monastero di San Benedetto 1420 - 1797

Monastero benedettino cassinese maschile.
Il monastero di San Benedetto Polirone era sorto nel 1007 dalla volontà di Tedaldo marchese di Canossa; nel 1077 circa era stato donato dalla nipote Matilde a Gregorio VII e da questi aggregato all'ordine cluniacense. Il monastero conservò però, all'interno dell'organizzazione politica cluniacense lo "status" di abbazia e una sostanziale autonomia, pressoché totalmente raggiunta all'inizio del XIII secolo. Dopo una situazione di grave crisi e degrado, verificatasi nel XIV secolo, nel 1419 Martino V decise di affidare San Benedetto in commenda al protonotaro apostolico Guido Gonzaga (Piva 1981, p. 84). Il passaggio del monastero di Polirone ai benedettini padovani della congregazione cassinese, con a capo Teofilo Michiel, fu ratificato da Eugenio IV nel 1434; i monaci polironiani avevano intanto avuto da Guido Gonzaga la possibilità di accettare la riforma o di lasciare il cenobio (Piva 1981, p. 84).
Nel 1441 a Polirone venne istituita la prepositura, affidata ancora a Guido Gonzaga: "un enorme patrimonio terriero che il Gonzaga poteva far lavorare e bonificare e del quale percepiva le rendite", ma che dopo di lui fu alienato in mille rivoli (Piva 1981, p. 84). Nonostante la perdita economica derivata da questo provvedimento la rinascita polironiana all'ombra della congregazione veneta fu inarrestabile: si eseguirono opere di miglioria e bonifica dei possessi terrieri, si incrementò la produzione libraria e furono eseguiti lavori alle strutture monastiche (Piva 1981, p. 84). Per quanto concerne il patrimonio monastico, come si è detto l'istituzione della prepositura comportò un depauperamento notevole dei possessi polironiani, accumulatisi dall'XI secolo in poi in Lombardia, Veneto, Emilia e Toscana.
Ad accrescere invece il patrimonio contribuirono nel 1490 il passaggio a San Benedetto del monastero di Santa Maria di Maguzzano, già assegnato al monastero di Sant'Eufemia di Brescia per conto della congregazione cassinese (Salvarani 2002, p. 177; Piovanelli, Morandi 1985, p. 41), nel 1500 il lascito testamentario di Lucrezia Pico che donò al monastero la corte della Segnata e altri beni, nel 1509 la donazione della corte Colombina e altri beni da parte di Cesare Arsago. Nel XVI secolo il monastero visse più volte situazioni critiche: con i marchesi Gonzaga per l'elezione abbaziale all'inizio del secolo e per le rivolte dei coloni represse duramente nel 1519 e nel 1579.
Al passaggio al XVII secolo il monastero risentì di una grave inondazione del Po; a questa disgrazia si aggiunsero la guerra e la peste, tanto che nel 1633 l'abate si vide costretto a vendere a papa Urbano VIII i resti di Matilde di Canossa (Cronologia Polirone 1981, p. 21). Per il resto del secolo il monastero continuò a offrire alloggio agli eserciti che combattevano nel mantovano (Vismara 2001, p. 17). Negli anni '80 del XVIII secolo il monastero entrò a far parte della "Congregatio casinensis per Insubriam austriacam" (Cronologia Polirone 1981, p. 21). Un ultimo periodo di vigore fu vissuto al Polirone nella seconda metà del XVIII secolo durante l'abbaziato di Mauro Mauri (Vismara 2001, p. 11; Spinelli 2001 b, pp. 27-33), che "conscio delle istanze di ridimensionamento degli enti religiosi definiti inutili cercava di mostrare la vivacità dell'abbazia in campo culturale, al fine di garantirne la sopravvivenza" (Spinelli 2001 b, p. 27). Nel 1772 il monastero contava ancora la presenza di cinquantaquattro monaci (Spinelli 2001 b, p. 27). L'11 febbraio 1797 venne decretata la soppressione del monastero (Ferrari 2001, p. 72).

ultima modifica: 12/06/2006

[ Diana Vecchio ]