comune di Casalbuttano sec. XII - 1757

Nella prima metà dell’XI secolo la famiglia dei da Casalbuttano eresse in questa località una struttura fortificata. Tra XI e XIII secolo il paese conobbe un processo di espansione decisivo all’esterno del castello e il nucleo abitato si sviluppò sia all’interno delle mura sia all’esterno del castrum. Le prime testimonianze dell’esistenza di un comune rurale risalgono al secolo XII: in un documento del 1196 è nominato il comune di Casalbuttano, mentre in una sentenza del 1251, emessa dal podestà di Cremona, compare il console del comune di Casalbuttano ed è citato il podestà dello stesso comune rurale; è probabile che il podestà fosse inviato dalla curia vescovile o dalla canonica detentrice dei poteri di honor et districtus sulla località (Schiavini 1983, pp. 23-29).
Nel 1451 Casalbuttano è menzionato tra la terre, le ville e i luoghi “que nunc obediunt civitati Cremone”, afferenti alla Porta Pertusio (Elenco comuni contado di Cremona, 1451). Casalbuttano è citato tra i comuni del Contado di Cremona nel 1562 (Repertorio scritture contado di Cremona, sec. XVI-XVIII) ed elencato sempre tra i comuni del Contado nel 1634 (Oppizzone 1644). Nel “Compartimento territoriale specificante le cassine” del 1751 Casalbuttano era una comunità della provincia superiore del Contado cremonese, dato confermato anche dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento, datate 1751 (Compartimento Ducato di Milano, 1751; Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3057).
Verso la fine del 500 la popolazione era di circa 1800 abitanti, nel 1624 si contavano circa 2040 anime; dopo la peste del 1630 gli abitanti erano circa 1880, mentre nel 1673 erano 2300 (Guazzoni 1983, p. 58).
Dai Capitoli et ordini con li quali s’havrà a governare la comunità et terra di Casalbuttano, compilati nel 1612 dal dottor Cristoforo d’Aragona, podestà di Pizzighettone, su incarico del Magistrato Ordinario, apprendiamo che fino a quel momento la comunità era stata governata da 24 deputati perpetui. Secondo i nuovi ordinamenti invece fu stabilito che la comunità doveva eleggere ogni quattro anni dodici deputati, di cui almeno quattro poveri. Ogni anno il governo del comune era affidato a tre deputati scelti tra i dodici; nel corso di un quadriennio tutti i dodici deputati quindi amministravano il comune; i deputati si riunivano al suono della campana nell’edificio detto la Palazzina. Altre figure amministrative previste dai nuovi ordinamenti erano il cancelliere e il ragionato. La pretura feudale di Casalbuttano aveva giurisdizione anche su Bordolano e Ossolaro, infeudate rispettivamente ai marchesi Del Maino e ai conti Crivelli. Casalbuttano fu infeudata ai conti Schinchinelli nel 1627 (Bellardi 1983, pp. 138-139).
Dalle risposte ai 45 quesiti emerge che il consiglio generale, costituito da tutti gli interessati rurali si riuniva in occasione dell’imposizione delle tasse, per i rendiconti annuali e per l’elezione del tesoriere; l’amministrazione degli affari ordinari era affidata al consiglio particolare costituito dal regio assistente, che era il podestà feudale o il suo luogotenente, dai dodici deputati che rappresentavano il corpo della comunità e dal cancelliere. Per l’elezione dei dodici deputati che avveniva ogni quattro anni, il corpo dei deputati uscenti nominava 24 persone del comune ritenute particolarmente abili; la lista, compilata dal cancelliere, veniva portata al feudatario che nominava otto persone alle quali ne univa altre quattro scelte tra i deputati uscenti.
Il governo del patrimonio comunitario e l’esecuzione degli ordini erano affidate a tre dei deputati, due nuovi e uno vecchio, in modo tale che in un periodo di quattro anni tutti e dodici svolgessero per un anno le mansioni indicate. Il cancelliere redigeva le pubbliche scritture e conservava presso di sè le carte del comune. Il tesoriere che espletava tutte le mansioni relative alla riscossione delle imposte era nominato con incarico triennale.
Alla metà del secolo XVIII il comune era sottoposto alla giurisdizione del podestà feudale residente a Cremona, sostituito in loco da un luogotenente, e a quella del podestà di Cremona: il console tutore dell’ordine pubblico prestava giuramento sia alla banca del feudo, sia alla banca criminale della provincia superiore della curia pretoria di Cremona (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3057).

ultima modifica: 13/10/2003

[ Valeria Leoni ]