monastero di Santa Marta 1405 - 1798

Monastero femminile che seguiva la regola di sant'Agostino, situato in Porta Vercellina della città di Milano.
Le origini sono legate al nome di Simona da Casale, vedova che ritiratasi a vita devota nel 1345, vide riunirsi intorno a sè una comunità femminile intenzionata a condividere la sua scelta al di fuori delle tradizionali strutture ecclesiastiche. La comunità, in continua crescita, nel 1405 assunse la regola agostiniana e negli anni '60 del XV secolo abbracciò l'osservanza, sotto la direzione di Margherita Lambertenghi, che fece fabbricare annessa alla casa una cappella per la messa e la sepoltura (Pogliani 1985, pp. 261-262; Fiorio 1985, pp. 338-339). All'inizio del XVI secolo, specialmente grazie alla badessa Arcangela Panigarola, il monastero divenne un importante punto di riferimento della Milano francese (Pisani 1984, pp. 493-496). Sia Carlo che Federico Borromeo ne fecero il "punto focale per il rinnovamento delle comunità monastiche femminili di Milano" secondo i dettami tridentini e post-tridentini (Pisani 1984, p. 498).
Le religiose fin dal secolo XVI traevano gran parte delle loro rendite dai poderi di Zarello, Bozza, Beringhello, Villa Cortese, Sesto, San Vito in Cremona e Brusata (Ordini religiosi, Santa Marta, Milano). Nel secolo XVIII il monastero risulta possedere terreni nella comunità di Binasco e Moirago, nel vicariato di Binasco (Catasti ecclesiastici, ducato di Milano), nelle comunità di Albairate, Corbetta, nella pieve di Corbetta; Sesto San Giovanni, corte di Monza; Rhò, pieve di Nerviano; Bonirola, pieve di Rosate (Possessi dei monasteri femminili, sec. XVIII).
Il monastero fu soppresso il 6 novembre 1798 (Distinta soppressioni, 1796-1799), ovvero nel 1799 (Pogliani 1985, p. 262).

ultima modifica: 12/06/2006

[ Lavinia Parziale ]