parrocchia della Beata Vergine Immacolata sec. XIX - [1989]

Parrocchia della diocesi di Como. A partire dall'atto rogato da Tommaso Odescalco il 12 ottobre 1523, che permise a Rodolo di avere un sacerdote dotato dell'autorità di amministrare i sacramenti ai terrieri, detta terra cominciò a sottrarsi a Berbenno (Visita Ninguarda 1589-1593, note). Inizialmente la chiesa fu dedicata a Sant'Antonio, in seguito alla Immacolata Concezione di Maria Vergine (Visita Archinti 1614-1615, note). Dagli atti della visita pastorale compiuta dal vescovo Feliciano Ninguarda nella pieve di Berbenno nel 1589, risulta che la chiesa vicecurata di Rodolo aveva un proprio cappellano, concesso dall'arciprete di Berbenno; la comunità di Rodolo contava 23 famiglie cattoliche (Visita Ninguarda 1589-1593).
Nel 1614, all'epoca della visita pastorale del vescovo Filippo Archinti nella pieve di Berbenno, la chiesa di Sant'Antonio di Rodolo risultava vicecura non ancora separata da Berbenno (Visita Archinti 1614-1615).
Il 3 novembre 1624 le comunità di Rodolo e Valle avanzarono al vescovo di Como Sisto Carcano la proposta di separazione della chiesa di Sant'Antonio di Rodolo dalla plebana di Berbenno e chiesero la facoltà di eleggere un proprio curato (Scamozzi 1994).
La chiesa di Sant'Antonio di Rodolo sarebbe stata eretta parrocchia nel 1850, ma definitivamente separata dalla matrice dei Santi Simone e Giuda di Valle con atto notarile dell'1 aprile 1851 (Visita Ferrari, Vicariato di Berbenno). Con decreto 17 novembre 1886 del vescovo Pietro Carsana venne attribuito il titolo di parrocchiale alla chiesa di Sant'Antonio di Rodolo; il rettore era già a quell'epoca in legittimo possesso ed esercizio dei diritti parrocchiali, ma era ancora formalmente amovibile "ad nutum episcopi", sebbene l'Ordinariato avesse rinunciato da tempo all'amovibilità, conferendo ai sacerdoti nominati o presentati alle chiese vicarie la possessione canonica dei diritti parrocchiali (decreto 17 novembre 1886) (Registri protocollo diocesi di Como 1886).
Nel 1893, anno della visita pastorale del vescovo Andrea Ferrari, lo stato attivo del beneficio parrocchiale era di lire 407.15; lo stato passivo risultava non registrabile essendo l'amministrazione nelle mani del subeconomo. Entro i confini della parrocchia di Rodolo, di nomina vescovile, esisteva l'oratorio di San Giacomo apostolo in frazione Selvetta. Nella chiesa parrocchiale di Sant'Antonio abate si avevano due confraternite del Santissimo Sacramento, una maschile e una femminile, erette canonicamente nel mese di giugno 1866 dall'economo spirituale don Bartolomeo Rota. Il numero dei parrocchiani era 375 circa (Visita Ferrari, Vicariato di Berbenno).
Dal 1950 venne officiata come comparrocchiale una nuova chiesa edificata nel Piano della Selvetta e dedicata a Maria Ausiliatrice (Visita Archinti 1614-1615, note).
Nel corso del XIX e XX secolo la parrocchia di Sant'Antonio, poi della Beata Vergine Immacolata di Rodolo è sempre stata compresa nel vicariato foraneo di Berbenno; con decreto 29 gennaio 1968, mediante il quale furono istituite le zone pastorali nella diocesi di Como, fu assegnata alla zona pastorale XIII della Media Valtellina e al vicariato di Berbenno (decreto 29 gennaio 1968) (Bollettino Ecclesiastico Ufficiale Diocesi di Como 1968). Con decreto 10 aprile 1984 fu inclusa nel vicariato A della Media Valtellina (decreto 10 aprile 1984) (Bollettino Ecclesiastico Ufficiale Diocesi di Como 1984).

ultima modifica: 03/03/2004

[ Alessandra Baretta ]