comune di Teglio sec. XII - 1797

Non è chiaro quando, all’interno della castellanza di Teglio, sorse l’organismo comunale, forse già agli inizi del XII secolo.
Gli statuti della castellanza e comune di Teglio (statuti di Teglio sec. XIV), risalenti verosimilmente alla fine del XIV secolo, testimoniano l’esistenza, in un’unica compagine territoriale, di una duplice fisionomia giuridica.
Il “castrum” di Teglio, all’origine della castellanza, sede ufficiale e non solo simbolica dell’autorità feudale, non venne escluso dal nuovo soggetto politico-amministrativo: in effetti il comune di Teglio garantì all’antico signore la nominale sovranità con la dovuta sudditanza degli abitanti, ma si rese autonomo nella gestione amministrativa, alla quale partecipavano paritariamente aristocratici e rustici delle contrade. Il potere di organizzazione e di indirizzo, pur se sotto il controllo del podestà di nomina signorile, risultava saldamente in mano ai consigli, espressioni dirette della comunità ed al complesso degli ufficiali eletto dalla stessa.
La comunità di Teglio era complessivamente suddivisa in trentasei contrade, delle quali le principali, alla metà del XVIII secolo erano Piazza, Besta, Bellamira, Silvestri, San Martino, Ligone di Sotto, Ligone di Sopra, San Giovanni, Frigerio, Sommi Sassi (tutte sulla destra dell’Adda); Boalzo, Succi, Tresenda, San Giacomo, Nuvola (nel piano); Grania, Poschiavini, Val Malgina (in parte), Pondono, Carona, Alliceto, Val di Belviso, Aprica (alla sinistra dell’Adda) (Sprecher 1617; Quadrio 1775-1776).
Le contrade erano raggruppate in vicinie: Aprica con Ganda, Carona con Bordone, comprendente forse anche Grania, Verignia (probabilmente l’odierna San Paolo, con il resto della Val Belviso), Boalzo, che eleggevano democraticamente come propri rappresentanti dei consoli e detenevano prerogative per l’utilizzo dei boschi e dei pascoli.
La terra mastra della castellanza e del comune di Teglio, coincidente all’incirca con i confini della parrocchia di Santa Eufemia (per la quale la comunità godeva del diritto di nomina del rettore), era composta dalle parti di Verida e di Pertinasca, o Teglio di sopra e di sotto; entrambe avevano pertinenze sul fondovalle e sul versante orobico e compiti specifici per il mantenimento dei ponti sull’Adda.
A livello economico, ancora nel 1421 e 1450 esistevano, anche se sotto il controllo ducale, dazi comunitari nei confronti dell’esterno, non già del ducato, ma della comunità stessa.
A livello giudiziario e normativo, spettava al consiglio maggiore della comunità ogni integrazione alle disposizioni statutarie nelle materie non consolidate; il giudice d’appello contro le sentenze di primo grado era, nel civile, riservato agli accoladri della comunità. Tale larga autonomia, seconda nella zona sola a quella di Poschiavo e forse di Bormio, ma sensibilmente più estesa, per quanto fino ad ora risulta, dei terzieri di Tirano e Sondrio, va probabilmente messa in relazione con le peculiari caratteristiche istituzionali della castellanza e con la diversa dominante d’origine (Zoia 1996; Garbellini 1991; Besta 1962; Zoia 1985).
Organo supremo del comune era dunque il consiglio generale, o assemblea plenaria dei cittadini di maggiore età, cioè con più di 25 anni, cui si affiancava il consiglio maggiore e il consiglio di credenza, o giunta esecutiva, costituita da 12 componenti; completavano il quadro delle cariche istituzionali quattro accoladri, consoli, canepari, e gli ufficiali del comune.
A capo dell’amministrazione comunale c’erano due decani, eletti dal consiglio generale, che dovevano, in base all’antico costume e agli ordini di comunità, essere eletti uno tra i nobili e l’altro tra i contadini. Il rappresentante di Teglio al consiglio di valle era invece eletto dal consiglio minore (Valtellina 1512-1797).
Il borgo di Teglio nel 1589 contava 265 fuochi, l’intera comunità superava gli 800 fuochi (Visita Ninguarda 1589-1593), nel 1624 Teglio aveva 4.000 abitanti (e Boalzo 306, Aprica 490, Carona 848, San Giacomo 560) (Perotti 1992 a), nel 1797, infine, circa 8.000 abitanti (Massera 1991 a).

ultima modifica: 09/01/2007

[ Saverio Almini ]