monastero dei Santi Pietro e Paolo 1496 - 1798

Monastero benedettino cassinese maschile.
I monaci della congregazione di Santa Giustina di Padova guidati da Benedetto Marin si installarono nel monastero dei Santi Pietro e Paolo il 27 luglio 1496, a seguito della bolla "Cathedram praeminentiae pastoralis" emanata il 14 maggio 1496 da Alessandro VI con cui il pontefice univa l'ex-priorato cluniacense bergamasco alla congregazione padovana. Il priorato era stato fondato nel 1079 da Giselberto di Bergamo, era rimasto praticamente deserto alla fine del XIV secolo ed era passato in commenda nel 1466; in seguito alla cativa gestione spirituale del cenobio da parte del commendatario Colleoni, i monaci avevano ottenuto nel 1477 da Sisto IV la separazione dei beni dell'ente e la possibilità di essere guidati da un priore. Proprio Giovanni Zilioli da Nembro, eletto priore, aveva favorito nel 1487 l'avvicinamento dei monaci padovani all'ente (Sigismondi 1979-1981, p. 194; Locatelli, Da Re 1986, p. 117), passati alla direzione del cenobio in seguito alla rinuncia alla commenda da parte del Colleoni.
Stabilitasi ad Argon, la comunità padovana attese a importanti lavori di restauro e ampliamento della chiesa e del monastero, iniziati solo nel 1512 e conclusi dopo più di un secolo (Locatelli, Da Re 1986, pp. 117-118). Poche sono le ulteriori notizie sulla vita della comunità cassinese a San Paolo: è noto che, in seguito alla carestia del 1629 e alla successiva epidemia di peste, i monaci si ridussero in povertà per potersi garantire un minimo sostentamento; solo in seguito una relativa prosperità economica permise il ritorno a una vita dignitosa (Locatelli, Da Re 1986, p 118). Non si sa molto sul patrimonio del monastero: sembra corretto ipotizzare che la comunità avesse mantenuto parte dei beni già posseduti dal priorato cluniacense, nel bergamasco a Sarnico, Gorlago, Trescore e Cenate, che nel 1477 i monaci avevano ottenuto da Sisto IV (Sigismondi 1979-1981, p. 194; Locatelli, Da Re 1986, p. 117). Si trattava in ogni caso di un patrimonio sufficiente a garantire, nella seconda metà del XVII secolo la costruzione di una nuova chiesa, che iniziò nel 1684 e si concluse definitivamente solo nel 1739 (Locatelli, Da Re 1986, p. 119). Nel XVIII secolo ebbe sede ad Argon "un importante centro del giansenismo lombardo, articolato attorno alla figura di spicco dell'abate Costantino Rotigni (1762-1768)" (Locatelli, Da Re 1986, p. 120). Si avviava anche la fine della storia del cenobio: il 6 giugno 1797 la Repubblica Cisalpina decretò la soppressione del monastero e la devoluzione dei suoi beni all'Ospedale Maggiore di Bergamo (Locatelli, Da Re 1986, p. 120); i monaci avrebbero dovuto lasciare entro 24 ore il monastero, per aggregarsi a quello di San Giacomo di Pontida, che sarebbe stato soppresso l'anno successivo (Spinelli 1996 c, p. 141): parte dei monaci preferì secolarizzarsi, come nel caso dell'ultimo abate, Placido Soldati (Locatelli da Re 1986, p. 120).

ultima modifica: 12/06/2006

[ Diana Vecchio ]