monastero di San Vigilio di Masserata sec. XII - 1270

Monastero benedettino femminile.
L'origine di una piccola comunità benedettina femminile a Padernello risalirebbe all'inizio del XII secolo (Fappani 1973, p. 29). Il 12 maggio 1127 Goizo Martinengo donò "pro anima" alla chiesa di San Vigilio "in loco Caruca" una terra boschiva sita "in loco et fundo Maxerata" (Fappani 1973, p. 29), quindi vendette all'ente un altro terreno nella medesima località. Lo stesso faceva un altro membro della famiglia Martinengo, Graziano. In quest'ultimo documento "compare il monastero femminile annesso alla chiesa. In un codicillo ... si legge: 'Hanc cartulam ipse Gratianus in eo tinore ut si episcopus vel prepoxitus aut archipresbiter voluerit eicere hanc congregationem mulierum que nunc sunt vel que post eorum dissensum et eiecte fuerit' ... Dunque il monastero esisteva ma, probabilmente, non da molto tempo" (Fappani 1973, p. 30). L'ente ricevette nel corso del XII secolo la protezione vescovile, dietro compenso di una libbra di cera da corrispondersi il giorno dell'Assunta; privilegio confermato nel giugno 1174 dal vescovo di Brescia Giovanni da Fiumicello alla badessa Lucia (Fappani 1973, p. 30). Nel 1267 il vescovo Martino affidò i beni del monastero di San Vigilio al monastero cittadino dei Santi Cosma e Damiano in previsione di una successiva aggregazione, forse a causa della decadenza del piccolo ente o a causa dei pericoli a cui poteva essere sottoposta una comunità femminile nell'isolamento della campagna, o forse ancora per fronteggiare la situazione di crisi attraversata dall'ente monastico cittadino. Nel 1250 il monastero dei Santi Cosma e Damiano aveva già assunto "una sorta di patronato nei confronti di quello di San Vigilio" (Merati 2002, p. 84 nota 23) e probabilmente i contatti tra i due enti erano iniziati ancor prima (Fappani 1973, p. 31). Il 24 agosto 1270 il vescovo Martino concesse al monastero dei Santi Cosma e Damiano il monastero di San Vigilio "di Macerata" (Merati 2002, p. 84) con tutti i possedimenti - a Pedergnaga, Padernello, Gabbiano e Quinzano (Buffoli 1981, p. 266) - e beni, con l'impegno che vi si facessero celebrare la messa e gli uffici divini nelle festività e dietro corresponsione del censo annuo di due libbre di cera da versarsi al presule nella festa di san Martino.

ultima modifica: 12/06/2006

[ Diana Vecchio ]