comune di Paderno sec. XIII - 1757

Dal 1118 è attestata l’esistenza di un insediamento rurale fortificato, dotato di una chiesa con annesso un monastero, probabilmente sottoposto alla giurisdizione del vescovo di Bergamo. Alla metà del Duecento è sicura l’esistenza delle strutture organizzative del comune rurale controllato dal capoluogo Cremona. Supremo rettore del comune era il podestà, inviato con ogni probabilità dal comune di Cremona e che poteva farsi sostituire da un vicario. L’assemblea generale dei capifamiglia nominava invece i consoli. In caso di necessità erano eletti dei procuratori (Schiavini 1985).
Nel 1451 Paderno è menzionato tra la terre, le ville e i luoghi “que nunc obediunt civitati Cremone”, afferenti alla Porta Ariberti (Elenco comuni contado di Cremona, 1451). Paderno è citato tra i comuni del Contado di Cremona nel 1562 (Repertorio scritture contado di Cremona, sec. XVI-XVIII) ed elencato sempre tra i comuni del Contado nel 1634 (Oppizzone 1644). Nel “Compartimento territoriale specificante le cassine” del 1751 Paderno era una comunità della provincia superiore del Contado cremonese, dato confermato anche dai 45 quesiti della real giunta del censimento, redatti anch’essi nel 1751 (Compartimento Ducato di Milano, 1751; Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3054). Nel 1666 Paderno divenne feudo della famiglia Ugolani (Soglian 1985), alla quale risulta ancora infeudato nel 1751 (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3054).
Dalle risposte ai 45 quesiti emerge che per l’amministrazione del comune l’assemblea degli estimati eleggeva ogni sei anni 24 persone a dodici delle quali erano addossate le responsabilità del governo: due agivano in qualità di deputati, gli altri dieci come consiglieri e si succedevano alla carica di deputato in modo tale che nel corso dei sei anni tutti ricoprissero questo ufficio. I dodici eleggevano il cancelliere e il console, mentre i dodici con il cancelliere, il console e i capifamiglia costituivano il consiglio generale che si riuniva, con l’intervento del podestà feudale o dell’assistente regio, al suono della campana, per la pubblicazione del riparto delle imposte e per altri affari di particolare importanza. Al cancelliere era affidata la redazione delle pubbliche scritture, mentre i deputati custodivano i pochi e recenti documenti del comune, essendo le scritture antiche andate disperse a causa della guerra o bruciate in un recente incendio. Il tesoriere, nominato per pubblico incanto probabilmente con incarico triennale, espletava le operazioni relative alla riscossione delle imposte.
Alla metà del XVIII secolo il comune era sottoposto alla giurisdizione del podestà feudale, residente a Cremona, e a quella del podestà di Cremona; il console, tutore dell’ordine pubblico, prestava giuramento sia alla banca del feudo, sia alla banca criminale della provincia superiore della curia pretoria.
All’epoca la comunità contava 870 anime. Nelle risposte ai 45 quesiti si afferma che in passato al comune di Paderno era parzialmente aggregato dal punto di vista fiscale il comune di San Gervasio (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3054).

ultima modifica: 13/10/2003

[ Valeria Leoni ]