Lombardia Beni Culturali
APPENDICE
1

Cartula venditionis

1147 febbraio, Brescia.

Pietro del fu Lotario de Calcaria e Grizia sua moglie, ambedue di legge longobarda, dichiarano di aver ricevuto da Cavalcacane de Maiarano otto lire di denari milanesi d'argento quale prezzo della vendita di un appezzamento di terra, sito in Forca di Cane.

Originale, ASVat, FV, I, 2650 (SPM, 49) [A]. Nel verso segnatura del sec. XVI: 6, 1147 februarii, Sancta Brigida.

Cf. GUERRINI, Il monastero, p. 184.

La pergamena, in buono stato di conservazione, presenta tracce di rigatura a secco.
Il presente documento, correttamente inserito fra quelli della chiesa di S. Brigida in occasione del riordino cinquecentesco (cf. segnatura nel verso), è stato trasferito dal Cenci fra le carte di S. Pietro in Monte. Evidentemente l'archivista, non comparendo fra gli autori del negozio alcun rappresentante di S. Brigida (ma la menzione della chiesa fra i coerenti del bene alienato avrebbe dovuto costituire una spia importante, soprattutto tenendo conto che tale istituzione non compare mai nella documentazione di S. Pietro in Monte almeno fino alla fine del secolo XII, così come avrebbe dovuto indurre al dubbio il fatto che il terreno oggetto del negozio sia collocato immediatamente a sud di Brescia, in una zona del tutto estranea agli interessi patrimoniale del cenobio di Serle), ha ritenuto di inserire la pergamena fra quelle di S. Pietro forse perché compaiono tra i venditori membri dei De Calcaria, una famiglia bresciana largamente presente nelle carte del nostro monastero e forse anche perché il rogatario Eleazar è un professionista che ha avuto altri rapporti di lavoro con la dirigenza monastica (cf. docc. 62, 68). Ma è proprio il notaio a condurci ad altro documento del 1146 dicembre <25-31> o del 1147 dicembre <1-24> , conservato nell'archivio di S. Brigida (FV, I, 3860) e a questa chiesa esplicitamente riferito, i cui contenuti dichiarano una strettissima parentela con il nostro: 'Casario del fu Gerardo de Calcaria e Gisla sua moglie, di legge longobarda, dichiarano di aver ricevuto da Giovanni, prete e officiale della chiesa di S. Brigida, otto lire di denari milanesi d'argento quale prezzo della vendita di un appezzamento di terra non lontano da Forca di Cane, in luogo detto Brancus (-r- corr. da a) Voldus'. Tutto lascia supporre che le due carte di Eleazar, riguardanti la vendita al medesimo prezzo di due appezzamenti di terra contigui, effettuata da membri della famiglia de Calcaria nei riguardi di S. Brigida e di un privato (Cavalcacane de Maiarano), vadano collegate a un'unica operazione finanziaria promossa dalla medesima chiesa per incrementare e compattare il proprio patrimonio nel territorio meridionale della città. Non si oppone a questa ipotesi il fatto che la vendita di metà dei beni sia stata effettuata in favore di Cavalcacane poiché questi avrebbe potuto agire come intermediario nell'àmbito di un'operazione di cui ci sfuggono i contorni ma che possiamo inserire senza fatica nella variegata categoria dei prestiti dissimulati. Senza escludere che il documento in questione debba essere considerato come un munimen, entrato posteriormente nel tabularium in seguito all'acquisto del terreno da parte di S. Brigida.

(SN) In nomine domini Dei eterni. Anno ab incarnacione eius mill(esimo) centesimo quadragesimo septimo, mense februarii, indic(ione) decima. Costat nos Petrum, | filium quondam Lotarii (a) de Calcaria, et Grisiam iugales, qui professi sumus ex natione nostra lege vivere Longobarda, m(ih)i quæ supra Grisiæ consentiente ia(m)dicto mun|doaldo meo et subter confirmante, una cum notitia et interrogatione de propinquioribus parentibus meis, hii sunt Albertinus et Loterius, in quorum presentia et testium | certam facio manifestationem me nullam pati violentiam a quopiam homine nec ab ipso iugale et mundoaldo meo, set spontanea voluntate, accepis|se sic(ut) i(n) presentia (b) testium manifesti sumus quod accepimus a te Cavalcacane de Maiarano argenti denariorum bonorum Mediolanensium libras octo, | finito pretio sic(ut) inter nos convenimus, nominative pro petia una de terra iuris nostri quam habere et possidere visi sumus in loco qui dicitur Furcadecane, quantum nobis | infra subscriptas coherentias pertinet. Coheret ei: a mane filii Landulfi, a meridie Sancta Brigida (c), a sero via, a monte Casarius, sibique alie s(un)t coherentes. Quam | autem terram iuris nostri superius dictam, una cum accesionibus et ingressibus seu cum superioribus et inferioribus eius qualiter superius leg(itur), inintegrum, ab hac die tibi qui supra Cavalca|cano pro suprascripto (d) pretio vendimus, tradimus et mancipamus, nulli alii vendita, donata, alienata, obnoxiata vel tradita nisi tibi, faciendum exinde | tu et heredes tui aut cui vos dederitis a presenti (e) die iure proprietario nomine quicquid volueritis sine omni nostra (f) qui supra venditorum et nostrorum heredum contradicti|one. Quidem et spondemus atque promittimus nos qui supra Petrum et Grisiam, una cum nostris heredibus, tibi qui supra Cavalcacano tuisque heredibus aut cui vos dederitis | prefatam terram ab omni homine defensare; quod si defendere non potuerimus aut si vobis exinde aliquid subtrahere quesierimus, tunc in duplum ea(n)dem terram vobis | restituamus sic(ut) pro t(em)pore fuerit meliorata aut valuerit sub estimatione in consimili loco; et nec nobis ullo t(em)pore liceat nolle quod | volumus (g), set quod a nobis semel factum vel conscriptum est inviolabiliter conservare promittimus cum stipul(ati)one subnixa. Actum in civitate Brixia, in cur|te prefati Petri. Feliciter. Signa + (h) manum Petri et Grisie qui hanc cartulam venditionis fieri rogaverunt et prefatum pretium inde acceperunt, consentiente iugali | suo ut supra. Signa + manum Ottonis de Camegnono et Gerardi de Ugone et Lafra(n)ci Bertaronis et Trucarini et Gisulfi (i) et Gerardi de Maxono (j) | et Ottolini de Sale testium Longobardorum et aliorum.
(SN) Ego Eleazar legisperitus rogatus hanc cartulam scripsi et interfui.


(a) Nel sopralineo, in corrispondenza di -t-, segno abbr. (tratto orizzontale) depennato.
(b) A p(re)setia senza segno abbr. per la nasale.
(c) filii - B(r)igida su rasura.
(d) A s(upr)asup(r)asc(r)ipto.
(e) -s- nel sopralineo.
(f) n(ost)ra da mea con -r- ricavato dal terzo tratto di m-, con rasura di e e aggiunta del segno abbr. (tratto orizzontale) soprascritto.
(g) Così A; si intenda, in base al formulario, voluimus.
(h) Signa + è reso, qui e avanti, mediante il consueto reticolo costituito da tre tratti verticali attraversati trasversalmente nella parte mediana da una linea.
(i) A GGisulfi.
(j) -o corr. da e; non si può escludere la correzione inversa.

Edizione a cura di Ezio Barbieri ed Ettore Cau
Codifica a cura di Gianmarco Cossandi

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