comune di Campione sec. IX - 1797

Il comune di Campione, benchè inserito nel territorio comasco sul versante occidentale della Valle Intelvi, si resse sino al 1799 come feudo del Monastero Maggiore di Sant’Ambrogio di Milano. Come ricorda il Conti infatti, Campione “nel medio evo fece parte del feudo di Castel Seprio; appartenne poi fino alla seconda metà del secolo passato [sec. XVIII] agli Abati di Sant’Ambrogio, che vi esercitarono l’autorità ecclesiastica e civile. Nell’Archivio di Stato di Milano vi è un frammento, manoscritto, dello statuto di Campione dell’anno 1266, che dall’abate fu riformato, e pubblicato per le stampe in Venezia nel 1639 (Liber statutorum Moralium, Civilium et Criminalium loci Campilioni Iurisdictionis in temporalibus, et spititualibus Reverendiss. D.D. Abbatis Insignis Ecclesiae et Almi Monasterij S. Ambrosii Maioris Mediolanis et Comitis, etc. Mediolani, Typis Io. Petri Ramellati. Insignis Solis. MDCXXXIX (1639)” (Conti 1896, pagg. 27 – 28). E conferma ancora il Conti: “Campione … non ebbe a subire mutamento di sorta: nel 777 Todone, suo signore, lo lasciò in eredità a Tomaso, arcivescovo di Milano; questi lo passò a Pietro di lui successore che ne fece omaggio al Monastero Maggiore di Sant’Ambrogio. Quei monaci serbarono il possesso del feudo campionese sino al 21 maggio 1797, giorno in cui passò nel dominio della Repubblica Cisalpina. Per decreto della curia di Roma quella terra singolare non appartenne a nessuna diocesi sino al 7 ottobre 1799, epoca in cui venne aggregata alla diocesi ambrosiana” (Conti 1896, pag. 96).
Anche il Barrera, nell’analizzare i possedimenti del Monastero milanese, rilevava … “che l’autorità di questo Prelato fosse già nel 835 salita a grande potenza, non è leggiero argomento l’osservare la conferma del possesso dei beni goduti dal monastero ambrosiano, approvata e solennemente sancita dall’imperatore Lotario. … Fu in questo medesimo anno che crebbero di molto le ricchezze dell’anzidetto monastero, che in forza di un diploma arcivescovile, e di tre imperiali, otteneva, tra le altre, il feudo di Limonta, Civenna e Campione, dove l’abate di Sant’Ambrogio, che portava per questa investitura il titolo di conte, spediva un monaco come parroco, ed un giusdicente per l’amministrazione sacerdotale e civile, locchè ebbe luogo sino all’anno 1797” (Barrera 1864, pag. 28).
Per quanto riguarda l’amministrazione del comune, dagli statuti del 1266 è possibile individuare che Campione aveva un proprio consiglio a cui tutti i vicini erano tenuti a partecipare a seguito di convocazione fatta dal console. Disponeva inoltre di alcuni ufficiali pubblici: innanzitutto si avvaleva di due consoli, che venivano retribuiti con un salario di dieci soldi. Tra i compiti a loro affidati c’era l’elezione di un “canevario”, il quale era tenuto a “salvare, custodire et gubernare” i beni del comune a fronte del pagamento di un salario di soldi due. Tutti gli ufficiali eletti erano tenuti a giurare sulle sacre scritture (Anderloni 1915, pag. 237 e segg.).

ultima modifica: 27/10/2002

[ Domenico Quartieri ]