parrocchia di Sant'Antonio abate sec. XV - 1986

Parrocchia della diocesi di Bergamo. La chiesa di Rigosa è attestata, con il titolo di parrocchiale, nel Libro censuale redatto nel 1464, sotto l’episcopato di Giovanni Barozzi, in cui figura, insieme alla parrocchia di Sambusita, di recente smembramento dalla parrocchia di Costa Serina (Censuale Barozzi 1464). L’autonomia delle due chiese di Rigosa e Sambusita dalla matrice avvenne probabilmente, secondo quanto riportato da Forno, con atto del 19 ottobre 1456, ad opera del notaio Giovanni Francesco Salvetti (Visita San Carlo 1575). Questa chiesa parrocchiale di Rigosa, rimase inserita nella pieve di Dossena, anche in seguito all’istituzione dei vicariati foranei nella diocesi, decretata dal vescovo Cornaro, in occasione del II sinodo diocesano di Bergamo del 1568, in ottemperanza alle risoluzioni del primo concilio provinciale del 1565. Tali disposizioni vennero ridefinite nel III sinodo del 1574, negli atti del quale i confini pievani di Dossena risultavano ricalcati dalla nuova circoscrizione ecclesiastica (Acta synodalia bergomensis ecclesiae). Il 27 settembre 1575, Carlo Borromeo, visitando la chiesa parrocchiale di Sant’Antonio di Rigosa, nella pieve di Dossena, vi annotava la presenza di quattro altari. Il reddito annuo del beneficio parrocchiale era di circa 60 lire, ma la parrocchia, composta da 140 parrocchiani, di cui comunicati 80 da comunione, risultava sprovvista di un parroco titolato. Non si teneva la scuola della dottrina cristiana, ma era presente la il consorzio della Misericordia e, all’altare maggiore della chiesa parrocchiale, era eretta la scuola del Corpo di Cristo (Visita Borromeo 1575). Verso la metà del XVII secolo, già durante la visita pastorale del vescovo Barbarigo, la parrocchia di Rigosa risultava essere inserita nella vicaria di Dossena. Era attestata come iuspatronato della vicinia, con una rendita pari a lire 550. Il clero era composto da un sacerdote e le confraternite e i luoghi pii presenti nella parrocchia erano quelle del Santissimo Sacramento, del Rosario, la scuola della dottrina cristiana e il consorzio della Misericordia (Montanari 1997). Secondo quanto si desume dal sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, la chiesa di Rigosa sotto l’invocazione di Sant’Antonio abate, figurava come mercenaria del comune e inserita nella pieve di Dossena. Aveva quattro altari e vi erano erette le scuole del Santissimo Sacramento e del Rosario. Entro i confini della parrocchia era eretto un luogo pio della Misericordia e un oratorio nella contrada di Perello. Il clero era costituito dal un curato mercenario e da un cappellano. Costoro erano preposti alla cura di 163 parrocchiani, di cui comunicati 98 (Marenzi 1666-1667). Nella serie degli Stati del clero della diocesi, a partire dal 1734, la parrocchia di Rigosa risultava inserita nella vicaria di Selvino; tranne nell’anno1734, quando risultava sottoposta al parroco di Costa Serina, e nel 1784 al parroco di Almenno San Bartolomeo, in quegli anni aventi entrambi il titolo di vicario foraneo (Stati del clero 1734-1822).
Nella relazione fatta dal parroco di Rigosa, in occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin, si annotava che la chiesa parrocchiale era eretta sotto il titolo di Sant’Antonio abate. La chiesa aveva 5 altari. Al maggiore, era eretta la scuola del Santissimo Sacramento; al secondo intitolato alla Beata Vergine Maria del Rosario, era istituita l’omonima confraternita; al terzo sotto il titolo di Sant’Antonio Abate era presente la confraternita del Carmine. Entro i confini della parrocchia si trovava l’oratorio della Beata Vergine Maria di Perello. Il clero era costituito da un parroco beneficiato e da un cappellano. I parrocchiani in cura d’anime erano in tutto 200, di cui 150 comunicati. Qui veniva inoltre esercitata, la dottrina cristiana (Visita Dolfin 1778-1781). Nello Stato del clero della diocesi di Bergamo del 1861, la parrocchia di Rigosa intitolata a Sant’Antonio abate, compariva come di nomina popolare. Il clero era costituito dal parroco e da un cappellano, che aveva la cura di 269 parrocchiani. La parrocchia, insieme alla parrocchia di Sambusita, deteneva la giurisdizione sul santuario di Maria Santissima dell’Olivo in Perello ed era aggregata al vicariato di Selvino (GDBg).
Nel 1971, in seguito alla riorganizzazione territoriale diocesana in zone pastorali, la parrocchia dei Sant’ Antonio abate di Rigosa fu aggregata alla zona pastorale V, composta dalle parrocchie della vicaria di Selvino, quelle del vicariato di Serina, Brembilla, San Giovanni Bianco, Zogno e Sottochiesa (decreto 28 giugno 1971). Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi, la parrocchia è entrata a far parte del vicariato locale di Selvino-Serina (decreto 27 maggio 1979). Nel 1986, in seguito al decreto ministeriale che risolveva di conferire la qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto alle parrocchie della diocesi di Bergamo, alla parrocchia di Sant’Antonio abate di Rigosa, succede la nuova parrocchia dei Santi Antonio abate e Pietro apostolo e martire con sede sempre ad Rigosa (decreto 20 novembre 1986).

ultima modifica: 05/09/2005

[ Veronica Vitali ]