pieve di San Martino sec. IX - 1568

La chiesa arcipresbiterale di Nembro è tra le più antiche della diocesi. Secondo quanto riportato dal Mazzi, Nembro rientra tra le chiese plebane della diocesi di Bergamo di cui si ha notizia in documenti antecedenti all'anno 1000 (Corografia). Nelle relazioni delle visite pastorali più antiche (secolo XVI) si riporta una tradizione secondo la quale la chiesetta di San Donato martire, un tempo esistente nelle vicinanze della chiesa conventuale di San Nicola, in epoche anteriori era stata non solo l'antica chiesa parrocchiale, ma addirittura il centro ecclesiastico della pieve di Nembro (Fornoni 1897). Tuttavia, a partire dal IX secolo, secolo al quale risalgono le prime testimonianze scritte relative a Nembro, non si fa cenno alla presunta chiesa plebana di San Donato, ma solo alla chiesa battesimale, "ecclesia", di San Martino vescovo. La chiesa di Nembro compariva in qualità di sede pievana fin dal IX secolo, come attesta un documento risalente all'1 agosto 830, in cui è citata l'"ecclesia Sancti Martini sita Nembro" (Pergamene archivi Bergamo 1988). A quest'epoca, il termine "ecclesia", come mostrano gli studi condotti dal Lupi e dal Mazzi, equivale a chiesa battesimale, parrocchia. Essa è stata a lungo il centro della vasta plebania che abbracciava la valle Seriana Inferiore (Corografia). Il ruolo di capo-pieve della parrocchia di San Martino ottiene ulteriore attestazione in un documento di permuta dell'inizio dell'anno 909, in cui compariva tra gli attori un Gramoaldo arcidiacono, messo del vescovo Adalberto, qualificato come "de plebe Sancti Martini scita Nembro" (Pergamene archivi Bergamo 1988). Nembro aveva - come era consueto nella strutturazione plebana della diocesi in cui il clero si concentrava nella pieve - un capitolodi canonici, con a capo un arciprete.
Notizie più dettagliate circa i confini della circoscrizione pievana di Nembro si possono dedurre dal primo censimento del clero bergamasco, risalente al XIII secolo. In una lista delle chiese di Bergamo sottoposte a un censo imposto dalla Santa Sede circa il 1260, Nembro risultava insignita del titolo di "caput plebis", e ad essa erano sottoposte le chiese di Santa Maria di Rosciate, di San Giorgio di Fiorano, dei Santi Giorgio e Giovanni "de Cazanico", e di Santa Maria di Gandino (Chiese di Bergamo sottoposte a censo).
Successiva attestazione della pieve di Nembro risale al XIV secolo: in una serie di fascicoli che registrano le taglie e le decime imposte al clero dai Visconti di Milano e dai papi, un'ordinanza del 1360 di Bernabò Visconti riportava una "nota ecclesiarum", delle chiese e monasteri della diocesi di Bergamo, suddivise per appartenenza pievana. In questa fonte troviamo attestazione delle chiese sottoposte a Nembro, ossia: Santo Stefano di Villa di Serio, San Pietro di Scanzo, Santa Maria di Rosciate, San Giuliano di Albino, San Pietro di Desenzano e Sant'Alessandro di Comenduno, Santa Maria di Vall'Alta e San Zenone di Cene, San Giorgio di Fiorano, Santa Maria di Vertova, San Martino di Leffe, San Giovanni di Casnigo, Santa Maria di Gandino, e il monastero di Vall'Alta (Nota ecclesiarum 1360).
Come riportato dal Ronchetti, la chiesa di Nembro, nel 1424, estendeva la sua giurisdizione come capoluogo pievano alle parrocchie di San Giuliano di Albino, San Pietro di Desenzano, Sant'Alessandro di Comenduno, San Giorgio di Fiorano, Santa Maria di Vertova, Santa Maria di Rigosa, tutte di qua dal Serio e, sulla sponda sinistra, sulle chiese di Santo Stefano di Villa di Serio, San Pietro di Scanzo, Santa Maria di Rosciate, San Martino di Leffe, Santa Maria di Gandino, San Lorenzo di Barzizza, San Giovanni di Casnigo, Santa Maria e San Zenone di Cene e di Vall'Alta, San Giacomo di Cene posta in Vall'Alta, il "monastero ossia la chiesa" di San Benedetto di Vall'Alta, il "monastero" di Casale, Sant'Andrea di Cassano (Ronchetti 1818).
Nel XV secolo, in particolare sotto gli episcopati di Ludovico Donato e di Giovanni Barozzi, si costituirono nuove comunità parrocchiali, alcune delle quali arricchirono la compagine delle sottoposte alla pieve di Nembro, come Lonno e Pradalunga, erette in parrocchie autonome nel 1468 (Pagnoni 1992), e Cene, resasi autonoma dalla parrocchia di Vall'Alta nel 1463 (Censuale Barozzi 1464). Inoltre nel 1459 la chiesa di Gandino, con privilegio di Pio II in data 8 agosto, costituendosi in plebania autonoma, aggregò a sè le parrocchie di Barzizza, Cazzano e Leffe (Fornoni 1914) e le sottrasse alla circoscrizione pievana di Nembro.
La circoscrizione plebana terminò sostanzialmente di esistere nel 1568 con la risoluzione del II sinodo del vescovo Cornaro, mediante la quale furono istituiti nella diocesi i vicariati foranei, in ottemperanza dei dettami del concilio provinciale del 1565. Il nucleo territoriale fondamentale della pieve confluì in quello della vicaria foranea, i cui confini furono perfezionati nel 1574 nel corso del III sinodo diocesano. La chiesa di Nembro continuò a mantenere la dignità di "caput plebis" (Acta synodalia bergomensis ecclesiae).

ultima modifica: 03/01/2006

[ Veronica Vitali ]