ispettorato compartimentale delle imposte dirette e delle imposte indirette sugli affari 1936 - [1971]

Gli ispettorati compartimentali delle imposte dirette ed indirette sugli affari sono un'amministrazione periferica su base ultraprovinciale del Ministero delle Finanze istituita con il regio decreto legge 7 agosto 1936, n. 1639, che riordinava complessivamente gli ordinamenti tributari del paese (decreto legge 7 agosto 1936 a).

Gli ispettorati furono stabiliti in numero di 14 con sede ad Ancona, Bari, Bologna, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona.

La struttura organizzativa degli Ispettorati compartimentali delle imposte dirette ed indirette sugli affari si compone di un Ispettore compartimentale, che è a capo dell'organo e detentore di incisivi ed ampi poteri di controllo ed amministrazione attiva, di Ispettori alle sue dirette dipendenze (che si occupano prevalentemente del controllo del buon funzionamento di altri uffici finanziari periferici) e di funzionari di vari livelli appartenenti ai ruoli del Ministero delle Finanze.

Questa essenziale, per non dire scarna, struttura organizzativa - che però è dotata di prerogative rilevantissime in campo finanziario - è stata modificata ed ampliata attraverso la legge 21 aprile 1962, n. 229 (legge 21 aprile 1962). Con questo provvedimento, infatti, presso ciascun ispettorato compartimentale delle imposte dirette e delle imposte indirette sugli affari è stato istituito un Ufficio di propulsione e di coordinamento delle attività degli uffici e degli organi che operano nel settore dell'amministrazione finanziaria locale. Il moltiplicarsi degli uffici finanziari periferici, infatti, aveva prodotto nei primi decenni del periodo repubblicano una situazione di confusione con ridondanze, duplicazioni di competenze e sprechi di risorse che incideva sull'efficienza generale del servizio di riscossione dello Stato. L'ufficio creato con la riforma del 1962 aveva proprio il compito di mettere in comunicazione e disciplinare i vari uffici periferici, nell'intento di risolvere la succitata situazione di confusione fra le rispettive competenze. In realtà, l'attivazione dell'Ufficio di propulsione e coordinamento non è riuscito, se non in modo molto parziale, ad elevare il livello di efficienza complessiva dell'amministrazione finanziaria periferica italiana. Dal punto di vista delle competenze dell'ispettorato compartimentale, è utile distinguere tra i compiti spettanti all'organo nel suo complesso e quelli riservati all'Ispettore compartimentale.

In linea generale, agli ispettorati nel loro complesso è attribuito il controllo di merito sull'azione degli uffici impositori, in ciò differendo da quanto previsto per l'Intendenza di finanza (vedi voce relativa), che può svolgere un controllo pieno, tecnico, politico e gerarchico sull'attività tributaria, vigilando inoltre anche su tutte le pubbliche entrate non tributarie.

Gli ispettorati, dunque, hanno una competenza specifica sulle imposte dirette e su quelle indirette sugli affari, mentre le intendenze detengono competenza generale su tutti i servizi finanziari della provincia.

Entrando più nel dettaglio delle attribuzioni degli ispettorati compartimentali, si ricorda che ad essi spettano le seguenti prerogative:

  • Indirizzare e vigilare l'azione accertatrice ed ogni altra attività degli uffici distrettuali ai fini della uniformità della valutazione dei redditi e della perequazione nella distribuzione del carico tributario. Per questi fini perequativi gli ispettorati devono fornire annualmente all'amministrazione centrale dati ed elementi relativi all'ammontare presuntivo annuo del reddito globale attribuibile alle grandi categorie di attività produttive operanti nella propria circoscrizione e, tenuto conto dei dati e degli elementi a disposizione, stabilire criteri e coefficienti da offrire a ciascuna categoria di attività produttiva per la determinazione, in base ad elementi certi, dei redditi soggetti all'imposta di ricchezza mobile;
  • Stabilire criteri e coefficienti utili alla determinazione, in base ad elementi certi, del valore dei beni trasferibili ai fini dell'applicazione delle imposte di registro e di successione.

Passando all'analisi delle prerogative e dei doveri assegnati all'Ispettore compartimentale, si ricorda che questo ufficiale, tra le tante cose, deve:

  • Eseguire studi e provvedere alla raccolta di dati per la determinazione economica degli utili delle aziende industriali e commerciali del compartimento;
  • Curare i rapporti con le Camere di commercio e con le organizzazioni sindacali;
  • Sorvegliare e dirigere ogni attività degli uffici (con speciale riguardo all'azione di accertamento) e provvedere a rimuovere ogni eventuale deficienza organizzativa e funzionale;
  • Stabilire criteri e coefficienti utili a determinare, per ciascuna categoria di produttiva, i redditi soggetti ad imposta di ricchezza mobile (compito svolto di concerto con il resto degli uffici ispettorali - vedi sopra);
  • Controllare il corretto funzionamento degli uffici e delle esattorie delle imposte ed il comportamento del personale ad essi adibito. In quest'ambito, l'ispettore ha competenza su tutti i reclami e le denunce inerenti il personale dell'amministrazione finanziaria locale e, quando non possa provvedere direttamente, ha l'obbligo di riferirne all'Intendenza di finanza o al Ministero delle finanze;
  • Dirigere il servizio di ispezione e controllo sulle riscossioni e sulla regolare ed uniforme applicazione delle tasse ed imposte indirette sugli affari e di ogni altra imposta, tassa o provento amministrato dalla Direzione generale delle tasse e delle imposte indirette sugli affari;
  • Vigilare e controllare gli enti che a qualsiasi titolo riscuotano somme per conto dello Stato;
  • Vigilare sull'efficienza e sulle condizioni operative degli Uffici del registro e delle conservatorie delle ipoteche;
  • Curare la formazione dei funzionari e degli impiegati dell'amministrazione finanziaria dello Stato in periferia.

ultima modifica: 12/06/2006

[ Fulvio Calia ]