Lombardia Beni Culturali

Cartula ordinationis, iudicati et dispositionis

990 maggio 31, Cremona.

Odelrico, vescovo di Cremona, fonda un monastero intitolato a S. Lorenzo martire su un appezzamento di terra di sua proprietà, sul quale vi erano due chiese, una dedicata a Santa Maria e l'altra ai Santi Giacomo e Filippo, che misura undici iugeri ed è situato nei sobborghi della città, presso la porta detta Dei Canonici; il vescovo dota quindi il monastero di tutti i beni che il vescovato detiene nel territorio di Piadena, consistenti in una corte domocoltile, in un castrum e in una cappella consacrata a San Michele, con i servi e le ancelle che vi abitano e tutto ciò che ad essi pertiene, per un totale di undici iugeri di terreno in parte edificato e in parte coltivato a vite, di cento iugeri di terreno arabile e prati, di centocinquanta iugeri di terreno boscoso; delle case e dei beni posseduti dal vescovato nel territorio di Voltido e Canneto (sull'Oglio) per la misura complessiva di venti iugeri di terreni edificabili e arabili e di 1600 iugeri di terreno boscoso; delle case e dei beni che il vescovato ha nel territorio di Livrasco e che misurano complessivamente centocinquanta iugeri; di duecento iugeri di terreno siti in diverse località del comitato di Bergamo con ventinove persone tra servi e ancelle; delle case e dei beni del vescovato nel territorio di Ragigada presso Oscasale per un totale di sessanta iugeri; di case e di quattro mansi, che misurano complessivamente sessanta iugeri, posseduti dal vescovo nel territorio di Bulgari, non lontano dalla città di Cremona; di un manso sito nel territorio di Columbario, che misura cinque iugeri e sette pertiche; e, infine, di un campo di terra arabile, sito in località detta Sancta Maria , che misura ventisette iugeri. Il vescovo pone quindi il monastero sotto la sua protezione, si riserva il diritto di consacrare e ordinare l'abate che sarà eletto dalla congregazione dei monaci e, dopo aver dettato norme relative al comportamento dei monaci e dell'abate, stabilisce che, se il vescovo di Cremona compierà azioni ai danni del monastero, questo passi sotto la protezione dell'arcivescovo di Milano o di un altro vescovo del regno, se l'arcivescovo di Milano non sarà sollecito nell'assolvere il compito.

Originale, Roma, Biblioteca Vaticana, Archivio Barberini, Pergamene, I, n. 22 (già Archivio Barberini, Credenza III, casella 43, mazzo 1) [A]. Copia semplice sec. XI, BSCr, LC, n. 15 [B], da originale deperdito. Copia semplice sec. XII, S. Pietroburgo, Accademia delle Scienze [C], da B. Copia cartacea autenticata per ordine del vescovo di Cremona Nicolò Sfondrati dal notaio Giacomo Vitali in data 16 ottobre 1571, ASCr, Notarile, filza 2054, c. 744 [C'], da B. Regesto sec. XVI, Inventario Mensa sec. XVI, c. 23, Carniero 12, Privilegi, n. 2. Regesto prima metà sec. XVII, Inventario Mensa sec. XVII, c. 68v, carniero 40, Terra. Regesto sec. XVII, Bresciani, Registro delle memorie ecclesiastiche, p. 236. Regesto sec. XVIII, Bonafossa, p. 30 (dall'edizione di Muratori, quindi da B). Copia sec. XVIII, Negri, c. 125r (prob. da C). Copia inizio sec. XIX, Dragoni, p. 489, prob. da B (la copia è però di mano di Ippolito Cereda). Copia sec. XIX, Cereda, sc. 1, sec. X, n. 53 (due esemplari dei quali uno probabilmente di mano di Antonio Dragoni; il Cereda afferma di aver tratto la copia Ex apographo iuris ... Capituli..., prob. B; e ex apographo iuris mei, prob. C), n. 54 (altra copia del Cereda da B). Regesto sec. XIX, Ferragni, n. 85 (prob. da B).
