà descritte erano situate in tutto il territorio del regnum e si articolavano in una rete di monasteri e curtes (centri organizzativi di produzione agricola) amministrate direttamente. I monasteri sottomessi erano nove: S. Salvatore di Pavia e S. Salvatore di Sirmione (fondati da Ansa), S. Benedetto di Montelungo, S. Cassiano di Bologna (ceduto ad Andelperga dal prete Sindulfo), il monastero di Pistoia (ottenuto in permuta dall'abate Ermeberto), i monasteri di Sextunum e S. Vito nel territorio di Rieti, quello di Intride entro i confini di Valva e quello di S. Liberatore nel Beneventano (dato ad Ansa dal duca Arechi II). A questi si aggiungevano tutti gli altri beni già donati e alcune grandi proprietà confiscate per motivi politici ai traditori fuggiti in Francia - del resto il gruppo dei possessores padani (e non solo) mantenne sempre una certa ostilità nei confronti di Desiderio e Adelchi -, oppure ottenute dai duchi di Spoleto e Benevento.
Assai significative risultano inoltre alcune disposizioni inserite da Adelchi nel diploma. Per favorire i dipendenti dei monasteri posti sotto la tutela di S. Salvatore li esentò infatti dal pagamento delle imposte sui commerci (teloneo et seliquatico de singulas mercatoras et portoras) - la decisione sottintende l'esistenza di una rete di mercati stabilita sui possessi del cenobio - e dalle prestazioni di oneri pubblici (scufias publicas et angarias atque operas et dationes); al contempo, per aumentare la crescita della popolazione presente sui beni monastici, legalizzò i matrimoni tra i servi e le donne libere e permise che le coppie, anziché diventare di proprietà regia, come prescritto dagli editti di Rotari e Liutprando (cf. Roth. 221; Liutpr. 24,4), potessero continuare ad abitare sui quei territori: i loro figli e le loro figlie sarebbero stati considerati come semiliberi (aldii) dei monasteri (cf. BRÜHL, Codice Diplomatico Longobardo, III, p. 253; ANDENNA, Le monache, pp. 21-2).
Il dictator menzionato nella subscriptio è Audualdo notarius, scrittore del doc. n. 1.
Indizione settembrina.
Si offre l'edizione di B, senza segnalare le varianti presenti nella copia seicentesca.

Flavius Adelchis vir excell(entissimus) rex. Monasterio D(omi)ni Salvatoris sito intra civitatem Brexianam, q(uo)d (a) domna precellentissima Ansa regina, genetrix nostra (b), et dicate Deo Anselperge abbatisse, dilecte germane nostrę. D(omi)n(u)s noster, rex regum et omnium D(omi)n(u)s dominantium (1), ipse nos in huius regali solio conlocare dignatus est et cuncta que possedemus, eius prestante divina clementia, ideo quod iustum est, nostra deveniat potestatem, ut ex datibus regimine nostri, quibus ipse nobis largivit, semper eius munera offeramus, ut ipse Redemptor noster, qui munera iusti pueri sui Abel suscepit (2), respectus pietatis sue pro terrena æterna gaudia ei largire dignatus est. Qua de re iustum est, q(uonia)m ipsa precellentissima domna Ansa regina, suavissima genetrix nostra, in amorem d(omi)ni nostri Iesu Christi ipso monasterio ad fundamentis construxit et singulas res moviles atque curtes et possessiones innominates et locas infra Brexiana civitate regie (c) proprietatis (d) sue seu et gastaldias (e) suas (f) inibi per suum confirmavit preceptum (3), et (g) de singulis liberis hominibus et pertinentibus nostris actores ipsius monasterii singulas conquisierunt (h) tam per co(m)parationem (i), donationem (j), commutationem et per quolibet genio potuer(un)t. Et manifestum est, quod precell(entissi)mus Desiderius rex seu et nos singulas res vel familia ibidem per nostram contulim(us) preceptum (4) per singulas civitates et loca(s) (k) in finibus Spoletinis, Tussie, Immilie, Neustrie, que ex parte subter nominativa loca designamus [atque certa v]eritas (l) declaratur, quia ipsa domna Ansa regina, suavissima genetrix nostra, Dei inspiratione conpulsa, singulas monasterias, ecclesias atque cellas, quas (m) edificavit per singulas civitates [et locas, ex regn]i (n) nostri ditione sub potestate ipsius monasterii Domini Salvatoris (o) tam curtes et possessiones, atque adiacentia, pertinentia(s) sua(s) (p) per singulas civitates et loca, reservans om(ni)a in po[testate iudica]ndi, ordinandi, disponendi, comudandi, servos (q) et ancellas liberos (r) dimittendi (s), qualit(er) illi placuerit. Et alias monasterias et ecclesias, quod ab ipso monasterio per donationem et co(m)[mutationem advene]runt (t), quod (u) monasteria supradicta constituta intra regiam nostram Ticinensem civitatem et intra castro Sermionense atque in finibus Sorianense (v), in loco que dicit(ur)Montel[ungo][, et in civita]te (w) Bononiense monasterio Sancti Cassiani, quod ad monasterio supradictum (x) Domini Salvatoris vel tibi, ad suprascripte Anselperge abbatisse, advenit de Sindulfo (y) presbitero, seu et in finibus Pestoriensi monasterium, quod vobis advenit ex co(m)mutatione (5) de Ermeberte (z) abbate (aa); itemque et monasterio ad fundamentis constructum in Sextuno, finibus Reatine, cum massa et curte in Narnate (bb) ad Sancto Rustico; item et in fine Reatina (cc) monasterio alio ad Sancto Vito et in finibus Balbense monasterio Intride; quidem etiam et monasterium (dd) constructum a Sancto Liveratore (ee), finibus Beneventanis (ff), concessumque in iura monasterii vestri vel vobis ab Arechiso, glorioso duce nostro, per precepto (gg) (6) eius. Nunc itaque, Deo nobis inspirante, cuncta suscipimus et ob amore sanctorum Dei, ad quorum vocabula ipsa venerabilia loca constructa sunt, et anime nostræ considerantes (hh) mercedem per hoc potestatis nostræ (ii) omnia dono nostro in ipsa monasteria concedimus possedendum, de quantum nunc presenti tempore habere et possidere vident(ur), tam in partibus Austrie, Neustrie et Spoletinis, Firmanis, Ausemanis et Beneventanis finibus, cum singulas possessiones et curtes ibidem concessas atque largitas, que pertenuer(an)t ex iura curtis nostræ regie que et ex iura curtis docalis, et alias res, que nunc modo de pertinentibus nostris ipsa venerabilia loca habere et possidere vident(ur) vel de dato iudicum nostrorum, idest edificiis et omnibus familiis atque intrinsecus et omnibus movilibus et inmovilibus seseque moventibus rebus, cum curtibus et possessionibus per singulas civitates (jj) et locis, cum casas massaricias et aldiaritias atque aldiales (kk) et pinsionales, cum cuncta terratoria per singula loca, idest ca(m)pis, vineis, pratis, pascuis, silvis astalariis, rivis ac paludibus (ll), ropinis, montibus, oliveta et alpibus, molinis, locora, portora et piscationes per singulas aquas, locoras et fluminas vel usus aquarum et flumminibus cum ea, que ad domno precellentissimo Desiderio rege, genitore nostro, et domna precellentissima Ansa regina, suavissima genetrice nostra, vel nobis inibi per precepta largita atque concessa sunt, de quantum nunc ipsa venerabilia loca, ut suprascriptum est, habere et possidere vident(ur), cum omni iure et pertinentia vel adiacentia sua ad ipsas curtes et casas massaricias et aldiaritias vel aldiales et pinsionaribus, cum movilibus et inmovilibus rebus atque familiis inintegrum pertinentes (mm), simulque cum rebus superibus dictis atque sitis de pertine[ntibus] nostris omnia et ex omnibus superius conprehensa (nn) in ipsa sancta loca pro nostra mercede dono nostro, ut diximus, concedim(us) possedendum. Quam et etiam concedimus in ipsa venerabilia loca omnes res illas, quas ad (oo) pub[lico cun]cte (pp) per singulis hominibus (qq) iudicaria Reatina vel Balbense (rr) atque concedim(us). Et concedim(us) in iura monasterii Domini Salvatoris Maurentia, ancilla nostra, cum filia eius, que pertenuit de curte nostra Pestoriense, qua(m)[[...]]perte Baioarius sibi in coniugio habuit sotiatam. Necnon et concedimus ad ipso sancto monasterio res illas, quas inibi vobis Radoaldus, gastaldius civitatis nostrę Regiense, venundavit; seu et concedimus inibi silva cum roncoras in salecta, tenente uno capite in curte ipsius monasterii in loco que dicitur Miliatino (ss), et alio capite tenente similit(er) in curte ipsius monasterii, qui fuit condam Cunimundi, uno vere latere tenente (tt) et alio latere tenente (uu). Concedimus etenim in ipso Domini Salvatoris monasterio omnes res vel familias Augino, qui in Frantia (vv) fuga lapsus est, et omnes curtes vel singula terratoria atque familia, que fuer(un)t Sesenno, Raidolfi (ww), Rodoaldi, Stabili, Eoardi, Ansaheli, Gotefrid et Teodosi (xx) vel de alii consentaneis eorum, quam ipsi per sua perdiderunt in fidelitate et a potestate palatii nostri devenerunt (7), de quantum nunc ex eorum substantia vel familia ipse monasterius vel (yy) per singulam locam ad eum pertinentibus habere et possidere vident(ur). Et tribuimus licentiam, ut ipsa monasteria supradicta, in cuius civitatis terretorio singulatim (zz) constituta sunt, ut liceat homines (aaa) ex ipsa monasteria in ipsa iudicaria omne in tempore piscatione (bbb) habendum et faciendum (ccc) per omnes lacoras et fluminas in finibus predictis civitatis, quomodo aut qualit(er) (ddd) voluerint absque qualibet contradictione de actoribus nostris vel aliqua datione. Statuimus etenim, ut animalia et peculia ex ipsa monasteria omne in tempore pabulum et esca habere debeant per silvas, vualdoras et per singulas civitates nostræ, in qua ipsa monasteria sunt constituta, absque escadico (eee) vel aliqua datione seu contradictione iudicum nostror(um) vel de actoribus nostris, qui pro (fff) tempore fuerint. Verumtamen (ggg) et concedim(us) (hhh) per ipsa monasteria omnes scufias publicas (iii) et angarias atque operas et dationes vel collectas seu teloneo et seliquatico de singulas mercatoras et portoras, ut homines de (jjj) supradicta monasteria tam servi quamque aldiones vel liveri homines, qui in terra de ipsa venerabilia loca resedent, ut ab omnibus suprascriptis scufiis publicis et angariis atque operibus et dationibus vel collectas seu toleneo et siliquatico securo nomine (kkk) pro (lll) nostra mercede liceat deservire. Omnibus vero superius rebus, familiis adnotatis, de quanto nunc ipsa monasteria habere et possedere vident(ur), sive unde loca nomenative (mmm) dicte sunt vel unde adscribta minime tenent(ur); et modo ipsa venerabilia loca ad eas pertinentes omnia habere et possidere dinusitur (nnn), tam unde precepta aut munimina habere probantur, vel quod sine precepta et munimina habere vident(ur), cum massa et curte in finibus Reatinis, in loco que dicitur Amiterno, atque curte in finibus Pennensis cui vocabulum est Vico Novo, que vero rebus et venerabilia loca, qualiter ad supradicto Arichis, duce (ooo) nostro, per præceptum (8) eius in iure ipsius monasterii vel vobis concessa sunt. Similiter in finibus Spoletinis omnia quecu(m)que vobis ad Teodisio, glorioso duce nostro, per eius preceptum (9) concessa sunt, cum finibus et terminibus et pertinentiis suis, cum omnibus rebus et familiis, unde ab ipsa venerabilia loca advenerunt tam de liveris hominibus quamque et de pertinentibus nostris, de quantum nunc presenti tempore habere et possidere videntur, omnia et ex omnibus ad ipsa monasteria et venerabilia loca dono nostro cedimus possedendum. Verumtamen et concedimus ad ipsa venerabilia loca omnes servi de suprascribta (ppp) monasteria vel curtes ad eas pertinentes, qui arimannas mulieres sibi in coniugio sotiaver(un)t vel in antea sotiaverint, qualiter ad potestate palatii nostri debuerant pertinere secundum edicti tinore (10), cum coniuges suas in ipsa monasteria et venerabilia loca concedimus possedendum; filiis autem et filias eorum, que ex eis nati sunt aut fuerint, cedimus eos inibi miserationes cause pro aldionibus habentes mundio per caput solidos senos. Hec omnia suprascripta monasteria et loca venerabilia || vel omnia, qualiter superius tenentur adscripta, statuimus ut maneat omnia in potestate et ordenatione domne et precellentissimę Anse regine, suavissime genetrice nostræ, iudicandi, ordinandi, disponendi, donandi, servos et ancillas liberos dimittendo (qqq), quomodo (rrr) aut qualiter voluerit, in[[......]]illi maneat licentia, qualiter voluerit facere aut ordinare ex nostra regali auctoritate. Quatinus ab h(ac) d(ie) habens hoc nostrum donationis et firmitatis preceptum securo nomine ipsa venerabilia loca valeant (sss) possidere; et nullus dux, comes, gastaldius, actionarius noster (ttt) donationis et confirmationis precepto audeat ire quandoque, sed omni in tempore in (uuu) ipsa sancta monasteria et venerabilia loca nostra donatio atque confirmatio stabiles debeat permanere atque persistere semper. Ex dicto domni regis per Audualdo notarium et (vvv) ex ipsius dictato scripsi ego Ermoalde notario. Fel(iciter) (www). Acto civitate in Brexia. Undecima die mensis novembri (xxx), anno filecissimi (yyy) regni nostri in Dei nomine (zzz) quartodecimo, per indic(tione) XIma.


