dipartimento dell'Adda e dell'Oglio 1798 - 1801

In data 1 settembre 1798, con l’approvazione della nuova costituzione della repubblica cisalpina (costituzione 15 fruttidoro anno VI), i dipartimenti da venti vennero ridotti a undici: il quarto era il dipartimento dell’Adda e Oglio, con capitale Morbegno, mentre in precedenza la capitale era stata Sondrio. Tra il settembre e l’ottobre del 1798, dopo che furono stabiliti i nuovi ordinamenti territoriali della repubblica con la divisione in distretti e circondari, fu definita l’organizzazione del dipartimento dell’Adda e Oglio (legge 11 vendemmiale anno VII). I territori della Valtellina, di Bormio e di Chiavenna, riuniti ora nel medesimo dipartimento, furono suddivisi nei distretti II di Chiavenna, IV di Morbegno, V di Sondrio, VI di Ponte, VII di Tirano, VIII di Bormio.
Tra vendemmiale e brumale anno VII, il commissariato del potere esecutivo del dipartimento era costituito dal commissario, coadiuvato da un segretario, con uno scrittore e un portiere. Alla data del 7 frimale anno VII l’ufficio dell’amministrazione centrale del dipartimento dell’Adda e Oglio in Morbegno era formato da un segretario, un aggiunto, un protocollista-archivista, uno speditore e diramatore delle leggi, cinque scrittori, un ragionatto, un aggiunto ragionatto, due portieri (Prospetti impiegati dipartimento Adda e Oglio, 1798-1801).
All’inizio di gennaio del 1799 (determinazione 17 nevoso anno VII), il commissario del potere esecutivo organizzò il potere giudiziario nei distretti di Morbegno, Sondrio, Ponte, Tirano, Bormio, sopprimendo i tribunali e i comitati di giustizia creati dai comuni valtellinesi dopo la rivoluzione del 1797.
Con proclama dell’amministrazione centrale del dipartimento, di concerto con il commissario del potere esecutivo (proclama 28 ventoso anno VII), vennero impartite le istruzioni per l’organizzazione delle municipalità costituzionali, che si sarebbero dovute installare definitivamente entro il limite del 6 germinale entrante; fu quindi inviata una nota con l’elenco in duplo dei due agenti e due aggiunti nominati per i singoli comuni (Nota agenti municipali dipartimento Adda e Oglio, 1799). Ne seguirono numerose lettere di rinuncia, che furono raggruppate dall’ammnistrazione centrale dipartimentale in tre categorie: 1) quelli che avevano assolutamente ricusato di accettare la lettera d’incarico e di prestare il giuramento prescritto (Gordona); 2) quelli che avevano rinunciato per incompatibilità, occupando altra carica costituzionale (Traona, Sondrio, Ponte, Teglio, Tirano, Vervio, Sondalo); 3) quelli dichiaratisi incapaci di ricoprire la carica per inadeguatezza, vecchiaia, infermità o povertà (Prata, Forcola, Cercino, Cino, Delebio, Pedesina, Cosio, Campovico, Rogolo, Civo, Castione, Montagna, Piantedo, Morbegno, Monastero, Buglio, Malenco, Faedo, Albosaggia, Colorina, Caiolo, Acqua, Tovo, Grosotto, Sernio, Villa), le cui ragioni appaiono sintetizzate nella lettera di rinuncia inviata da Giovanni Pietro Beliotti, nominato a Montagna: ”…quanto in voce dissi al detto cittadino commissario, lo rinnovo in jscritto a Voi, cittadini amministratori, a vostro contegno. La numerosa popolazione, agricola, idiota e quasi idolatra delle passate costumanze… esigge per l’amministrazione un uomo di maggiori talenti ed attività…” (Rinunce carica di agente dipartimento Adda e Oglio, 1799). Il 15 germinale venne accordato dal direttorio esecutivo della repubblica un maggior numero di aggiunti municipali nei comuni più popolosi, come da elenco predisposto dall’amministrazione centrale del dipartimento (Elenco suppletivo aggiunti municipali, 1799).
Con domanda inoltrata il 17 germinale anno VII al ministro degli affari interni, l’amministrazione centrale del dipartimento chiese istruzioni circa il comportamento da tenere verso quelle municipalità che avevano mantenuto, accanto ad agenti ed aggiunti, consoli e decani per il disbrigo degli affari. Il ministro rispose dando l’abilitazione ad accordare il permesso “almeno provvisoriamente, non ostando la legge 15 fruttidoro anno VI, nè le successive istruzioni delle Municipalità ed agenti municipali, le quali non escludono espressamente tale ufficio, ma soltanto non ne fanno menzione”. Alla richiesta di istruzioni dell’amministrazione centrale era allegata una copia della lettera inviata dalla municipalità del distretto I (trovandosi “in analoghe circostanze anche altre Municipalità del Dipartimento”), la quale aveva decretato, salva l’approvazione dell’amministrazione centrale, nella sessione del 13 germinale la continuazione del console “col salario che antecedentemente percepiva” “per gli affari di sanità, della giustizia punitiva, l’assistenza al ricevitore per le esecuzioni prediali, l’assicurazione delle robbe oppignorate, l’assistenza alle guardie di polizia per l’arresto di qualche individuo, l’accompagnamento del militare, l’assistenza per l’assegno degli alloggi e tant’altre… incombenze proprie del console, e che non può assolutamente eseguire nè l’agente, nemmeno l’aggiunto” (Istruzioni amministrative dipartimento Adda e Oglio, 1799).
Nella primavera inoltrata del 1799, dopo l’occupazione delle truppe austriache, le municipalità cambiarono nome in amministrazioni e i comuni tornarono al vecchio sistema di governo. A Chiavenna si installò un governo provvisorio, mentre negli antichi terzieri si riunirono nuovamente i consigli di giurisdizione, che elessero i propri cancellieri.
Al termine dell’occupazione austriaca, nel 1800 furono ricostituite le municipalità distrettuali di Chiavenna, Morbegno, Ponte, Tirano, Sondrio, Bormio, che erano sedi di pretura con un pretore e un luogotenente per le cause civili. A Sondrio fu istituito un tribunale d’appello di seconda istanza per le cause civili e di prima istanza per le cause penali.
Il 21 fiorile anno IX l’amministrazione del dipartimento era organizzata nell’ufficio di segreteria, con un segretario, un segretario aggiunto, due scrittori; nell’ufficio protocollo, archivio e spedizione, con un protocollista e archivista, un aggiunto protocollista e archivista, uno scrittore-speditore; nell’ufficio contabilità, con un capo sezione, un aggiunto capo sezione, uno scrittore, un usciere; e nel dicastero di polizia, con un segretario, un protocollista e archivista, uno scrittore-speditore, un usciere ed incaricato delle incombenze segrete (Prospetti impiegati dipartimento Adda e Oglio, 1798-1801).
Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina determinato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), il territorio fu organizzato in dodici dipartimenti, di cui il secondo era il dipartimento del Lario, diviso a sua volta in quattro distretti, di cui il terzo (comprendente Valtellina ed ex contadi di Bormio e Chiavenna) ebbe per capoluogo Sondrio.

ultima modifica: 12/01/2007

[ Saverio Almini ]