comune di Cassina Ferrara sec. XIV - 1757

Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano è segnalata una cascina della pieve di Appiano denominata “Le cassine d’i Faré” (Compartizione delle fagie 1346). Al territorio di Cassina Ferrara risulta intestata una mappa del catasto c. d. teresiano disegnata nel 1722 (Morando, Mura 1997-1998).
Secondo le risposte ai 45 quesiti del 1751 della II giunta del censimento, il comune, che faceva parte della pieve di Appiano, era feudo del prevosto Gaspare e fratelli Reina Visconti, cui non si pagavano diritti feudali.
Il podestà Giovanni Battista Pintori risiedeva in Milano e non percepiva emolumenti.
Il comune non aveva alcun comune aggregato ma beni incorporati e non chiedeva di mutare la propria condizione amministrativa.
L’amministrazione era retta da un console, che veniva eletto nella pubblica piazza con l’approvazione di tutta la comunità. Si sceglieva tramite incanto, aggiudicando la carica a chi faceva la migliore offerta.
La comunità era assistita da un cancelliere, Luigi Ronzio, che abitava nel borgo di Saronno, il quale aveva la cura dei riparti fatti da lui stesso e percepiva un salario di 30 lire, oltre a qualche straordinario.
Il comune, che contava in tutto 329 anime, non aveva agente né procuratore in Milano (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3062, fasc. 6).

ultima modifica: 30/08/2006

[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]