comune di Villa Dosia sec. XVII - 1757

Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti Villa Dosia risultava tra le comunità censite nella pieve di Somma (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cartt. 45-46, parte I).
Villadosia prima del XVIII secolo era chiamata semplicemente Villa (Casanova 1930, pp. 77,109). Così appare nella relazione Oppizzone del 1633, che afferma che uno staro di sale fu tolto al “Commune di Villa… et applicato al Commune di Castano pieue di Dairago” (Oppizzone 1634). Il territorio fu infeudato in parte, nel 1648, assieme a Quinzano, Montonate, San Pancrazio, Vizzola, Cimbro e Cuvirone, a Cesare Visconti, marchese di Cislago. Il feudo non comportava dazi né entrate feudali, ma solo una ricognizione feudale annua di 15 galline e mezzo per l’intero feudo (Casanova 1930, pp. 77, 109).
Il comune censuario di Villa Dosia fu misurato nel 1722 dal geometra Francesco Pietra Santa in occasione del censimento dello stato di Milano. Tra gli assistenti alla misurazione figurava come console Francesco Macco. La mappa, in sette fogli, fu poi copiata dai disegnatori Sebastiano Soldati e Pietro Paolo Alba (Area virtuale, MUT 111).
Secondo le risposte ai 45 quesiti del 1751 della II giunta del censimento, il comune di Villa Dosia, appartenente alla pieve di Somma, risultava infeudato al conte di Castelbarco, senza corresponsione di diritti feudali. Le funzioni giurisdizionali erano esercitate a quella data dal luogotenente del podestà feudale in Somma, senza retribuzione.
La comunità, che contava 155 anime collettabili, non aveva sindaci né reggenti, “ma solo il suo console e cancelliere”. Il console veniva sostituito ogni mese. Le assemblee degli abitanti si tenevano nella publica piazza ed erano preannunciate dal suono della campana. Le scritture del comune si trovavano presso un privato, mentre i riparti dei carichi erano conservati dal cancelliere.
Il comune aveva una rendita di 70 lire derivanti da una brughiera concessa a vari livellari (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3074, vol. D XVI, Milano, fasc. 22).

ultima modifica: 13/10/2003

[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]