parrocchia dei Santi Matteo e Carlo sec. XIX - [1989]

Parrocchia della diocesi di Como. L'antica chiesa di Arigna, dedicata a San Matteo, fu eretta viceparrocchia e chiesa battesimale e cominciò a essere officiata come parrocchiale indipendente, per tacito consenso dell'autorità ecclesiastica (Visita Ninguarda 1589-1593, note), già nel XVII secolo. Nel 1651 la viceparrocchia di Arigna risulta elencata in un vicariato esteso al territorio che costituiva il terziere di mezzo della Valtellina, coincidente con le pievi di Berbenno, Sondrio e Tresivio, quest'ultima indicata unitamente alla pieve di Ponte, ciascuna delle quali corrispondeva a una "congregatio" del clero. Arigna era compresa nella "congregatio tertia" (Ecclesiae collegiatae 1651). Nel corso del XVIII secolo la chiesa di San Matteo di Arigna è sempre attestata come viceparrocchia nel vicariato e pievi di Tresivio e Ponte (Ecclesiae collegiatae 1758; Ecclesiae collegiatae 1794). Verso la fine del XVIII secolo la rendita attiva del viceparroco consisteva in lire 1650 di moneta di Valtellina, ricavate dalle famiglie della comunità; i carichi erano rappresentati dalle incombenze dell'ufficio parrocchiale. La cura di Arigna, ancora subordinata alla parrocchia di Ponte, comprendeva 325 anime (Quesiti Amministrazione Adda e Oglio, 1798).
Il vicariato foraneo di Ponte, al quale venne ad appartenere la parrocchia di Arigna insieme alle parrocchie di Ponte in Valtellina e di Sazzo, provenienti dal vicariato delle pievi di Tresivio e Ponte, si costituì probabilmente tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo.
L'oratorio dei Santi Carlo Borromeo e Ignazio di Loyola, edificato nel 1623, nel 1867 fu dichiarato chiesa parrocchiale tramite rescritto curiale, in sostituzione dell'antica chiesa, ampliata una seconda volta nel 1886 (Visita Ferrari, Vicariato di Ponte).
Con decreto 17 novembre 1886 del vescovo Pietro Carsana venne attribuito il titolo di parrocchiale alla chiesa di Arigna; il rettore era già a quell'epoca in legittimo possesso ed esercizio dei diritti parrocchiali, ma era ancora formalmente amovibile "ad nutum episcopi", sebbene l'Ordinariato avesse rinunciato da tempo all'amovibilità, conferendo ai sacerdoti nominati o presentati alle chiese vicarie la possessione canonica dei diritti parrocchiali (decreto 17 novembre 1886) (Registri protocollo diocesi di Como 1886).
Nel 1893, anno della visita pastorale del vescovo Andrea Ferrari, la rendita netta del beneficio parrocchiale era di lire 419.95. Nella parrocchia di San Carlo Borromeo di Arigna si aveva la confraternita del Santissimo Sacramento, maschile e femminile, fondata nell'antica chiesa parrocchiale di San Matteo nel 1856, con approvazione del vicario capitolare di Como, la confraternita del Santissimo Rosario, la quale, come risulta da un documento conservato nell'archivio parrocchiale, fu istituita nel 1653 e richiamata in vigore nell'ottobre 1889 e il Terz'Ordine di San Francesco d'Assisi, istituito nel 1884. Nella parrocchia di Arigna, di nomina vescovile, esistevano la chiesa di San Matteo apostolo, antica parrocchiale, e l'oratorio di Santo Stefano protomartire al Forno. Il numero delle anime era di 808 unità (Visita Ferrari, Vicariato di Ponte).
Nel corso del XIX e XX secolo la parrocchia dei Santi Matteo e Carlo di Arigna è sempre stata compresa nel vicariato foraneo di Ponte; con decreto 29 gennaio 1968, mediante il quale furono istituite le zone pastorali nella diocesi di Como, fu assegnata alla zona pastorale XIII della Media Valtellina e al vicariato di Sondrio (decreto 29 gennaio 1968) (Bollettino Ecclesiastico Ufficiale Diocesi di Como 1968). Con decreto 10 aprile 1984 fu inclusa nel vicariato C della Media Valtellina (decreto 10 aprile 1984) (Bollettino Ecclesiastico Ufficiale Diocesi di Como 1984). Nel 1963 era stata aggregata ad Arigna anche la frazione Briotti (Xeres, Antonioli 1996).

ultima modifica: 03/03/2004

[ Alessandra Baretta ]