comune di Maderno sec. XIV - 1797

La “schola de Materno” citata in un atto del 1041 sembra costituire un embrione del futuro comune di Maderno (Lonati 1933, p. 69), mentre Federico II nel 1232 concesse al “comune et universitas Materni” la conferma di precedenti privilegi imperiali (Lonati 1933, p. 72).
Fu uno dei comuni più importanti della riviera di Salò fin dal suo inizio e già nel 1381 il comune risultava costituito dalle ville di Buzeglio, Stine, Marclini, Vigle e Senici (Bettoni 1880, III, doc. LXXXXIX); nel 1493 contava 1483 anime (Medin 1886); all’inizio del ’600 risultava formato invece dalle terre di Mertino, Stina, Viglie, Sonego, Buzorno (Da Lezze 1610).
L’organizzazione del comune (desunta dall’analisi dei libri delle provvisioni, il più antico risalente al 1462) vedeva a capo del comune il console, scelto tra i componenti del consiglio speciale (composto prima da 24 poi da 36 membri), un sindaco con funzioni strettamente giudiziarie, i campari, i contraddittori, i rationatores, il massaro, il commilitone, il notaio, ed i ministrali (Lonati 1933, pp. 115-124). L’importanza in epoca medievale del comune e del territorio di Maderno in rapporto alla riviera di Salò, di cui fu uno dei centri più importanti, anche politicamente, viene testimoniata in modo chiaro e preciso dalla residenza in loco del vicario.
Fino a quando anche il podestà o il capitano della riviera risiedette a Maderno “la figura del vicario rimase in ombra”, ma a partire dal 1426 col trasferimento di fatto della sede del governo della comunità a Salò la figura del vicario assunse notevole rilievo (Lonati 1933, pp. 102-103); durante la dominazione veneta il vicario aveva potere di giurisdizione su tutta la quadra di Maderno ed influenzava in maniera decisiva, almeno per i tempi più antichi, anche il funzionamento del comune, seguendo gli statuti del quale, esso veniva eletto.
Una sua progressiva perdita di peso politico è segnalata verso la fine del sec. XVI, testimoniata dal fatto che la carica cominciò ad essere appannaggio delle potenti famiglie locali (Lonati 1933, pp. 102-114).

ultima modifica: 27/10/2002

[ Giovanni Zanolini ]