comune di Sorico sec. XIV - 1757

La comunità di Sorico risulta già citata come entità amministrativa autonoma, secondo alcuni autori (Bognetti 1927, p. 255), in documenti del IX secolo.
Il “comune de Surico” figura nella “Determinatio stratarum et pontium …” annessa agli Statuti di Como del 1335, come il comune cui spetta la manutenzione del tratto della via Regina ”… a predicta fontana in sursum usque ad terminum qui est supra tramittem qui venit a turre de Olonio versum Suricum et dicitur ad Veniollam” (Statuti di Como 1335, Determinatio stratarum).
Il “comune burgi de Surico” apparteneva alla pieve di Olonio (Statuti di Como 1335, Determinatio mensurarum) che già la ripartizione territoriale del 1240 attribuiva al quartiere di Porta San Lorenzo e Coloniola della città di Como (Ripartizione pievi comasche, 1240).
A seguito della soppressione canonica della pieve di Olonio e il trasferimento della sede plebana avvenuta il 9 novembre 1456 (Fattarelli 1986), il comune divenne sede della nuova pieve. Il comune risulta sempre farne parte anche dal “Liber consulum civitatis Novocomi” dove sono riportati i giuramenti prestati dai consoli del comune dal 1510 sino all’anno 1512 (Liber consulum Novocomi, 1510-1535).
Inserito nel feudo delle Tre Pievi superiori del lago, le quali avevano già fatto parte del feudo di Nesso donato nel 1497 dal duca Lodovico Maria Sforza a Lucrezia Crivelli, Sorico nel 1545, insieme agli altri comuni delle Tre Pievi, fu infeudato a Gian Giacomo de Medici, detto il Medeghino. Con atto notarile del 9 maggio 1580 il comune, sempre con tutto il feudo delle Tre Pievi, passò nelle mani della famiglia Gallio (Casanova 1904).
Nella medesima pieve, nel Contado di Como, lo si ritrova ancora nel 1644 (Relazione Opizzone 1644).
Nel “Compartimento territoriale specificante le cassine” del 1751, Sorico era sempre inserito nella pieve omonima ed il suo territorio comprendeva anche i cassinaggi di “San Miro”, Corsone, Gagiolo, Vallate, Dolo, Ronchi, Scagnello, Fontana, Moscone, “Motti de Pedroni”, Meriggie, Quesser, “Quesser de Gossi”, Canina e Ciaffaboja (Compartimento 1751).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che il comune di Sorico, che contava soltanto 40 abitanti, era infeudato al duca D’Alvito a cui non corrispondeva alcun carico. Data le dimensioni estremamente piccole della comunità, non disponeva di consigli ma eleggeva, come unico ufficiale con funzioni di console, sindaco, esattore e cancelliere, il più capace tra gli abitanti. Le poche scritture pubbliche erano conservate in un piccola cassetta nella casa del sindaco.
Il comune era sottoposto alla giurisdizione del podestà feudale di Gravedona al quale pagava annualmente una somma stabilita (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3030).
Il comune di Sorico compare nell’“Indice delle pievi e comunità dello Stato di Milano” del 1753 ancora appartenente alla pieve omonima (Indice pievi Stato di Milano, 1753).

ultima modifica: 13/10/2003

[ Domenico Quartieri ]