parrocchia di San Bernardino sec. XV - [1989]

Parrocchia della diocesi di Bergamo. La chiesa di Cepino è attestata con il titolo di parrocchiale nel Libro censuale redatto nel 1464 sotto l’episcopato di Giovanni Barozzi, in cui figura come di recente smembramento dalla parrocchia di Sant’Omobono insieme alla parrocchia di Valsecca (Censuale Barozzi 1464). Ulteriore attestazione della parrocchia di Cepino risalgono al secolo successivo. Risulta infatti nel registro delle commende episcopali recante le nomine di quei parroci, né mercenari né titolari di benefici, ma confermati dal vescovo ogni sei mesi e stipendiati dalla comunità presso la quale si trovavano ad officiare a causa dell’esiguità del beneficio parrocchiale, insufficiente a mantenere il curato (Commende 1550-1597). La parrocchia di Cepino restò compresa entro la pieve di Almenno anche in seguito all’istituzione dei vicariati foranei nella diocesi, decretata del vescovo Cornaro in occasione del II sinodo diocesano di Bergamo del 1568, in ottemperanza alle risoluzioni del primo concilio provinciale del 1565. Tali disposizioni vennero ridefinite nel III sinodo del 1574, negli atti del quale i confini pievani di Almenno risultavano ricalcati dalla nuova circoscrizione ecclesiastica (Acta synodalia bergomensis ecclesiae). Il 15 ottobre 1575 l’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, visitando la chiesa parrocchiale di San Bernardino, vi annotava la presenza di cinque altari. All’altare della Concezione della Beata Vergine Maria era eretta la scuola con lo stesso titolo. La parrocchia non aveva reddito. Era registrata la presenza di un curato titolato che era preposto a circa 110 anime, di cui 60 comunicati. Si teneva la scuola della dottrina cristiana ed era presente la scuola del Santissimo Sacramento (Visita Borromeo 1575). Verso la metà del XVII secolo, già durante la visita pastorale del vescovo Dolfin, la parrocchia di Cepino risultava essere compresa nella vicaria di Almenno San Salvatore. Il clero era composto da due sacerdoti e le confraternite presenti erano quelle del Santissimo Sacramento e del Rosario; vi era inoltre scuola della dottrina cristiana (Montanari 1997). Secondo quanto si desume dal sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, la chiesa di Cepino, sotto l’invocazione di San Bernardino, figurava sottoposta alla giurisdizione di Almenno. Aveva cinque altari e vi erano erette le scuole del Santissimo Sacramento e del Rosario. Il clero era costituito dal curato titolato che era preposto alla cura di 120 parrocchiani, di cui comunicati 95 (Marenzi 1666-1667). Nella serie degli Stati del clero della diocesi, a partire dal 1734, la parrocchia di Cepino risultava inserita nel vicariato di Almenno (Stati del clero 1734-1822). Nello Stato del clero della diocesi di Bergamo del 1861, la parrocchia di Cepino aveva la cura di 436 parrocchiani. Chiesa dipendente era il santuario di Maria Santissima, chiamato comunemente "alla Corna Busa". Il clero era costituito dal parroco, da un coadiutore parrocchiale e da un altro sacerdote. La parrocchia era compresa nella vicaria di Almenno San Salvatore (GDBg).
Nel 1971, in seguito alla riorganizzazione territoriale diocesana in zone pastorali, la parrocchia di San Bernardino di Cepino fu aggregata alla zona pastorale VII composta dalle parrocchie della vicaria di Almenno San Salvatore e da quelle della vicaria di Rota Fuori con l’aggiunta delle parrocchie di Palazzago e Burligo (decreto 28 giugno 1971). Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi la parrocchia è entrata a far parte del vicariato locale di Rota Imagna (decreto 27 maggio 1979).

ultima modifica: 31/08/2005

[ Veronica Vitali ]