comune di Gavirate sec. XIV - 1757

La località di Gavirate, citata come “Gavirà” negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano e facente parte della pieve di Brebbia, era tra le comunità che contribuivano alla manutenzione della strada di Rho (Compartizione delle fagie 1346).
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVII secolo Gavirate risultava ancora compreso nella medesima pieve (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cartt. 7-8).
Nel XVII secolo emerge che la comunità di Gavirate era nella pieve di Brebbia, dopo Besozzo e Coquo, quella che pagava la quota più consistente di sale. Con ordinazione magistrale del 23 novembre 1605 erano state tolte a Gavirate 1.2 staia di sale, che erano state attribuite a Voltorre, come tassa spettante alla Cassina della Noce (Oppizzone 1634).
Secondo le risposte ai 45 quesiti del 1751 della II giunta del censimento, il comune risultava infeudato al conte Giulio Visconti, col pagamento annuo di 128 lire e 10 soldi per censo e dazio.
Nel comune risiedeva il podestà, all’epoca Carlo Bartolomeo Porta, che percepiva 18 lire, 7 soldi e 6 denari all’anno. Il console prestava giuramento alla banca criminale del vicariato del Seprio di Gallarate. Il comune non disponeva di un consiglio generale né particolare, non essendovi altro ufficiale che tre reggenti, il console e il cancelliere. Il console convocava i capifamiglia e gli estimati nella pubblica piazza in un giorno festivo dopo la messa per le decisioni da prendere. L’incarico degli ufficiali era annuale, ma poteva essere revocato su richiesta degli estimati. Unico patrimonio comunale era una boscaglia con zerbo e pascolo di montagna, che non forniva alcuna rendita.
Il cancelliere risiedeva nel comune di Coquo (Cocquio), distante circa un miglio, e veniva pagato 48 lire all’anno. Le scritture pubbliche erano due libri catastali, oltre ai riparti annui e alle ricevute del pagamento dei tributi. Il materiale era conservato da uno dei reggenti, in un armadio utilizzato per l’archivio.
Il comune non aveva procuratori né agenti a Milano; in caso di necessità ci si rivolgeva al sindaco provinciale, senza pagamento. Le anime presenti nel paese erano circa 770, di cui 614 collettabili e 156 non collettabili (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3035, vol. D XV-XVI, Como, pieve di Brebbia, fasc. 14).
Nel Compartimento territoriale specificante le cassine del 1751, al comune di Gavirate con Pozzolo ed Armino risultava aggregata la località di Fignano (Compartimento Ducato di Milano, 1751).

ultima modifica: 13/10/2003

[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]