comune di Albino sec. XII - 1797

La presenza di un’importante corte vescovile è documentata nel territorio di Albino a partire dalla metà dell’XI secolo. L’attività dei gastaldi del vescovo, incaricati dell’amministrazione del patrimonio e della giustizia, è testimoniata sin dal 1164. Il comune di Albino appare esistere alla fine dell’XII secolo, parte dell’aggregazione denominata “comune maggiore”, che comprendeva anche Comenduno e Desenzano (Soglian 1991). Nel 1331 faceva parte della “facta” di porta San Lorenzo (Statuto di Bergamo 1331).
In età veneta fece parte della valle Seriana Inferiore, e vi aveva la sua sede il vicario di valle, che amministrava la giustizia anche a Nembro ed Alzano. Agli inizi del Cinquecento il comune era retto da un arengo (consiglio generale) che eleggeva un consiglio di credenza cui era affidata l’elezione delle cariche comunali. Tale struttura, definita negli statuti del 1443, rimase sostanzialmente invariata sino alla fine dell’Antico Regime (Soglian 1991 e Soglian 1996). L’unica edizione completa di statuti di Albino rinvenuta fino ad ora, anche se certamente ne esistevano di più antiche, è appunto quella del 1443. Si tratta una copia settecentesca redatta dal notaio Bartolomeo Azzola dopo il 1726, desunta da altra copia del 1725. Gli originari 119 capitoli vennero approvati dal podestà di Bergamo nel 1461 e le aggiunte ed aggiornamenti fino al 1507 di volta in volta da giuristi bergamaschi a ciò deputati.
A fine Cinquecento il comune possedeva due monti assieme a Comenduno e Desenzano, contava 420 fuochi e 1266 abitanti (Da Lezze 1596).
Nel 1653, dopo una lite decennale, alcune delle contrade di Albino si staccarono: Bondo-Petello-Dosso, Aviatico, Ama-Amora-Predale, Fiobbio-Perlino. Nacquero contrade parzialmente autonome, rappresentate in seno agli organi comunali da un proprio sindaco, mentre anche il comune di Albino propriamente detto si articolò in cinque contrade interne (Cim’Albino, Piazza Camparo, Chiesa, Albina e Him’Albino) anche se l’unico vero e proprio comune appare quello di Fiobbio (citato come tale anche dal Maironi da Ponte che definì, addirittura Ama e Amora contrade di Nembro). A fine Settecento il comune contava 2146 abitanti (Maironi da Ponte 1776).

ultima modifica: 09/12/2003

[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]