territorio di Crema sec. XVI - 1797

Il territorio cremasco era amministrativamente diviso a partire dalla seconda metà del XIV secolo in quattro curie dipendenti ciascuna da una porta della città: rispettivamente a nord porta Pianengo; a sud porta Rivolta; a est porta Serio; a ovest porta Ombriano. Tale suddivisione si estendeva anche all’interno della città, suddivisa anch’essa nei communia portarum, che a loro volta comprendevano un certo numero di vicinie; rimase in vigore anche durante il periodo veneto e è ripresa anche negli statuti del 1536, nei quali si dice che ciascuna comunità doveva eleggere almeno un camparo per sorvegliare il territorio e impedire i danneggiamenti (Albini 1974; Albini 1982; Statuti di Crema 1536, cc. 33-35 e cc. 105-106; Estimo di Crema e territorio, 1685).
Secondo quanto risulta da una convenzione stipulata il 9 aprile 1361 tra il podestà di Crema e i consoli dei comuni e delle porte per la manutenzione di vie, strade e ponti del territorio le ville del contado erano così suddivise tra le quattro porte: Porta Pianengo che copriva la zona a nord, nord ovest della città comprendeva Vairano, Pianengo, Sergnano, Trezolasco, Gabbiano, Vidolasco, Campisego, Capralba, Farinate, Casaletto Vaprio, Bordogna, Quintano, Torlino, Azzano, Pieranica; a Porta Rivolta, verso sud, facevano riferimento le ville di Castelnuovo, Madignano, Ripalta Vecchia, Ripalta Nuova, Ripalta Guerrina, Ripalta Arpina, Moscazzano, Rovereto, Zappello, Credera; a Porta Serio, verso est-nord est, Casale, Bottaiano, Ricengo, Offanengo, Ceredella, Vergonzana, Izano e Salvirola Cremasca; a porta Ombriano, verso ovest/nordovest Palazzo Pignano, Monte, Vaiano, Bagnolo, Ombriano, Chieve e Capergnanica (Albini 1974; Albini 1982).
Secondo l’estimo veneto del 1685 il territorio cremasco era costituito dalle seguenti ville, suddivise ancora secondo le quattro porte (Porta Pianengo è sostituita da Porta Nuova) sebbene nell’estimo non sia indicato per tutti i comuni la porta, alla quale ciascuno di essi faceva riferimento: Azzano, Bagnolo, Bolzone, Bottaiano, Camisano, Campagnola, Campisico, Capergnanica, Capralba, Cascine Capri, Casale, Casaletto Ceredano, Casaletto Vaprio, Castelnuovo, Chieve, Crema, Cremosano, Farinate, Gabbiano, Cassine Gandine, Izzano, Madignano, Monte, Montodine, Moscazzano, Offanengo Maggiore, Offanengo Minore, Ombriano, Palazzo, Passarera, Pianengo, Pieranica, Porta Nuova, Porta Ombriano, Portico, Quintano, Ricengo, Ripalta Arpina, Ripalta Guerrina, Ripalta Nuova, Ripalta Vecchia, Rovereto, Rubbiano e Cascina San Carlo, Salvirola, San Bernardino, Santa Maria, San Michele, Scannabue, Sergnano, Torlino, Trescore, Trezzolasco, Vaiano, Vairano, Zappello (Estimo di Crema e territorio, 1685).
In età veneta i comuni del contado erano organizzati in un organismo di rappresentanza sovracomunale, il Territorio.
Secondo gli ordini emanati nel 1655 dal provveditore in Terraferma Giustiniano Giustiniani “per il regolato governo del Territorio cremasco” si prescrive che il Territorio fosse amministrato dal consiglio formato dai rappresentanti di ciascun comune del territorio cremasco, che si doveva riunirsi nella casa del comune due volte all’anno alla presenza del vicario pretorio e doveva eleggere quattro sindaci generali che duravano in carica tre anni, un ragionato che doveva essere confermato dal consiglio ogni due anni. Nella seconda metà del Settecento il consiglio citato era costituito da 28 consiglieri ed, oltre ai sindaci e al ragionato, nominava anche un tesoriere, un cancelliere, un fante, due servitori e un proprio nunzio nella Dominante (Perolini 1982, pp. 57 – 61).

ultima modifica: 11/01/2006

[ Valeria Leoni ]