Lombardia Beni Culturali
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Confessio (manifestatio <feudi>)

1167 dicembre 18.

Cestus de Merlino dichiara davanti ad Alberico, vescovo di Lodi, che tutti i vassalli dei de Merlino nell'episcopato di Lodi e quanto essi vi detengono a loro nome dipendono dall'episcopato, salvo le nuove acquisizioni effettuate dallo stesso Cestus, da Arderico e da Rogerio, e lo stesso vale per le terre che detengono nell'episcopato a Merlino, Livraga, Sommariva, Fossadolto, Castiglione, Codogno, per le decime di Cavenago e la quarta parte dell'honor di San Fiorano.

Estratto del sec. XIII (primo quinto), AMVLo, Pergamene, tab. 2 [B]. Regesti: Gavazzi, Regestum, f. 5r, n. 43 (con data 4 maggio); Gavazzi, Inventarium, p. 5, n. 43 (con data 4 maggio); Bonomi, Synopsis, p. 61, n. 106.
Sul verso, segnatura del XVI secolo: III.6; segnatura Gavazzi: 43 e indicazione del contenuto della stessa mano; segnatura e data Bonomi: 106. MCLXVII.

Edizione: VIGNATI, Codice diplomatico, II, n. 29.
Regesto: SALAMINA, n. 106.

Mediocre stato di conservazione. La pergamena era originariamente piegata in quattro nel senso della scrittura e in due nell'altro. Si vede una rigatura precedente.
B deve essere considerato un estratto da un perduto 'liber feudorum' vescovile contenente le 'manifestationes' dei vassalli: a parte l'utilizzo del verbo 'exemplare' da parte del redattore di B e la mancanza di 'completio' del documento esemplato, va sottolineato che il dettato consiste solo della dichiarazione del feudatario introdotta da "Manifestavit", compresa tra un segno di paragrafo e la sottoscrizione del notaio priva di 'signum'; gli elementi di datazione della manifestatio sono stati infine aggiunti successivamente da una mano diversa.
La sottoscrizione di Arialdus de Cavenago è priva di 'signum', ma il confronto grafico con numerose altre pergamene di sua mano tra il 1187 e il 1218 conferma la paternità della scrittura; poiché in questo caso egli utilizza il proprio nome completo, attestato per la prima volta in un doc. del 29 marzo 1206 (AMVLo, Pergamene, tab. 3, n. 33), mentre in tutti i casi precedenti si sottoscrive semplicemente come Arialdo, la redazione va attribuita sicuramente al secolo XIII

§ Manifestavit Cestus de Merlino domino Alberico, Laudensi episcopo, quod omnes vasalli quos | habent illi de Merlino in episcopatu (a) Laude sunt sui vasalli per episcopatum et ipsi de Merlino | tenent ab episcopatu quicquid vasalli tenent per eos, nisi ipse Cestus vel Ardericus | vel Rogerius noviter emerunt; et idem de terris quas tenent in episcopatu Laude | confessus est, et sunt ille terre in his locis: in Merlino, in Cavenago | decime, in Luviraga terra, in Somaripa, in Fosatholto, in Castili|ono, in Codonio et quarta parte honore in Santi Florani (b).
Ego Arialdus de Cavenago hec confessio exemplavi. Et fecit | in mill(esimo) cent(esimo) sexegesimo septimo, quinto decimo kal(endas) ianuarii, in|dicione prima, in presencia Liprandum (c) de Molla (d) et Orevoni (d) de Cero (e).


(a) Segno abbreviativo superfluo sulla u
(b) et - Florani (honore in Santi Florani: così) aggiunto in inchiostro rosso da altra mano diversa coeva, che parrebbe non notarile.
(c) Così B.
(d) Lettura incerta.
(e) et fecit - de Cero (seguono altre tre lettere non distinguibili): aggiunto in inchiostro rosso dalla suddetta altra mano.

Edizione a cura di Ada Grossi
Codifica a cura di Ada Grossi

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