amministrazione della città e territorio di Casalmaggiore 1757 - 1796

Nel compartimento del 1757 la città di Casalmaggiore fu capoluogo di un autonomo compartimento che comprendeva la Vicinanza di Casalmaggiore e le frazioni di Agoiolo, Brugnolo, Caminata, Cappella e Gambalone, Casal Bellotto, Fossa Caprara, Quattro Case, Rivarolo del Re, Roncadello, Staffolo, Vico Belignano, Vico Bonghisio, Vico Moscano, Villa Nova. Del resto il 6 maggio 1754 era stata decretata la promozione a città di Casalmaggiore, mentre il 2 giugno 1756 era stata emanata la “riforma al governo della città e territorio di Casalmaggiore” nella quale Casalmaggiore era già indicata come capoluogo di un proprio compartimento e la Vicinanza e le frazioni citate erano considerate sue adiacenti ville (editto 2 giugno 1756). Lo scopo della riforma era quello di fare della città, vicinanze e ville adiacenti un solo territorio e di sottoporre un unico Corpo di estimati ad un’unica imposta per sostenere le spese necessarie “per i bisogni locali, tanto della città che delle ville” (art. 1), tuttavia la promozione di Casalmaggiore a città e la riforma particolare del 2 giugno 1756 costituiscono un’anomalia nel quadro delle riforme teresiane relative all’amministrazione delle provincie e delle comunità dello stato: benchè proclamata città e capoluogo di provincia Casalmaggiore era in realtà priva di contado e in essa amministrazione comunale e amministrazione provinciale finivano per coincidere (Capra 1987). Questa situazione contraddittoria trovò soluzione nel 1786, quando con il nuovo Compartimento della Lombardia austriaca emanato con editto 26 settembre 1786 Casalmaggiore con la Vicinanza e le ville del suo territorio divenne capoluogo del distretto omonimo, delegazione II della neo costituita provincia di Bozzolo (editto 26 settembre 1786 c).
Secondo la Riforma al governo della Città e Territorio di Casalmaggiore emanata il 2 giugno 1756 il Consiglio generale rimase composto dai Decurioni che già lo componevano e a esso fu affidata “la generale amministrazione della città e provincia di Casalmaggiore”; eleggeva i quattro prefetti del patrimonio (che sostituivano il precedente consiglio dei quattro deputati), due dei quali estratti a sorte tra i primi diciotto estimati della provincia, residenti, di maggiore età e laici, uno, scelto tra i dottori collegiati e l’ultimo eletto liberamente (artt. 13-18). Ai prefetti, che duravano in carica solo un anno, era affidato, come in passato, il giudizio delle cause in materia di carichi civili e estimi, salvo l’appello al Tribunale Regio di Milano (artt. 19 e 20). Il Consiglio era presieduto da un ministro o assistente regio, che vigilava sull’osservanza delle norme, poteva sospendere l’esecuzione delle delibere, se ritenute contrarie agli interessi regi e inviava rapporti periodici al Magistrato regio di Milano, al quale andavano anche trasmessi i rendiconti finanziari e che doveva dare l’autorizzazione per istituire nuove imposte e per contrarre debiti (artt. 21 e 22). Il Consiglio nominava l’oratore residente a Milano, scegliendolo tra i giurisperiti collegiati; eleggeva un commissario tesoriere della Provincia, due revisori dei conti , i prefetti alla sanità e alle vettovaglie e degli argini e delle strade (artt. 23 e seguenti) (edittto 2 giugno 1756; Mozzarelli 1982; Liva 1998).
Con editto del 26 settembre 1786 Casalmaggiore con le sue vicinanze e ville divenne capoluogo del distretto omonimo, delegazione II della neo costituita provincia di Bozzolo (editto 26 settembre 1786 c). Con regio dispaccio 8 ottobre 1787, tuttavia, la Regie Intendenze Politiche e di Finanza di Bozzolo furono trasferite a Casalmaggiore che divenne perciò capoluogo per tutti gli affari amministrativi, politici, giurisdizionali e di finanza. Secondo la disposizione sovrana del 10 luglio 1788 fu stabilito che in Casalmaggiore vi fosse una Congregazione municipale competente sia per gli affari della città sia per quelli del suo distretto, sempre tuttavia in subordine all’Intendente Politico residente in città e che la Congregazione fosse costituita da un Prefetto e da quattro Assessori (Grandi 1856-1858, ad vocem).
Con il reale dispaccio 24 gennaio 1791 Leopoldo II ripristinò il vecchio compartimento teresiano. “Si rimetteranno sotto la giurisdizione delle vecchie Provincie, anche per gli oggetti politici, tutte quelle comunità che in conseguenza del Compartimento 1786 ne furono staccate ed aggregate ad altre Provincie e delle quali fu fatta bensì, nell’anno susseguente, la riunione, ma per il solo Censo e per le Strade”, recitava l’articolo XIX dell’allegato B del dispaccio. Con reale dispaccio pubblicato ancora il 24 gennaio, Mantova e il suo territorio tornarono ad avere un’amministrazione autonoma da quella della Lombardia austriaca, le cui province rimasero pertanto: Milano, Pavia, Cremona, Lodi, Como e Casalmaggiore.
Secondo l’articolo XVII dell’allegato B dello stesso dispaccio “Il pubblico di Casalmaggiore sarà rappresentato, secondo il disposto dal Codice Censuario, da quel Consiglio generale, a cui restano intiere le sue prerogative. Risiederà pure in in quella città la Congregazione Municipale che sarà composta di sei individui, cioè quattro decurioni, fra i quali un dottore di collegio, e due cittadini estimati, eligibili tutti dal Consiglio generale e da approvarsi dal regio governo e permanenti in offizio per un biennio, mediante il turno”.

ultima modifica: 03/04/2006

[ Saverio Almini ]