comune di Bormio 1816 - 1859

In base alla compartimentazione territoriale del regno lombardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816) era prevista l’attivazione del comune di Bormio, come capoluogo del distretto VI della provincia di Sondrio, privato del territorio dell’ex contado, che sarebbe stato suddiviso in otto comuni autonomi. In data 10 marzo 1816 il comune di Bormio trasmise un ricorso contro la compartimentazione del 12 febbraio (Ricorso comune di Bormio, 1816). Il deputato di Valtellina conte Guicciardi, pur cogliendo “l’esigenza politica” di una divisione dell’ex contado, si oppose al suo “sminuzzamento”, proponendone “l’accorpamento secondo l’antica e naturale divisione delle Valli” (Osservazioni Guicciardi, 1816), soluzione che sostenne anche l’imperial regia delegazione provinciale, per la “antica abitudine dei secoli e per la comunanza degli interessi” (Modifiche comparto provinciale di Sondrio, 1816). Per l’amministrazione delle proprietà indivise, la consulta del distretto di Bormio chiese all’imperial regia delegazione provinciale l’approvazione di un provvedimento per la concessione di una “congregazione o Consiglio generale di valle, composto di alcune scelte persone tra i principali estimati d’ogni sorta”, che avrebbe avuto l’incarico di “vegliare alle spese incombenti alla generalità dei Comuni componenti la valle, ed ai bisogni generali della medesima”, sull’esempio di quanto concesso con i decreti 16 settembre 1757 alla Valsassina e 19 dicembre 1757 al territorio di Lecco (Consulta di Bormio, 1816).
Dopo aver ricevuto il prospetto dei comuni della provincia di Sondrio riordinato dalla delegazione provinciale, in data 9 maggio 1816 la congregazione centrale di Milano, per il tramite del conte von Saurau, governatore della Lombardia, espresse ulteriori osservazioni relativamente alla situazione del comune di Bormio (e di quello di Val San Giacomo), avendo trovato “nel rimanente” conformità con le proprie esternazioni, affermando tra l’altro che “le Comuni di Bormio e della Valle San Giacomo” avevano goduto “in passato di molti ed importantissimi privilegi” che non avrebbero cessato “di desiderare ancora”, ove di fossero trovate “costituite in un sol corpo”. La propensione che i due comuni avevano dimostrato “anche negli ultimi tempi di unirsi alla Svizzera” aveva confermato la congregazione nell’opinione che non fosse “politico di lasciare i comuni medesimi nello stato in cui si trovavano all’epoca dell’anno 1796” (Sistemazione comuni di Bormio e Valle San Giacomo, 1816).
Quanto alla questione consiglio di valle, la congregazione centrale di Milano, persuasa “che attese le particolari circostanze de’ suddetti luoghi” non si potesse, almeno per allora, “altrimenti provvedere alla amministrazione de’ Beni, dei diritti, e delle passività che hanno in comunione, se non con l’affidarla ad una unione d’individui tratti da cadauni comuni”, stimava conveniente conferire “tale amministrazione ai primi deputati de’ singoli Comuni, ed in mancanza di alcuni di questi al secondo od al terzo”. “Ma siccome interessa – proseguiva il conte von Saurau – che una tale amministrazione vada col tempo ad estinguersi, non già solo per togliere gli intralci che ne potrebbero talora emergere, ma per consolidare sempre più la divisione de’ suddetti Comuni, che effettuata per prudenti viste politiche, conviene di compiere in ogni sua parte, così la congregazione centrale troverebbe opportuno che si ingiungesse da prima di semplificare la gestione, sia coll’estinguere mediante vendita di beni sociali delle comuni passività, sia col procurare degli affitti colle comuni stesse nel cui circondario trovansi i beni appartenenti alla comunione e che in seguito si pensasse a porre in opera tutti que' mezzi che si riconoscessero i più acconci ad operare la piena divisione d’interessi fra li suddetti Comuni” (Sistemazione comuni di Bormio e Valle San Giacomo, 1817).
Bormio, comune con consiglio, fu confermato capoluogo del distretto VI della provincia di Sondrio in forza del successivo compartimento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio 1844).
Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Bormio, comune con consiglio con ufficio proprio e con una popolazione di 1.508 abitanti, divenne capoluogo del distretto V della provincia di Sondrio.

ultima modifica: 09/01/2007

[ Saverio Almini ]