priorato di San Nicola sec. XI - 1452

Priorato cluniacense maschile.
L'origine di San Nicola risale al dicembre 1087, quando Oddone "de Salis", chierico della canonica bresciana di San Faustino "ad Sanguinem" e appartenente alla famiglia capitaneale originaria di Sale di Gussago, donò al priorato di Pontida, fondato nel 1076 da Alberto da Prezzate, diversi beni e possedimenti nel territorio bresciano (Baronio 1979-1981, p. 506; Menant 1996, p. 34; Spinelli 2002 b, p. 25). Nel 1095, nella bolla di Urbano II indirizzata all'abate Ugo di Cluny, "Verziliano" era attestato al sesto posto tra le dipendenze del monastero di San Giacomo (Spinelli 1979-1981, p. 510). Divenne priorato, "direttamente dipendente da Cluny" (Menant 1996, p. 35) prima del 1125, anno in cui nella bolla di conferma dei beni pontidesi da parte di Onorio II, il priorato di "Virgiliana" veniva indicato al diciottesimo posto tra le sue obbedienze (Spinelli 1979-1981, p. 510).
Nella seconda metà del XIII secolo San Nicola, al pari degli altri enti religiosi bresciani, attraversò uno stato di forte crisi. Nel 1270 la comunità di Verziano si trasferì a Brescia, presso il monastero dei Santi Faustino e Giovita, a causa delle guerre intestine tra guelfi e ghibellini che dilaniavano Brescia e il territorio bresciano (Spinelli 2001 a, p. 187 nota 37).
Nel 1293 il priorato di San Nicola era retto da Pietro de Salis, priore di Rodengo che, sempre a causa delle guerre e dei disordini e quindi per ragioni di sicurezza risiedeva a Verziano (Spinelli 2002 b, p. 33). Dal 1306 Pietro de Salis risiedette stabilmente a Verziano; nel 1310 Pietro risulta rettore dei priorati di Rodengo, Verziano e Quinzano (Spinelli 2002 b, p. 34). La situazione politica bresciana era ancora difficile nel 1316, quando le battaglie e i disordini impedirono ai visitatori dell'ordine cluniacense di raggiungere i priorati di Verziano, Rodengo e Capodiponte: per questo il priore di San Maiolo di Pavia convocò i priori di questi enti a Pavia. A causa degli impedimenti e dei pericoli, il provvedimento non venne però rispettato e la situazione di rimase molto difficile fino almeno al 1328 (Spinelli 2002 b, p. 35). Nel 1332 Mastino della Scala, a capo dell'esercito ghibellino che aveva occupato il bresciano, espulse i monaci delle obbedienze di Verziano, Quinzano, Rodengo e San Paolo dell'Isola dai loro possedimenti, che vennero affidati al controllo dei laici fedeli ai ghibellini (Spinelli 2002 b, pp. 35-36). Nel 1342, secondo quanto riferito dai visitatori dell'ordine, i priorati cluniacensi nel bresciano, compreso San Nicola di Verziano, avevano ripreso le pratiche regolari. Secondo quanto riportato da un catalogo del 1460, che faceva riferimento alle disposizioni capitolari del secolo precedente, a Verziano avrebbero dovuto risiedere compreso il priore, tre monaci (Spinelli 1979-1981, p. 50; Spinelli 2001 a, p. 175). Sempre secondo questa fonte, il monastero riusciva a ottemperare agli obblighi di assistenza e ospitalità nei confronti dei viandanti e dei bisognosi (Spinelli 2001 a, p. 175). Proprio sulla base di questa attenzione ai bisognosi e considerando la dedicazione a San Nicola di Bari Spinelli osserva che il monastero di Verziano "fa veramente pensare ad una finalità ospitaliera" (Spinelli 2001 a, p. 175). Secondo la storiografia locale (Bonaglia 1972, p. 114) negli anni precedenti il 1367, per mancanza di monaci il priorato di San Tommaso di Quinzano fu unito a quello di Verziano.
Nel secolo successivo il monastero ed il suo cospicuo patrimonio di 14000 ducati (Robecchi 2000, p. 144) furono oggetto di interesse da parte delle realtà religiose e civili. Eugenio IV decretò il passaggio dell'ente ai canonici lateranensi di San Salvatore al Rebuffone, ai quali venne in seguito donata la "domus" umiliata di Santa Maria di Gambara (Robecchi 2000, p. 146). In quel periodo il monastero era gravato da un debito di 7000 ducati nei confronti del vicario del vescovo di Brescia e del preposito della chiesa dei Santi Nazaro e Celso: questi personaggi si rivolsero all'Ospedale Grande di Brescia, di recente istituzione, chiedendo aiuti per rivolgere al papa una richiesta di sollecito per la riscossione del debito e l' annessione del monastero cluniacense all'Ospedale (Robecchi 2000, p. 146). A seguito di questa richiesta e dell' interessamento del Comune di Brescia, il 9 settembre 1452 Nicolò V decretò l'ammissibilità dell'annessione previo assenso dell'abate di Verziano, Giovanni Francescuzzi e dietro impegno dell'ospedale al mantenimento di cinque o sei monaci per la cura d'anime a Verziano. Il 13 ottobre dello stesso anno l'abate di San Nazaro, delegato papale, procedette all'annessione del monastero all'ospedale (Robecchi 2000, p. 146).

ultima modifica: 13/12/2005

[ Diana Vecchio ]