comune di Sant'Antonino sec. XIV - 1757

Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano, del 1346, appare, tra le località della pieve di Dairago che contribuivano alla manutenzione della strada di San Pietro all’Olmo, un luogo chiamato “Sancto Antoniolo sì per li nobili como vicini”, che può essere identificato con Sant’Antonino Ticino (Compartizione delle fagie 1346, p. 33). Dalla documentazione presente nel fondo “Località foresi” dell’Archivio storico del comune di Milano, Sant’Antonino appare, sin dal 1573, tra le comunità della pieve di Dairago censite nei registri d’estimo del XVI secolo (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano). Il comune venne successivamente descritto nelle mappe del Catasto teresiano con una mappa distinta. Alla misurazione della mappa, avvenuta nel 1722, assistette il console Bernardo Bozzolino (Area virtuale, MUT 104).
Secondo le risposte ai 45 quesiti del 1751 della II giunta del censimento, il comune, che contava 302 anime collettabili e non collettabili, era sottoposto al regio demanio e pagava la mezz’annata ogni quindici anni, essendo redento dal feudo.
Il giudice più vicino al quale era sottoposta la comunità era il vicario del Seprio di Gallarate, alla cui banca criminale i due consoli del comune prestavano giuramento.
Le strutture amministrative consistevano in un consiglio particolare, formato da due consoli, due sindaci e due reggenti, rappresentanti della comunità. Il primo giorno dell’anno il consiglio uscente eleggeva i due consoli, che a loro volta eleggevano gli altri membri dell’organo rappresentativo.
La comunità disponeva di un cancelliere residente in sede, al quale erano affidate le scritture comunali, le quali venivano riposte nell’archivio, in una stanza destinata al consiglio. Per la riscossione delle imposte si sceglieva all’asta un esattore, che durava in carica per un triennio (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3072, fasc. 18).

ultima modifica: 13/10/2003

[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]