priorato di San Giovanni Battista 1084 - sec. XIV

Priorato cluniacense maschile.
La sua fondazione risale all'aprile 1084, con l'offerta all'abbazia di Cluny da parte di settantatré persone, probabilmente un "consorzio di parenti e vicini" (Violante 1979-1981, pp. 597-599), di una fortificazione sita in luogo detto "Castrum Vetus" (Bernard, Bruel 1876-1903, IV, pp. 765-768, n. 3606; Atti privati 1075-1100, n. 654, pp. 191-194). Nell'atto di donazione è ricordato un già esistente monastero in onore della Santa Croce. Si trattava forse di un "primo insediamento" cluniacense, precedente la donazione ufficiale (Piva 1998 b, p. 68).
Una credibile ipotesi storiografica ha identificato il monaco Gerardo, ricordato come promotore della fondazione dallo storico cinquecentesco Benedetto Giovio, nell'omonimo priore del monastero di La-Charité-sur-Loire, nel Nivernese, inviato dall'abate Ugo di Cluny ad organizzare le fondazioni sorte in quegli anni tra Milano e Como (Spinelli 1998 b, pp. 529-536).
Nell'ottobre 1093 la chiesa e il monastero di Vertemate, destinatari della donazione della chiesa di San Cassiano di Olgiate Comasco, risultano essere dedicati a San Giovanni Battista (Bernard, Bruel 1876-1903, V, pp. 20-23, n. 3670; Atti privati 1075-1100, n. 792, pp. 441-444).
Nel privilegio di Urbano II del 16 marzo 1095 per l'abate Ugo di Cluny (Marrier, Du Chesne 1614, col. 517) sono indicate come dipendenze del monastero di Vertemate, oltre alla già ricordata di Olgiate, le chiese di Santa Maria a Laveno, donata a Cluny nel 1081 (Andenna 1979-1981, pp. 336-340), e quella di Sant'Elia a Viggiù, in esso per la prima volta ricordata (Lucioni 1995, p. 34).
Dalla relazione della visita compiuta nel 1277 dai delegati dell'ordine cluniacense il cenobio risultava ospitare il priore e sei monaci (Charvin 1965-1979, I, pp. 367-368).
Il monastero, che le relazioni dei visitatori nella seconda metà del XIII secolo mostrano in progressiva decadenza economica e spirituale, fu coinvolto nelle lotte tra Como e Milano, venendo per questo distrutto dai comaschi, ad eccezione della chiesa, nel 1287, come riferito dalla tradizione storiografica cittadina (Marcora 1979, pp. 233-236).
Da una copia cinquecentesca non più reperibile si ha notizia di un patto tra il vicario generale dell'abate di Cluny e il consiglio generale del comune di Como, datato al 23 agosto del 1289, che avrebbe statuito il divieto di ricostruzione del monastero (Forte 1931, pp. 16-20).
Non sono facilmente ricostruibili le vicende seguite tra la devastazione del priorato e la sua istituzione in commenda. Dopo la distruzione, il priorato di Vertemate fu unito insieme con quello di Olgiate al priorato di Santa Maria di Cernobbio, come testimoniano le "Rationes decimarum" del triennio 1295-1298, nelle quali le tre fondazioni cluniacensi sono ricordate come "unum corpus" (Perelli Cippo 1976, p. 196).
Nel 1306 la relazione di una visita parla di una riedificazione del priorato di Vertemate da parte di quello di Cernobbio (Charvin 1965-1979, II, p. 243).
La relazione della visita del 1310 sembrerebbe testimoniare la cessazione dell'unione tra Vertemate e Cernobbio (Charvin 1965-1979, II, p. 289). Nel 1331 i visitatori dell'ordine trovarono in Vertemate, oltre al priore, due monaci e due conversi. Vertemate e Cernobbio erano ancora uniti (Charvin 1965-1979, III, p. 113). Nelle definizioni del capitolo generale del 1335 il priorato risulta essere unito a quello di Cernobbio (Charvin 1965-1979, vol. III, p. 187), come anche nel 1339 (Charvin 1965-1979, III, p. 277) e nella visita del 1342 (Charvin 1965-1979, III, p. 320). Le definizioni del capitolo del 1352 ricordano per Vertemate il priore e quattro monaci. I priorati di Cernobbio e Vertemate sembrerebbero a questa data essere distinti (Charvin 1965-1979, III, p. 454). Simile situazione si riscontra per il 1366 (Charvin 1965-1979, IV, p. 20). Nelle definizioni del capitolo cluniacense del 1367 sono ricordati per Vertemate sei monaci, di cui due sacerdoti (Charvin 1965-1979, IV, p. 38), e nel 1369 il priore e sette monaci non sacerdoti (Charvin 1965-1979, IV, p. 57).
Fu dipendenza del priorato di Vertemate la chiesa di San Bartolomeo a Castionetto di Chiuro, come testimonia già un documento del 1377. Non è noto quando si fosse creato tale legame, attestato almeno fino alla seconda metà del XVI secolo (Carugo 1985, pp. 11-21).
Dalle definizioni del capitolo generale del 1378 il monastero, che ospitava quattro monaci, risultava conferito in commenda al cardinale Jean de la Grange, già vescovo di Amiens (Charvin 1965-1979, IV, p. 129), morto nel 1402 (Marcora 1979, p. 248).
Altri commendatari ricordati sono il cardinale Angelo Sommariva ("de Anna de Summaripa": Rovelli 1798-1808, III/1, p. 289) morto nel 1428 (Marcora 1979, p. 249), e Tommaso Corio ("de Coyris"), monaco professo di Vertemate, attestato tra 1439 e 1441, ma con una provvisione pontificia sul priorato risalente al 1433. Sembrerebbe invece essere stato solo di carattere temporaneo il possesso del priorato da parte di Giovanni Corio, sacerdote, forse parente di Tommaso (Ostinelli 2003, p. 173).
In seguito alla morte del priore e monaco Giorgio d'Alzate divenne commendatario di Vertemate Leonardo Sforza Visconti con "mandatum commendationis" di Sisto IV del 20 giugno 1475. Il reddito del priorato era allora stimato dalla curia romana quattrocento fiorini d'oro "de camera" (Battioni 1997, pp. 131-132, n. 129 e n.). Nel 1484, morto Leonardo Sforza Visconti, era nominato suo successore Giovanni Maria Sforza (Merati 2000, p. 51, n. 9n).

ultima modifica: 13/12/2005

[ Francesco Bustaffa ]