Sul verso di B annotazione di mano del sec. XI-XII: Carta quam fecit Odelricus episcopus de ordinatione monasterii Sancti Laurentii de Cremona; annotazione del sec. XIII: Quomodo ecclesia Sancti Laurentii fuit constructa et hedificata per episcopum Cremonensem; annotazione di mano moderna, probabilmente del sec. XVI-XVII: Diversa spectantia episcopio Cremonensi; annotazioni del sec. XIX: Pro ecclesia Sancti Laurentii Cremone et quomodo fuit constructa per episcopum; 990 Fondazione della badia di S. Lorenzo fatta Olderico vescovo. Compaiono, inoltre, una nota di mano dell'archivista del sec. XVI: senza l'indicazione del numero e tracce di una nota abrasa di mano forse dell'archivista del sec. XVII, della quale sono leggibili solo la prima e l'ultima lettera T ed a (la segnatura riportata dall'inventario del XVII secolo per questo documento è Terra).

Edizione: Muratori, Antiquitates, II, col. 263; Cod. dipl. Lang., col. 1501, n. DCCCLIII; Novati, pp. 3-9 dell'estratto; Bonetti, pp. 137-144 (da C); Falconi, I, p. 225, n. 84.
Regesto: Robolotti, Delle pergamene, p. 45 (con data luglio 1); Robolotti, p. 8, n. 64; Astegiano, I, p. 38, n. 51; Savio, p. 35.

Muratori e Astegiano utilizzarono B; Novati, Anninski e probabilmente il Robolotti, nell'edizione del Codex Diplomaticus Langobardie, C. Il Novati utilizzò sicuramente C, perchè cita un'annotazione che egli dice coeva alla copia ritenuta sincrona, che compare sul verso di C. Quindi nel 1894, anno dell'edizione del Novati, C si trovava ancora a Cremona.
Falconi (sulla scorta del Bonetti, cf. articolo sopra citato alle pp. 134-137) parla di un originale perduto, ma ancora esistente nel sec. XIX, sul quale sarebbero state condotte le edizioni del Muratori e del Codex Diplomaticus Langobardiae; in realtà il Muratori dichiara di aver tratto la sua edizione da un antico apografo, esistente in tabulario capituli canonicorum Cremonensium; mentre nel Codex Diplomaticus Langobardiae si cita una pergamena in archivio capituli ecclesie Cathedralis Cremone. Quindi è probabile che l'originale non esistesse più già nel secolo XVIII. Bisogna osservare che il documento è regestato sia nell'inventario della Mensa vescovile del sec. XVI sia in quello del sec. XVII e tracce delle due segnature compaiono sul verso di B e di C. Il documento proviene quindi di sicuro dall'archivio vescovile che il Muratori non sempre distingue, quando indica il luogo di conservazione dei documenti da lui esaminati, dall'archivio capitolare.
Secondo quanto scritto nel documento stesso furono prodotti due originali: uno per l'archivio vescovile (dal quale fu tratto B e quindi C), l'altro per il monastero di S. Lorenzo. Il Kehr (Italia Pontificia, VI, I, p. 283) cita l'originale del documento prodotto per S. Lorenzo ed ora conservato nell'Archivio Barberini, presso la Biblioteca Vaticana.
La pergamena, restaurata, presenta alcuni strappi nella parte superiore lungo i margini laterali, che hanno causato la perdita di parte del testo. B imita la scrittura cancelleresca ed è scritto da due mani coeve, ma diverse: la mano A scrive le righe 1-22; la mano B il resto.

