Lombardia Beni Culturali
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Carta venditionis

1188 novembre 20, Capriano.

Ottone e Menelao, figli del fu Gaimario Confanonarius, di legge romana, dichiarano di aver ricevuto da Trento del fu Lanfranco de Mairano tredici lire di denari bresciani d'argento quale prezzo della vendita di un appezzamento di terra, sito in Brescia, presso il terragium e il fossato di porta Matolfa. Dal canto suo Monaca, moglie del venditore, rinunzia a ogni diritto sul bene oggetto della vendita.

Originale, ASVat, FV, I, 2828 (SPM, 227) [A].

La pergamena, in buono stato di conservazione e rigata a secco, è innestata in un rotolo costituito da più fogli cuciti l'uno all'altro nel seguente ordine: FV, I, 2827, 2828, 2829, 2830, 2831.
Trattasi di cinque documenti, tutti riguardanti beni posseduti dal medesimo nucleo familiare presso il terragium e il fossato della porta Matolfa di Brescia. La lettura in successione cronologica dei negozi giustifica senza difficoltà il congiungimento delle rispettive pergamene. Questo e il successivo del 1215 dicembre 29 (FV, 2827), segnalano altrettanti acquisti di appezzamenti contigui, rispettivamente da parte di Trento <I> del fu Lanfranco <I> de Mairano e da parte di Lanfranco <II> del fu Trento <I> de Mairano. Nel terzo e quarto documento (1293 novembre 19, FV, 2831, e 1300 marzo 11, FV, 2829) vengono invalidate, nel contesto di una situazione conflittuale di cui ci sfuggono i contorni precisi, altrettante vendite di case site nella medesima porta (evidentemente nel frattempo costruite, in aggiunta a quella che compare qui, sui terreni di cui al presente documento e a quello del 1215), vendite che Giovanni del fu Trento <II> de Trentis de Mayrano e Loterengo de Trentis suo figlio avevano effettuate in favore di privati. Il quinto documento del 1304 (FV, 2830) segnala l'intervento del nostro monastero, in persona dell'abate Ogerio, al quale i predetti Giovanni e Loterengo alienano le case in questione. È facile concludere che la pergamena qui edita, come del resto le successive di cui ai documenti del 1215, 1293 e 1300, sono entrate nel tabularium monastico come munimina proprio nel 1304 quando le case di porta Matolfa sono state acquisite al patrimonio del cenobio di Serle.
Il 1188 novembre 20 cade di domenica.

In Cristi nomine. Anno Domini m(illesim)o .C. oct(uagesimo) .VIII., inditione .VI. Con|stat nos Otonem et Menalaus, filii condam d(omi)ni Gaimarii Confano|narii, qui professi sumus lege vivere Romana, accepisse sic(ut)| in presentia testium manifesti sumus a te Trento, filio condam d(omi)ni | Lafra(n)ci (a), de Mairano, argenti (b) denariorum bonorum nostre monete libras | .XIII., sicut inter nos convenimus, pro una petia de terra iuris nostri | quam visi sumus habere in civitate (c) Brixie ad terragium et fosatum de | porta Matulf, cui coheret: a mane retinet (d) in se vendi|tores et a monte domus predicti d(omi)ni Trenti, et concedimus (e) | atque vendimus tibi e(m)ptori retto ordine sicut vadit trasan|da (f) versus terragium et fondum fosati, et ab illo termino versus ser(o), | et cum via nostri iuris, quicquid nobis pertinet. Quam autem supra dictam | petiam terre nostri iuris nulli alii (g) venditam, donatam, | obnoxiatam, alienatam nec traditam nisi tibi prefato e(m)ptori, cui | vendimus, cedimus, tradimus et emancipamus atque pro supradicto pretio | in te habendum confirmamus, ut facias exinde tu et heredes | tui ex ea quicquid facere volueritis sine omni nostra nostrorumque heredum | contraditione. Et insuper eam per nos nostrosque heredes vobis vestrisque | heredibus defendere et guarentare promitimus; quod si defen|dere non potuerimus, seu per quodvis ingenium aliquid exinde sub|traere quesierimus aut aparuerit aliquod datum vel scriptum | ex ea in aliam partem factum et claruerit, tunc penam du|pli da(m)pni, quod inde tibi accideret, restituere promitimus. Et ad | hanc venditionem Monacha, uxor ia(m)dicti Otonis, ren(un)tiavit | omni iuri et r(aci)oni atque legi quod sibi in hac re pertineret aliqua | sua r(aci)one et spetialiter senatuiconsulto Vellegiano (1). Signa + (h) manuum | predictorum venditorum Otonis, in cuius manibus Monacha eius uxor ren(un)|tiavit, et Menalaus fr(atru)m, qui hanc cartam fieri rogaverunt.
Actum est hoc die martis .XI. exeunte nove(m)b(ri), in loco | Capriani, sub porticu domus qua habitabat (i) prefatus d(omi)nus Oto. | Interfuerunt Virlascus et Laurus, Ogerius Alegre, Bernardus de | Barchis rogati testes.
(SN) Ego Girardus sacri pall(acii) notarius interfui, hanc cartam (j) | scribere scripsi.


(a) Seguono, sul rigo, due tratti di penna senza apparente significato.
(b) A argeti senza segno abbr. per la nasale.
(c) La seconda i aggiunta tra -v- e -t-.
(d) Così A.
(e) et c- su rasura.
(f) Segue rasura di una lettera.
(g) Segue nulli alii iterato.
(h) Signa + è reso dal notaio con un grafismo non dissimile da quello normalmente impiegato per indicare il solo 'signum manus'.
(i) La seconda b corr. da t.
(j) Si sottintenda rogatus.

(1) Cf. Cod. Iust. 4. 29; Dig. 16. 1.

Edizione a cura di Ezio Barbieri ed Ettore Cau
Codifica a cura di Gianmarco Cossandi

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