comune di Ardesio sec. XII - 1797

Il territorio di Ardesio con quelli di Gromo, Gandellino, Clusone, venne donato nel 774 da Carlo Magno alla Canonica di San Martino di Tours. Nel 1026 il vescovado di Bergamo, in seguito a una permuta con la Canonica, si insediò nel territorio di Ardesio rappresentato da gastaldi che avevano la sede nella curia locale. L’emancipazione dal potere vescovile, che interessò tutto il territorio bergamasco nel XII sec., coinvolse anche Ardesio: un documento dell’ottobre 1179, infatti, testimonia l’esistenza di un comune e di consoli.
Le sorti di Ardesio, definitivamente passato sotto il controllo della città, seguirono nei secoli le successive vicende del territorio. Nel 1331 faceva capo alla “facta” di porta San Lorenzo (Statuto di Bergamo 1331).
Il passaggio dalla dominazione viscontea alla repubblica di Venezia vide conservate la struttura e i privilegi delle valli e, relativamente ad Ardesio, confermò le istituzioni politiche del comune, con l’approvazione dello statuto del 1507. Il comune era retto da un consiglio generale che eleggeva gli otto membri del consiglio di credenza, e da altre figure istituzionali elette da consigli (AC Ardesio, inventario).
A fine Cinquecento il comune possedeva pascoli, boschi, sette ruote di mulino da grani e due segherie. A quella data contava 20 fuochi e 1214 abitanti (Da Lezze 1596).
Nel 1610 si staccò con Gromo, Gandellino e Valgoglio dalla valle Seriana e formò con essi la quadra di Ardesio.
Nel 1752 il capitano e podestà di Bergamo stabilì un passaggio di competenze dal consiglio generale al consiglio di credenza. A fine Settecento contava 1910 abitanti (Maironi da Ponte 1776).

ultima modifica: 09/12/2003

[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]