(a) Tra q e d lettera erasa.
(b) Il copista ha probabilmente omesso la parte conclusiva dell'inscriptio: si sottintenda a fundamentis construxit (cf. nota introduttiva).
(c) -i- nell'interlineo.
(d) B p(ro)prietis.
(e) -s- corr. su b parzialmente erasa.
(f) Forse si dovrebbe leggere gastaldiorum suorum.
(g) B forse om. omnia quae.
(h) La seconda i corr. su s parzialmente erasa; r corr. da n parzialmente erasa.
(i) -ra- nell'interlineo.
(j) B donatione.
(k) Non si esclude la lettura loca(m).
(l) Integrazione probabile, cf. doc. 11.
(m) B om. quas.
(n) Restituzione a senso.
(o) Si sottintenda concessit o donavit.
(p) B pertinentia(m) sua(m) (cf. nota k).
(q) -e- su rasura di o, come pare.
(r) -s aggiunta in seguito nello spazio bianco tra le parole contigue.
(s) La seconda t nell'interlineo.
(t) Per la restituzione cf. doc. 12.
(u) Così B, ci si aspetterebbe invece hoc est o idest.
(v) -r- corr. su l parzialmente erasa; -a- corr. da o.
(w) Integrazione probabile, già proposta da Br.
(x) Così B.
(y) B SSindulfo.
(z) -e corr. su altra lettera.
(aa) Segue uno spazio bianco dell'estensione di circa otto lettere.
(bb) B Arnate.
(cc) -a corr. su e.
(dd) -s- corr. su altra lettera principiata, come pare.
(ee) -v- corr. da b parzialmente erasa.
(ff) B Beneventatis.
(gg) -o corr. da u.
(hh) B consideranter.
(ii) Si sottintenda preceptum.
(jj) -a- corr. su e, come pare.
(kk) B diales.
(ll) B padulib(us).
(mm) B pertinente(m) (cf. nota k).
(nn) Così B; Br comp(re)hensa.
(oo) Interseca l'asta di -d tratto di penna di non perspicuo significato.
(pp) Integrazione probabile.
(qq) Si sottintenda de o in.
(rr) Il copista ha omesso il verbo posto in correlazione con concedimus, forse donamus.
(ss) Così B per Miliarino.
(tt) Così B, senza la descrizione dei confini.
(uu) Così B, senza la descrizione dei confini.
(vv) -r- nell'interlineo.
(ww) -a- corr. su altra lettera (come pare); -o- corr. su u.
(xx) T- corr. su altra lettera, come pare.
(yy) Si sottintenda tua religio (cf. doc. 13).
(zz) B singulati.
(aaa) h- corr. da o principiata.
(bbb) -scati- corr. su altre lettere.
(ccc) B faciendo.
(ddd) -i- corr. su altra lettera, come pare.
(eee) -sc- su rasura.
(fff) B p(er).
(ggg) -u- e la prima gamba di -m- corr. su altra lettera.
(hhh) -ce- corr. su o, come pare.
(iii) -l- corr. su i.
(jjj) de nell'interlineo.
(kkk) B om. il verbo che sancisce l'esenzione dalle tasse, ma anche parte della frase seguente.
(lll) B p(er).
(mmm) -e- su rasura di altra lettera.
(nnn) Così B, si intenda dinoscitur.
(ooo) B om. forse glorioso.
(ppp) Così B.
(qqq) La prima t nell'interlineo.
(rrr) quomodo nell'interlineo.
(sss) B valeam.
(ttt) Si sottintenda contra hoc nostræ.
(uuu) B om. in.
(vvv) B om. et.
(www) Segue uno spazio bianco dell'estensione di circa quattro lettere.
(xxx) -m- corr. da n.
(yyy) Così B.
(zzz) -e corr. su o, come pare.

(1) Cf. I Tm. 6, 15; Ap. 19, 16.
(2) Cf. Gn. 4, 4; Mt. 23, 35.
(3) Non si è reperito il doc. relativo.
(4) Non si è reperito il doc. relativo.
(5) Non si è reperito il doc. relativo.
(6) Arechi II duca di Benevento dal 758 al 787 (cf. GASPARRI, I duchi longobardi, pp. 98-100): non si è reperito il doc. relativo.
(7) Cf. ROTH. 3.
(8) Non si è reperito il doc. relativo.
(9) Teodicio duca di Spoleto dal 762 al 773 (cf. GASPARRI, I duchi longobardi, pp. 83-4; FATTESCHI, Memorie dei duchi di Spoleto, p. 39): non si è reperito il doc. relativo.
(10) Cf. ROTH. 221; LIUTPR. 24, 4.

Edizione a cura di Gianmarco Cossandi
Codifica a cura di Gianmarco Cossandi

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