comune di Erno sec. XIV - 1757

I “comunia de Herno et Velexe” figurano nella “Determinatio stratarum et pontium …” annessa agli Statuti di Como del 1335, come i comuni cui spetta la manutenzione del tratto della via Regina ”… a dicto ponte in sursum usque ad terminum qui est punta Saxi quod est intus fopam de Zognio” (Statuti di Como 1335, Determinatio stratarum).
Il comune apparteneva alla pieve di Nesso (Statuti di Como 1335, Determinatio mensurarum) che già la ripartizione territoriale del 1240 attribuiva al quartiere di Porta Sala della città di Como (Ripartizione pievi comasche, 1240).
Erno non risulta presente nel “Liber consulum civitatis Novocomi” dove sono riportati i giuramenti prestati dai consoli dei comuni della giurisdizione comasca dal 1510 sino all’anno 1538 (Liber consulum Novocomi, 1510-1535).
A seguito di istrumento dell’11 gennaio 1741, rogato dal notaio Giovanni Battista [Torchiana] di Como, la comunità di Erno recuperò la sua autonomia separandosi dal comune di Veleso a cui era stato aggregato (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3028).
Nel “Compartimento territoriale specificante le cassine” del 1751, Erno risultava nuovamente inserito nella pieve di Nesso e il suo territorio comprendeva anche il cassinaggio di Molino (Compartimento Ducato di Milano, 1751).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che Erno, che contava 173 abitanti, era infeudato al marchese Ottavio Casnedi a cui non veniva corrisposto alcun carico.
L’organo deliberativo del comune era costituito dal consiglio generale composto da tutti gli uomini del comune che si riuniva in un luogo solito per la discussione delle questioni concernenti la comunità.
Il comune disponeva di un console, nominato mensilmente a turno tra tutti gli uomini “collettabili”, di un sindaco e di quattro deputati, tutti eletti dal consiglio e che duravano in carica tre anni. A tutti gli ufficiali era demandata la cura e la conservazione del patrimonio e la vigilanza sulla giustizia dei riparti.
Le funzioni di cancelliere venivano svolte dal sindaco che custodiva inoltre la chiave della cassa contenente le pubbliche scritture e che era riposta nella sagrestia della chiesa.
Per la riscossione dei tributi ed il pagamento delle spese il comune si avvaleva di un esattore che veniva eletto per pubblico incanto ogni tre anni e che veniva pagato con una provvigione.
Erno era sottoposto alla giurisdizione del podestà feudale, con sede in Nesso, per i servizi del quale pagava un salario biennale e al quale il console prestava giuramento (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3028).
Erno compare nell’“Indice delle pievi e comunità dello Stato di Milano” del 1753 definitivamente aggregato al comune di Veleso con Erno, inserito nella pieve di Nesso (Indice pievi Stato di Milano, 1753).

ultima modifica: 13/10/2003

[ Domenico Quartieri ]