monastero di San Felice sec. VIII - 1785

Monastero benedettino femminile.
La prima attestazione documentaria dell'abbazia di San Felice di Pavia, denominata anche monastero dei Santi Maria, Pietro e Paolo nell'VIII secolo, monastero di Santa Maria Regina nel IX secolo, monastero della Regina nel secolo X, monastero dei Santi Salvatore e Felice all'inizio dell'XI secolo, assumendo infine la denominazione di monastero di San Felice solo nel corso del secolo XI, risale al 760, quando in un diploma regio il re Desiderio e la regina Ansa confermano al monastero di Santa Giulia di Brescia possessi e diritti giurisidizionali tra cui quello sul monastero pavese (CDL 1929-1973, III, 33; Hudson 1987, p. 295). Nei secoli centrali del medioevo (IX-XII) il monastero riceve numerose donazioni imperiali e diplomi di immunità e conferma dei propri beni da parte degli imperatori Ottone III, Enrico II, Corrado II, Enrico IV (Majocchi 2003, pp. 25, 36). Nel diploma imperiale di Enrico II del 7 maggio 1014 il monastero risulta possedere beni sul lago maggiore, a Coronate, Voghera, Travacò Siccomario, Pieve Porto Morone e Tromello (MGH, Heinrici II et Arduini diplomata, 1900-1903, 299). Nei secoli XII-XIII le proprietà terriere del monastero risultano concentrate nei dintorni di Pavia, nel Siccomario e presso la località di Pieve Porto Morone (Forzatti Golia 2004, pp. 221-222). Nel 1399 il monastero conta sette monache, nel 1460 venti; nel 1460 il reddito annuo complessivo del monastero ammonta a 400 fiorini d'oro (Decretum Centueri 1399; Toscani 1969, pp. 124-125). Nel secolo XVIII il monastero risulta possedere terreni nelle località di Vaccarizza, Pieve Porto Morone, Pavia, Soncino, Casarile e Binasco (Catasti ecclesiastici, provincia pavese). Nel 1778 la rendita liquida del monastero ammonta a 34.000 lire; il monastero conta sessanta monache (Taccolini 2000, p. 78). Il monastero delle benedettine di San Felice in Pavia viene soppresso il giorno 1 settembre 1785 (Taccolini 2000, p. 90; Elenco monasteri soppressi, 1781-1788, Lombardia Austriaca).

ultima modifica: 12/06/2006

[ Piero Majocchi ]