dipartimento della Montagna 1798

Alla vigilia della creazione della repubblica cisalpina, i rappresentanti della comunità generale di Lecco, pressati dal comandante militare francese di Lecco, Chatelat, si dimisero. Il 9 giugno 1797 ne furono eletti altri, per rappresentare la comunità generale alla festa federativa del 9 luglio in Milano. Non avendo però ottenuto giustizia nella vertenza che li opponeva al comandante francese, presentarono a loro volta le dimissioni, ma furono tenuti in carica.
Per la legge 21 messidoro anno V (9 luglio 1797) fu stabilito che le amministrazioni comunali esistenti dovessero restare in carica fino all’installazione delle municipalità prescritte dalla costituzione.
Con il proclama 6 pratile anno V (25 maggio 1797) era stata istituita la guardia nazionale, fissata con il piano del seguente 7 pratile (26 maggio), con lo scopo di mettere a disposizione delle amministrazioni dipartimentali una forza armata per gli eventuali bisogni: fu organizzato un battaglione a Lecco e uno in Valsassina, un altro nella riviera (che formavano la I legione). Tra Valassina e pievi di Oggiono, Garlate e Brivio furono costituite due legioni. Esito più difficile si ebbe nella pieve di Agliate (dove l’opposizione del clero, deputati dell’estimo, fattori, nobili si dimostrò netta) e nella pieve di Missaglia (dove furono formate rispettivamente una e quattro compagnie). Nella squadra di Nibionno il popolo, istigato dai maggiorenti, stracciò i ruoli di tre delle quattro compagnie che erano state formate.
I sindaci delle tre comunità di Vercurago, Valderve, Somasca si opposero ai reclutamenti, avendo affermato la loro contrarietà all’aggregazione al dipartimento della Montagna.
Una volta scelta Lecco come capoluogo del dipartimento, fu chiesto ai rappresentanti della comunità generale le case nelle quali si potessero insediare gli uffici dipartimentali, mandando, per norma, una nota con la specificazione dei vani occorrenti. I locali, indicati con circolare dell’8 pratile (27 maggio) erano: 1. per l’amministrazione dipartimentale: aula per cinque individui, stanza per il segretario, stanza per l’ufficiale protocollista, stanza per archivio, cassa, un’anticamera e una o due stanze di più in caso di bisogno d’altri impiegati; 2. per la municipalità dipartimentale: aula per nove persone, stanza per segretario, stanza per archivio, un’anticamera e due o tre stanze come sopra; 3. per il tribunale dipartimentale: quattro sale per i contraddittori con anticamera possibilmente comune, anticamera alle due aule grandi per le sessioni pubbliche, due aule piccole per gli scrutini segreti, ritirata, due stanze grandi ed in difetto tre di mediocre grandezza per tenere i cancellieri, commessi e scrittori, ritirata, protocollo degli esibiti, archivi.
Alla vigilia dell’inaugurazione del dipartimento, continuavano le divergenze sulla scelta dei locali, sulla bontà degli amministratori dipartimentali, sull’insieme dell’azione e dell’opera svolta dai rappresentanti della comunità generale. Il direttorio esecutivo della repubblica decise di mandare il commissario degli alloggi Biumi per mettere d’accordo le parti e scegliere i locali; in seguito venne inviato il commissario organizzatore Ottavio Mozzoni, con istruzioni pubbliche e segrete e una cassa di leggi e proclami. Al suo arrivo, il Mozzoni si abboccò con le autorità esistenti: pretore, comandante della piazza, rappresentanti della comunità generale, rappresentanti di Lecco.
Con proclama 10 termidoro anno V (28 luglio 1797) fu installata l’amministrazione centrale del dipartimento. Subito dopo, il Mozzoni fece pubblicare le leggi contro il contrabbando delle granaglie e sull’ufficio provvisorio di conciliazione, e consegnò agli amministratori i proclami e le leggi che aveva portato.
Il giorno dopo fece pubblicare varie disposizioni: sull’organizzazione del dipartimento, sull’esecuzione dell’atto costituzionale, sul metodo da seguire nella pubblicazione delle leggi; invitò poi i municipali e i rappresentanti delle comunità del distretto. Il commissario organizzatore segnalò al direttorio esecutivo, con note nelle quali poter scegliere i sostituti, i rinuncianti alle cariche di agenti e aggiunti municipali, per decrepitezza o incapacità.
Il 3 fruttidoro anno V (20 agosto 1797) Leopoldo Staurenghi fu nominato commissario del potere esecutivo presso tutti i corpi amministrativi del dipartimento.
Gli amministratori centrali, informando il ministro dell’interno di avere dato disposizioni per l’attivazione dei registri dello stato civile alle municipalità di Lecco e Cassano, chiedevano come regolarsi per i comuni dove non c’erano municipalità costituzionali. Il ministro consigliò di affidarne l’attivazione ai deputati dell’estimo sotto la direzione dei cancellieri del censo.
La municipalità aveva l’incarico di amministrare i beni e i redditi del comune, regolare le spese, dirigere i lavori a carico del comune, mantenere la polizia locale e tutelare specialmente la proprietà, la sicurezza e la tranquillità delle strade, delle piazze e dei luoghi pubblici; rilasciava i passaporti, teneva i registri dello stato civile, vigilava sulle prigioni e sulle opere pie. Per mandato dell’amministrazione dipartimentale, ripartiva le contribuzioni, le riscuoteva e versava il contenuto alla cassa, dirigeva i lavori pubblici, ispezionava gli stabilimenti di utilità pubblica, vigilava sulla conservazione della proprietà nazionale e curava l’istruzione pubblica.