(SN) Anno ab incarnatione domini nostri Iesu Christi nongentesimo nonagesimo, pridie kalendas iunii, indit(ione) III. Dum prius hac (a) creator omnium rerum omnipotens D(omi)n(u)s homini in hoc s(e)c(u)lo vitam concedit, semper debet [illud agere quod]| D(e)o acceptabile sit et purum munus D(e)o offerre, unde in hoc s(e)c(u)lo protegente Christo incolomis e(ss)e reperiatur et, quod melius e(st), vitam eternam possidere mereatur. Quapropter ego Odelricus, ep(iscopu)s S(an)c(t)e Cremonensis Ecc(lesi)ae, filius bonę [memorie]|[Na]ntelmi comitis ex genere Francorum, accepto sup(er)no consilio, n(on) mea operante clementia, edificare visus sum monasterium in honore S(an)c(t)i Laurentii martiris, in area una de terra iuris mei cum duabus eccl(es)iis inibi construc[tis]|[quarum]una in honore S(an)c(t)i Laurentii, alia in honore S(an)c(t)e Marię seu beatorum ap(osto)loru(m) Philippi et Iacobi est edificata, quas ego a fundam(en)tis novit(er) hedificavi, quæ e(ss)e videtur in suburbio huius civitatis Cremonę, n(on) multu(m) longe a porta |[Canonic]orum, sive pecia una de vitibus cum area in qua estat, in quas via p(er)currit cum parte terrę aratorię ibi se tenente atque pecia una de prato cum pallude simul se tenente, que sunt per mensuram omnes simul iugera undecim, |[coheret ei] a duabus partibus, a mane scilicet et meridie, terra ipsius ep(iscop)ii S(an)c(t)e Cremonensis Ecc(lesi)ae, a tercia parte, id (est) a sera, terra Ildeprandi et Ozonis, a quarta parte, id (est) a monte, via publica. Et dono seu offero atque iudico eidem s(an)c(t)o |[et venerabili] monasterio pro animę meę remedio, scilicet casas et omnes res quę s(un)t similiter iuris mei positę in loco et fundo (b) q(ui) d(icitu)r Pladena, que est cortis una domuicultile cum castro ibi c(on)structo et fossato seu tunimine (c) circundato et capella c(on)secrata |[in honore] S(an)c(t)i archangeli Michaelis cu(m) servis et ancillis ibidem habitantibus, seu cu(m) casis et omnibus rebus et massaritiis ad ea(n)dem cortem pertinentibus et sunt per mensuram sedimina cum eodem castro et capella cu(m) areis ex parte vitatis iugera undecim, [de terris]|[vero] arabilibus et pratis iugera centum, de silvis quoque et stalareis seu buscaleis et gerbidis iugera centum quinquaginta. Sive cases et omnes res in locis et fundis Altedo et Cannedo (d) vel in eorum adiacentiis sunt per mensuram inter sedimina et t(er)ras [arabiles]|[iugera] viginti, de silvis et buscaleis atque gerbidis iugera mille sexcenti. Prefate itaque res de eodem loco Cannedo sunt per mensuram inter sedimina et clausuras seu terras arabiles iugera legitima XL, de silvis iugera XXX. Insuper case et [res ille omnes que sunt in] (e) |[lo]co Liupertasco, sunt per mensuram inter sedimina et vineas atque t(er)ras arabiles nec n(on) et silvas earu(m)que areas iug(era) centu(m) L. Ille quoque res omnes quę sunt in comitatu Bergom(en)se in locis et fundis ubi curte Vuilleri dicitur, Casirade, Maurenugo, [Calvenzano] (e), | Baldegniano, Blancanugo et in loco ubi S(an)c(t)a Maria et Vilasca d(icitu)r, sunt per mensuram simul omnes iug(era) CCti seu s(er)vos et ancillas quorum no(min)a sunt: Leo, Pedrev(er)ga iugales, Ursev(er)ga