consiglio generale 1751 - 1797

Lo statuto del 1488 non prevedeva un consiglio generale di tutti i capifamiglia del comune, delegando ai consigli delle vicinie il compito di nominare una parte dei membri di un consiglio di credenza, depositario della gestione comunale (Statuto di Costa Volpino 1488).
Secondo quanto emerge nella riforma del 1751, esisteva un consiglio generale che eleggeva i membri del consiglio di vicinia. Data la situazione, caratterizzata dall’assenza, per gran parte dell’anno, di buona parte dei capifamiglia, secondo la relazione dei capitani di Bergamo del 1750, nel consiglio si riunivano “persone troppo idiote” o non si riusciva a raggiungere il numero minimo di partecipanti. Si stabiĺ, allora, che la gestione degli affari comunali passasse ad un consiglio di credenza di diciotto membri eletti dal consiglio generale insieme al console, al cancelliere e ai reggenti dei luoghi pii. Venne stabilito, inoltre, che alla riunione del consiglio partecipasse il podestà di Lovere o un suo luogotenente e che console e cancelliere venissero scelti fra i diciotto membri del consiglio di credenza uscente (capitoli di Costa di Volpino, 1750).

ultima modifica: 09/12/2003

[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]