comune di Castione sec. XIII - 1797

Centro fortificato posto a tutela dello “iugum” della Presolana in età romana, in epoca longobarda Castione passò alla corona e ai duchi per essere successivamente donato da Carlo Magno alla canonica di Tours. La sua acquisizione da parte del vescovo di Bergamo avvenne nel 1026. Fra il XII secolo e il XIII secolo si avvicendarono, nel controllo di questi territori, il vescovo e i suoi vassalli, molti dei quali cercarono di sottrarsi agli obblighi e di mutare il proprio possesso condizionato in proprietà allodiale. Traccia del processo di emancipazione del comune di Castione è presente in un atto di investitura da parte del vescovo Guala, del fodro agli uomini di Castione. Quindi è legittimo pensare che già nella prima metà del secolo XIII il comune abbia raggiunto un certo livello di organizzazione e di autonomia.
Per quanto riguarda i confini territoriali del comune di Castione, gli statuti di Bergamo del 1248 individuano l’esistenza di tre comuni: Castione e Campello, Tede, Lantana. Gli statuti prescrivono, date le dimensioni limitate dei comuni, la riunione di Castione e Campello con Tede (Statuto di Bergamo 1248). Nelle vicende storiche successive il territorio di Castione della Presolana seguì il destino di Bergamo. Nel 1331 faceva capo alla “facta” di porta San Lorenzo (Statuto di Bergamo 1331).
Dal punto di vista istituzionale, il comune era retto da un consiglio generale, al quale spettava l’elezione delle numerose cariche comunali, un consiglio di credenza, con mansioni maggiormente esecutive, e due consoli. Nel Quattro-Cinquecento, il comune formò il proprio patrimonio: vennero, infatti, acquistati tre mulini (da Nimo, da Mezzo e da Valle), una segheria, una fornace “da coppi”, una taverna, e l’esteso patrimonio boschivo e pascolivo, il quale in parte veniva affittato, in parte restava a libera disposizione degli abitanti
(AC Castione, inventario). A fine Cinquecento contava 104 fuochi e 540 abitanti (Da Lezze 1596). A fine Settecento ne contava 1205 (Maironi da Ponte 1776).

ultima modifica: 09/12/2003

[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]