filia eorum, Bruna, Alkinda, Andreas, Adam, Arnaldus, D(omi)nicus,[Liutaldus] (e), | Dagib(er)tus, Adelb(er)tus, Remedius, Ioh(ann)es, et item Ioh(ann)es, Teupertus, Petrus, Natale, Pedrev(er)ga, Rop(er)ga, Roteperga, Garlinda, Vualp(er)ga, Ageverga et ite(m)Benedicta, Odeverga, Gu(m)perga, Bona, D(omi)nica, et natio eorum Italie. Omnes quoque ille case et res [que sunt in locis] (e) | et fundis Ragigada, sita prope Ursocasale, sunt per mensuram inter sedimina et vineas cu(m) areis suis seu t(er)ris arabilib(us) et silvis atque castanetis iugera LX. Et in alio loco ubi Bulgari no(min)at(ur), n(on) multum longe a civitate Cremona, case et [massaricia IIII]| sunt per mensuram inter sedimina et areas ubi vites estant atque t(er)ras arabiles et silvas cu(m) areis suis iug(era) LX. Seu massaritium unum in loco alio q(ui) (f) nominatur (g) Colu(m)bario, e(st) per mensuram iustam inter sedimina et vites cu(m) areis suis et t(er)ris arabilibus [iugera V] (e) |[et perticas]| iugerales VII. | In loco etiam q(ui) d(icitu)r S(an)c(t)a Maria ca(m)pus unu(s) aratoriu(s), e(st) per mensuram iug(era) XXVII; coeret ei a tribus partibus terra(m) ipsius ep(iscop)ii, a IIIIta parte via publica. Et si a(m)plius de rebus iuris mei in predictis locis et fundis vel in eorum a[diacentiis]| inventum fuerit, qua(m) in superiori mensura leg(itur), per hanc cartula(m) in iure ipsius monasterii sint et potestate. Igitur, ut dictum e(st), ipsas res, videlicet sedimina et vineas cu(m) areis suarum et cu(m) terris arabilibus et gerbis, pratis, pascuis, sil[vis ac stalla]|reis, ripis, rupinis ac paludibus, molendinis et piscationibus, cultis et incultis, divisis et indivisis, una cu(m) finibus, terminis, accessionibus et usibus aquarum aquaru(m)que decursibus cu(m) om(n)i iure et adiacentiis et pertinentiis earum rerum per loca et v[ocabula]| ad ipsas casas (h) et res pertinentium una cum servis et ancillis in ipsis rebus abitantibus et exinde pertinentibus inintegrum. Quas autem casas et res ipsas omnes iuris mei sup(ra) dictas, una cum accessionibus et ingressibus, seu superioribus et inferior[ibus]| qualit(er) supra leg(untur) et s(un)t co(m)p(re)hensa una cu(m) ipsis familiis inintegrum ab hac die in eodem monast(erio) dono et offero et per presentem cartulam ibidem habendas confirmo. Insuper cultellum, festucam nodatam, vuantonem et vuasonem t(er)re | atq(ue) (i) ramum arboris parti ipsius monasterii legitimam fatio traditionem et vestituram et me exinde foras expuli, vuarpivi, et absasito feci et parti ipsius monasterii eas habendas reliqui, ut fatiat exinde a presenti die de predictis | omnibus rebus et casis et familiis sicut sup(ra) leg(itur) pars ipsius monasterii iuris proprietario nomine q(ui)cq(ui)d voluerit pro animę meę mercede. Eo videlicet ordine ut subt(er) leg(itur) permanendum et fatiant abb(as) et monachi qui in eodem monasterio | ordinati fuerint et D(e)o serverint ex frugibus et redditu vel censu q(ue) (j) ex ipsis rebus et casis annue D(omi)n(u)s dederit ad eorum usum et sumptum sive de servitio eiusdem familie q(ui)cq(ui)d voluerint ut dixi pro animę meę mercede sine omni mea et heredum ac proheredum meorum | c(on)tradictione