parrocchia di San Giovanni Battista sec. XIV - [1989]

Parrocchia della diocesi di Bergamo. In una vendita del 1012 si attesta l’esistenza di una basilica intitolata a San Pietro, sita in "vico Stagiano" (Pergamene archivi Bergamo 1995). Per basilica, così come per cappella, si intendeva una chiesa non battesimale, come compare in una vendita del 1084, in cui San Pietro è chiamata "capela que est consacrata" (Pergamene archivi Bergamo 2000).
Nel XIII secolo la chiesa era intitolata ai Santi Pietro e Giovanni Battista, denominazione che nella serie delle Visite Pastorali continua ad esistere fino al 1740, quando è sostituita dall’intitolazione al solo Santo Giovanni Battista (Visita Redetti 1736-1740).
Nel 1260, la chiesa dei Santi Pietro e Giovanni Battista compare appartenente nel primiceriato di Lallio (Chiese di Bergamo sottoposte a censo). Dal XIV secolo, questa comunità risultava già inserita nella pieve di Lallio (Nota ecclesiarum 1360), dove vi restò, fino alla risoluzione del II Sinodo del vescovo Cornaro (Acta synodalia bergomensis ecclesiae), con cui si decretò l’appartenenza di Stezzano al vicariato foraneo di Lallio. Nella serie degli Stati del clero della diocesi, a partire dal 1734, la parrocchia di Stezzano afferiva alla vicaria di Lallio (Stati del clero 1734-1822).
Nel 1740, all’epoca della visita pastorale del vescovo Redetti, erano presenti le scuole del: Santissimo Sacramento, Santissimo Rosario, Santissimo Nome di Gesù. Il reddito netto del beneficio parrocchiale assommava a lire 1000. Il clero era costituito dal parroco e da altri sei ecclesiastici con la funzione di cappellani e confessori. Entro i confini della parrocchia di Stezzano esistevano gli oratori della Madonna dei Campi, Santa Maria Elisabetta, San Francesco Saverio, l’oratorio nella Cascina della Tezza, l’oratorio di San Defendente, governato dalla scuola dei disciplini bianchi di Santa Maria Maddalena. Il numero delle anime era di 1138 di cui comunicati 869 (Visita Redetti 1736-1740).
Nel 1858, all’epoca della visita pastorale del vescovo Speranza, esistevano, oltre alla chiesa parrocchiale, la chiesa dei Morti, il santuario della Madonna e gli oratori pubblici di Santa Elisabetta e San Bernardo. Il clero era costituito dal parroco, dal viceparroco, da quattro cappellani e da un chierico tonsurato. Al parroco era affidata la cura di 2250 anime, di cui 1560 comunicate. Il reddito netto del beneficio parrocchiale assommava a lire 1071 (Fascicoli parrocchiali, Stezzano). In quel periodo era presente la sola scuola, ora detta confraternita, del Santissimo Sacramento, sia per gli uomini che per le donne (Visita Speranza 1857-1865). Mentre si faceva memoria che la scuola della dottrina cristiana, in ottemperanza alle direttive di San Carlo Borromeo, era già attestata dal XVII (Visita Barbarigo 1658-1659).
La parrocchia di Stezzano afferì alla vicaria di Lallio fino a che, con decreto 24 giugno 1935 (decreto 24 giugno 1935), divenne sede della vicaria XXXV. Nel 1939, a seguito del decreto vescovile 27 maggio 1939, Stezzano passava dapprima alla vicaria XXXVIII e poi alla XXXIX, con decreto vescovile 13 maggio 1957. Dal 1971, in seguito alla riorganizzazione territoriale diocesana in zone pastorali (decreto 28 giugno 1971), questa parrocchia divenne sede di vicaria della zona X. Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi è entrata a far parte del vicariato di Dalmine-Stezzano (decreto 27 maggio 1979).

ultima modifica: 05/09/2005

[ Veronica Vitali ]