comune di Bosco con Marzano, Chirate e Ballarate sec. XIV - 1757

Località della pieve di Leggiuno citata come Buscho negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano, Bosco era tra le comunità che contribuivano alla manutenzione della strada di Rho (Compartizione delle fagie 1346).
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVII e del XVIII secolo Bosco risultava ancora compreso nella medesima pieve (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cart. 26).
Nel 1722 la mappa di I stazione del Catasto detto teresiano venne intestata: “Mappa di Bosco con Marzano Pieve di Lezzuno Ducato di Milano”. La mappa d’insieme fu intestata “Bosco con Marzano, Chirate, e Balarate Pieve di Legiuno” (Morando, Mura 1997-1998, MUT 119.3, MUT 119.1).
Nel 1751 la comunità era infeudata al conte Pietro Besozzi, cui si corrispondevano 16 lire e 13 soldi, compresi gli agi, in ragione feudale. Il podestà non risiedeva nel comune, ma bensì in Mombello, e veniva pagato 2 lire all’anno. Il comune aveva il suo console; le adunanze si facevano nella pubblica piazza al suono della campana. La comunità non aveva rendite. Il cancelliere abitava a Besozzo; tra i suoi compiti vi era la conservazione dei riparti e del catasto. Il comune, dove erano presenti 152 anime collettabili e non collettabili, non aveva procuratori né agenti a Milano (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3035, vol. D XVI, Como, pieve di Leggiuno, fasc. 2).

ultima modifica: 11/07/2006

[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]