vel repeticione. Illud etiam adtendens p(ro) reverentia s(an)c(t)orum et statu religionis ac retributionis mercedisque futuræ gr(ati)a nec n(on) etiam c(on)siderans inq(ui)etudinem ac devastationem p(re)fate abbatie a nefandis atque violentis vicinis circu(m)circa, ia(m) an(im)a ad|[verte]ns atque dignum ducens quo abb(as) et monachi inibi D(e)o mancipati liberius orationibus vacare possint tam pro salute et stabilitate regni quam et totius Christianitatis, proinde volo et instituo seu iudico, ut sit iddem monasterium cum omni sua integritate et pertinentia in |[mundi]o et tuitione p(ro)taxati ep(iscop)ii S(an)c(t)e Cremonensis Ecc(lesi)ae tantum ad id defendendum et abbatem ibidem ordinandum et consecrandum quandocu(m)que necesse fuerit s(e)c(un)d(u)m c(on)stitutione(m) (k) s(an)c(t)orum patrum ab ep(iscop)o eiusdem ep(iscop)ii suisque successoribus, ita ut munera nullus exinde accipiat et (l) |[preli]bata abbatia perpetuo erga cultum religionis et regulam s(an)c(t)i Benedicti in sua virtute permaneat sub regimine, scilicet abbatis et congregationis monachorum, sine aliqua diminutione t(er)raru(m) vel rerum atq(ue) familię que ad utilitatem abbatis et monachorum pertinent, sed neque abbatem que(m)piam quo(cum)q(ue) t(em)p(o)re ibidem ordinare p(re)sumat nisi religiosum que(m)q(ue) que(m) sibi tota congregatio concors elegerit. Illud etiam adtendendum e(st), ut, si forte dissesserint vel discrepaverint, s(e)c(un)d(u)m precepta s(an)c(t)orum canonum maiori (m) ac religiosiori parti semper | cedatur. Si autem monachi in eodem monasterio c(on)stituti tepidi in amore D(e)i aut c(on)tra instituta patrum torpentes quando c(on)spitiunt(ur) insistere, s(e)c(un)d(um) regulam s(an)c(t)orum patru(m) abbate monasterii eiusdem corrigantur. Si autem abbas c(on)tra statuta patrum fuerit dep(re)hensus et in sinistram | partem declinatus, assistentibus duobus vel tribus abbatibus, q(ui) in hoc regno t(un)c religiosiores inventi fuerint, eorum iuditio et prudentia diffiniatur ab ep(iscop)o ipsius Ecc(lesi)ae suisque successoribus, tam ipsum quam et successores eius instituo corrigendum. Nec licentia sit ep(iscop)o | eiusdem ep(iscop)ii suisque successoribus sub obtentibus reprehensionis zelo cupiditatis aliquam in monasterio ostendere c(on)trov(er)siam c(on)tra p(re)scripta omnia. Nam si, quod D(eu)s avertat et fieri n(on) credo, ep(iscopu)s aut pars eiusdem ep(iscop)ii abbatem et monachos qui in eodem monasterio ordinati | fuerint (n) quiete et pacifice sub s(an)c(t)a regula vivere non p(er)miserint vel de eadem abbatia et rebus vel familiis aliquam subtractionem aut minorationem facere quęsierit et hanc meam ordinationem per omnia sic stabilem e(ss)e non permiserint sicut sup(ra) decrevi, t(un)c volo et per hanc cartula(m)| confirmo atque iudico, ut veniat et sit eadem abbatia in potestate archiep(iscop)ii S(an)c(t)e Mediolanens(is) Eccl(esi)ae tantum ad eandem defendendum et ibidem abbatem ordinandum et consecrandum et sequentes c(on)secrationes fatiendum ab archiep(iscop)o ipsius archiep(iscop)ii s(e)c(un)d(u)m statuta | s(an)c(t)orum patrum vel qualit(er) sup(ra) declaratum e(st) et ta(m) diu in potestate ipsius archiep(iscop)ii