ufficio provinciale dell'economia corporativa 1931 - 1937

A seguito della istituzione del Ministero delle corporazioni (decreto 2 luglio 1926) e della trasformazione delle Camere di commercio e industria in Consigli provinciali dell'economia (legge 18 aprile 1926 - vedi schede relative), il legislatore dotò il neoistituito Ministero delle corporazioni di propri uffici periferici: gli Uffici provinciali dell'economia (decreto legge 16 giugno 1927- vedi scheda relativa). Con la legge 18 giugno 1931, n. 875 (legge 18 giugno 1931), però, si decise, di omologare anche le strutture periferiche statali all'indirizzo politico-economico corporativo che in quegli anni andava affermandosi nel regime fascista, trasformando i predetti uffici in Uffici provinciali dell'economia corporativa.

Tuttavia, se le riforme che riguardarono i Consigli provinciali dell'economia, trasformati in Consigli provinciali dell'economia corporativa (vedi schede relative), toccarono la sostanza dell'organizzazione e delle funzioni svolte da questi enti, lo stesso non può dirsi per gli Uffici provinciali dell'economia corporativa, i quali mantennero le prerogative degli Uffici provinciali dell'economia e finanche le piante organiche del personale del precedente ente.

Gli Uffici provinciali dell'economia corporativa, organi dello Stato, avevano il compito di rafforzare, in armonia e dipendenza dal governo nazionale, l'azione dei pubblici poteri in ogni campo dell'economia provinciale; inoltre, a questi uffici furono confermati i compiti di segreteria già svolti per il Consiglio provinciale dell'economia (ora denominato Consiglio provinciale dell'economia corporativa - vedi supra).

Gli Uffici provinciali dell'economia corporativa erano amministrati dal ministero delle corporazioni attraverso il prefetto, il quale presiedeva per diritto i Consigli provinciali dell'economia corporativa. Quali organi periferici del ministero, gli uffici provinciali curavano l'esecuzione dei suoi atti e provvedimenti e fungevano da osservatori del movimento economico e sociale delle province. Inoltre, per quanto riguardava le materie economiche, gli altri dicasteri potevano interagire con gli uffici provinciali, dietro consenso ed autorizzazione del Ministero per le corporazioni, affidando loro l'esecuzione di "determinati incarichi" (art. 5).

In quanto ufficio di segreteria dei Consigli provinciali dell'economia corporativa, poi, gli uffici provinciali provvedevano a tutte le necessità di tipo amministrativo del consiglio medesimo, in armonia con quanto disposto dal prefetto.

Per sottolineare l'importanza che il nuovo ufficio avrebbe dovuto rivestire nell'ambito della provincia, la legge n. 875 confermò che tutti gli uffici dipendenti dal Ministero per le corporazioni avrebbero potuto fondersi o aggregarsi all'Ufficio provinciale dell'economia corporativa al fine di agevolare la riuscita di questa operazione di "accentramento in periferia" degli apparati competenti in materia economica.

A capo dell'Ufficio provinciale dell'economia corporativo fu posto ancora un direttore, che continuava a volgere le funzioni di segretario del Consiglio provinciale dell'economia corporativa (artt. 44 e 6); tuttavia, l'ufficio non era sottoposto ad un rapporto di dipendenza gerarchica rispetto al consiglio, visto che tale dipendenza era prevista esclusivamente in capo al direttore dell'ufficio-segretario del consiglio rispetto al prefetto, presidente ex officio del consiglio provinciale succitato.

Gli Uffici provinciali dell'economia corporativa, oltre a svolgere le attribuzioni ad essi demandate da leggi o regolamenti speciali, avevano i seguenti, principali compiti:

  • Raccolta, nella loro funzione di osservatori del movimento economico e sociale della provincia, delle notizie interessanti al riguardo; era prevista un'ammenda per gli uffici periferici dello Stato che non prestassero incondizionata collaborazione e non dessero il dovuto sostegno alle attività di studio degli uffici provinciali;
  • Ricezione e registrazione, nell'apposito registro delle ditte, delle denunce di costituzione, modificazione e cessazione delle imprese (nel decreto "ditte") e rilascio dei relativi certificati;
  • Deposito delle firme che i proprietari ed i procuratori delle imprese individuali e gli amministratori ed i procuratori delle società erano obbligati a rilasciare agli effetti dell'autenticazione;
  • Raccolta dei disegni e dei modelli di fabbrica, dei marchi e dei segni distintivi delle imprese;
  • Rilascio di certificati di origine delle merci e delle carte di legittimazione per i viaggiatori di commercio;
  • Predisposizione dei mercuriali e dei listini prezzi nei limiti ed in armonia con quanto disposto, sul punto, dal codice di commercio;
  • Istruzione delle pratiche, nella qualità di segreteria del consiglio, da sottoporsi all'esame del consiglio medesimo.

A sei anni dalla sua istituzione, l'ufficio provinciale dell'economia corporativa venne ridenominato Ufficio provinciale delle corporazioni (vedi voce relativa); in maniera analoga e tramite lo stesso provvedimento, il Consiglio provinciale dell'economia corporativa divenne Consiglio provinciale delle corporazioni. Quest'opera di macquillage amministrativo, perché nei fatti solo di questo si trattò, avvenne attraverso il decreto legge 28 aprile 1937, n. 524 (decreto legge 28 aprile 1937).

ultima modifica: 12/06/2006

[ Fulvio Calia ]