comune di Carate sec. XVII - 1757

Dal “Liber consulum civitatis Novocomi”, dove sono riportati i giuramenti prestati dai consoli dei comuni sottoposti alla giurisdizione comasca tra il 1510 ed il 1535, Carate non risulta come entità amministrativa autonoma ma parte del comune di Laglio con Carate (Liber consulum Novocomi, 1510-1535). Le due comunità di Laglio e Carate risultano ancora unite nel 1644, sempre inserite nella pieve di Nesso (Relazione Opizzone 1644).
Nel “Compartimento territoriale specificante le cassine” del 1751, Carate risultava inserito nella pieve di Nesso ed il suo territorio comprendeva anche i cassinaggi di “Cassina Somajna” e “Cassina Restresio” (Compartimento Ducato di Milano, 1751).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che il comune di Carate, che contava 284 abitanti, era infeudato alla famiglia D’Alvito in forza dell’istrumento rogato il 1 giugno 1647 dal notaio Francesco Mercantolo, con cui tutta la pieve fu concessa in feudo a Francesco Gallio duca D’Alvito (Casanova 1904). Al feudatario il comune era tenuto a corrispondere ogni anno una quota, pari a nove libbre, delle due “stara” di olio di oliva dovute unitamente al comune di Laglio.
L’organo deliberativo del comune era un consiglio generale composto dai capi di famiglia, alle cui sedute partecipavano i due sindaci, i due deputati ed il cancelliere. Ai sindaci e ai deputati, eletti dalla comunità, era demandata l’amministrazione del patrimonio pubblico, la vigilanza sui riparti e, con il cancelliere, la cura delle pubbliche scritture che erano conservate in una cassa nella chiesa parrocchiale.
Per la riscossione dei tributi ed il pagamento delle spese il comune si avvaleva di un esattore eletto a seguito di pubblico incanto ogni tre anni.
Carate era sottoposto alla giurisdizione del “jusdicente feudale”, residente in Laglio, per i servizi del quale pagava un salario ogni biennio (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3028).
Il comune di Carate compare nell’“Indice delle pievi e comunità dello Stato di Milano” del 1753 ancora appartenente alla pieve di Nesso (Indice pievi Stato di Milano, 1753).

ultima modifica: 13/10/2003

[ Domenico Quartieri ]