p(er)sistat qua(m) diu ille venerit (o) pastor ipsius Eccl(esi)ae talis q(ui) hanc meam ordinationem sic stabilem esse p(er)mittat qualit(er) sup(ra) statui et tunc in potestate ipsius ep(iscop)ii talit(er) rev(er)tat(ur). | Si v(er)o peccatis imminentibus, q(uo)d absit, archiep(iscopu)s ab hac institutione torpens fuerit et p(re)fatas c(on)secrationes, abbatis (p) scilicet et monachorum, aliqua cupiditatis occasione eo ordine quo diximus facere noluerit, habeant exinde p(re)dicti abbas (q) et monachi | licentiam eundi ad c(on)secratione(m) cuiuscu(m)que religiosioris ep(iscop)i istius regni qua(m) talem decreverint p(er) eiusdem ordinationis meæ cartulam. Si quis v(er)o, q(uo)d futurum e(ss)e n(on) credo, si ego ipse Odelricus ep(iscopu)s, q(uo)d absit, aut ullus de heredibus ac p(ro)heredibus meis | seu quelibet obposita persona c(on)tra hanc cartulam et dispositionis seu iudicati mei ire quandoque te(m)ptaverimus aut eam p(er) q(uo)dvis ingenium frangere quesierim(us), t(un)c inferamus parti ipsius monasterii vel c(on)tra quod lite(m) intulerimus, multam que e(st) pena(m)| auri optimi libre centum (r) argentique pondera mille et q(uo)d repetierimus vindicare n(on) valeamus, sed p(re)sens hanc (s) cartula ordinationis atque institutionis seu iudicati mea firma et inconvulsa p(er)maneat atque p(er)sistat cu(m) stipulationis (t) subnixa. Unde | due cartule ordinationis atque iudicati mei uno tenore scripte sunt. Hanc enim cartule ordinationis atque dispositionis et iudicati mei paginam Adelberto notario tradidi et scribere rogavi quam etiam subt(er) c(on)firmans testibus | obtuli roborandam. Actum cive (u) Cremona, feliciter.
+ Ego Odelricus ep(iscopu)s in hoc iudicato a me facto s(ub)s(crips)i.
Signa +++ manuu(m)Ada(m)mi vassi dicti Odelrici ep(iscop)i et Bonizonis seu Gotefredi de eadem cive (u) Cremona lege viventes Salica testes.
Signa +++ manuu(m)D(omi)nici et Petri seu Laurentii, de predicta cive (u) Cremona, lege viventes Romana testes.
(S) Antonius iudex sacri palatii rogatus subsc(ripsi). Albertus iudex sacri palacii rogatus subs(crip)si.
(S) Autecherius iudex sacri palacii rogatus subs(crip)si. Garibaldus iudex sacri palacii rogatus subs(crip)si. Adelelmus rogatus subs(crip)si.
(SN) Ego q(ui) super Adelb(er)tus notarius, scriptor huius cartule ordinationis seu iudicati atque dispositionis, post tradita complevi et dedi.


(a) Così B.
(b) B effundo
(c) Così B.
(d) La seconda -n- in sopralinea.
(e) Integrazione da C e C'.
(f) Segue rasura di una lettera.
(g) nom- corretto su altre lettere parzialmente erase.
(h) casas in sopralinea.
(i) Segue eraso id
(j) q(ue) corretto da q(ui) con rasura del trattino di abbreviazione sull'asta discendente.
(k) -u- corretta da o
(l) Segue segno di richiamo e nel margine non
(m) Seconda -i corretta da e
(n) -n- in sopralinea.
(o) v- corretta da p principiata con rasura del tratto superfluo dell'asta discendente di p
(p) B abbati
(q) Corretto da abbatia con rasura di -atia
(r) centu(m) in sopralinea.
(s) Così B
(t) Così B.
(u) Così B, senza segno di abbreviazione.

Edizione a cura di Valeria Leoni
Codifica a cura di Valeria Leoni

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