pieve di Sant'Eufemia sec. XIII - sec. XVIII

Pieve della diocesi di Como. Dalla prima fonte che attesta in modo completo l'organizzazione territoriale delle pievi ecclesiastiche nella diocesi di Como si desume che il clero della chiesa plebana di Sant’Eufemia di Isola era composto da un "archipresbiter" e dodici canonici (Perelli Cippo 1976), che si ritrovavano ancora nel 1444, all'epoca della visita pastorale del vescovo Landriani (Visita Landriani 1444-1445) e oltre un secolo dopo, nell'elenco del clero allegato agli atti del sinodo comense convocato nel 1565 dal vescovo Gianantonio Volpi (Sinodo Volpi 1565). Verso la fine del XVIII secolo, negli atti preparatori al piano governativo di sistemazione delle parrocchie dello stato di Milano, il capitolo risultava soppresso e i canonici deceduti non erano stati sostituiti, anche se al momento erano ancora formalmente eretti sette canonicati (Sistemazione parrocchie diocesi di Como, 1788).
A partire dal XIII secolo e fino alla fine del XVIII secolo, l’organizzazione per pievi del territorio dell’episcopato comense funse sostanzialmente da base anche per l’organizzazione amministrativa civile. Sul versante ecclesiastico, per tutta l’epoca post-tridentina, e in pratica fino agli inizi del XX secolo, il termine pieve venne usato quasi esclusivamente per indicare una circoscrizione territoriale, originariamente coincidente con la giurisdizione della chiesa plebana, dalla quale nel tempo si vennero distaccando i centri minori con la costituzione di nuove parrocchie. Su tale base territoriale si venne a sovrapporre, ma non sempre a coincidere, la struttura vicariale, di valenza pił marcatamente istituzionale. Spettava ai vicari foranei, infatti, presiedere le congregazioni dei parroci. Dal XVII al XVIII secolo la parrocchia plebana di Isola risulta inclusa in un unico vicariato comprendente le pievi di Isola, Lenno e Bellagio (Ecclesiae collegiatae 1651; Ecclesiae collegiatae 1758).

ultima modifica: 03/01/2006

[ Federica Biava ]