Con decreto di Bonaparte 19 brumale anno VI (9 novembre 1797) fu nominato il corpo legislativo del dipartimento della Montagna.
Per arginare i disordini sorti nel territorio di tutta la repubblica, il 10 nevoso anno VI (30 dicembre 1797) furono istruite sei commissioni criminali di alta polizia, la seconda delle quali, con residenza a Bergamo, aveva giurisdizione sui dipartimenti del Serio, Montagna, Adda e Oglio. Queste commissioni ebbero un ordinamento concreto il 9 ventoso anno VI (27 febbraio 1798): ne fu stabilita la durata in sei mesi, ed entrarono in vigore in marzo con la nomina dei giudici.
Il 7 piovoso anno VI (26 gennaio 1798) fu nominato il personale dirigente del tribunale dipartimentale, mentre con la con legge 20 germinale anno VI (9 aprile 1798) vennero fissati i tribunali dipartimentali e i circondari che dai medesimi dipendevano.
Con decreto 22 fiorile anno VI (11 maggio 1798) vennero nominati i giudici dipartimentali, i loro supplenti e i giudici di pace. Tra i mesi di piovoso e ventoso anno VI (febbraio 1798) vi fu il cambio nella presidenza dell’amministrazione centrale, gli amministratori presentarono le liste quadruple per l’elezione degli agenti e aggiunti municipali nei distretti del dipartimento (escluso Valtaleggio).
La delimitazione dei confini del dipartimento e la sua distrettuazione erano ancora allo studio: il Mozzoni aveva lasciato due elenchi delle comunità, uno manoscritto e uno stampato; quest’ultimo prevedeva un distretto di Introbio con le valli Torta, Taleggio e Averara e un distretto di Somasca e luoghi adiacenti, con popolazione di 10.000 abitanti; nell’elenco manoscritto si trovava il distretto di Valle San Martino, con 11.000 abitanti e quello di Valle Imagna, con le valli Torta, Taleggio e Averara, con 15.000 abitanti. I chiarimenti richiesti al direttorio esecutivo erano rimasti lettera morta; gli amministratori dipartimentali, tuttavia, avevano compilato e inviato una distrettuazione accompagnata da un tipo e da una relazione del Ticozzi, nella quale rilevavano le incertezze dei confini con il dipartimento del Serio e con quello dell’Olona.
Solamente il 17 ventoso anno VI (7 marzo 1798) il gran consiglio approvò la distrettuazione del dipartimento della Montagna, ma il decreto fu rimandato indietro perché le comunità di Valmadrera, Belledo, Maggianico, Barco e Chiuso, poste nel distretto di Lecco, figuravano anche in altri distretti, cioè Valmadrera in quello di Oggiono e le altre nel distretto di Brivio; inoltre non erano segnate le comunità di Olginate e di Colmine. Il decreto fu modificato e approvato il 5 fiorile anno VI (24 aprile 1798): con esso i confini del dipartimento venivano fissati in modo tassativo (legge 5 fiorile anno VI).
I distretti però, escluso Lecco, non avevano municipalità. L’amministrazione centrale, nove mesi dopo la sua installazione, non aveva autorità nè giurisdizione effettiva che nel capoluogo, ed anche qui più come emanazione politica che amministrativa. Nel territorio del dipartimento mancavano del tutto gli organi costituzionali, le amministrazioni locali continuavano come prima del 1797.
Una gerarchia amministrativa fu fissata soltanto con la legge 26 pratile anno VI (14 giugno 1798): per tali disposizioni, la municipalità doveva rivolgersi agli amministratori centrali e al commissario del potere esecutivo (salvo il caso che si volesse reclamare contro di loro: allora potevano rivolgersi direttamente al direttorio esecutivo); gli amministratori centrali corrispondevano con i ministri, secondo la materia, e con il commissario del potere esecutivo; il commissario del potere esecutivo corrispondeva con i l direttorio esecutivo e con i ministri (determinazione 26 pratile anno VI).
I cancellieri del censo, allora ancora in carica a tutti gli effetti, corrispondevano con tutte le autorità come organismi indipendenti.
Il 15 fruttidoro anno VI (1 settembre 1798) fu pubblicata la nuova costituzione (costituzione 15 fruttidoro anno VI), elaborata a Parigi e inviata a Milano per la formale approvazione e l’immediata attuazione; nella nuova divisione della repubblica in dipartimenti (legge 15 fruttidoro anno VI a) il dipartimento della Montagna veniva soppresso e smembrato tra i dipartimenti del Serio, Adda e Oglio, Olona.
Le sorti del dipartimento della Montagna erano probabilmente già segnate alla nascita: il dipartimento non era che una semplice circoscrizione amministrativa e giudiziaria sovrapposta idealmente alle precedenti province, che continuavano di fatto a esistere nella maggior parte dei loro organi, impedendo alle nuove circoscrizioni di avere aderenza con il territorio, giacché le tasse e le imposte venivano ancora riscosse e devolute a Como, Milano, Bergamo.
In quanto agli organi, i cancellieri del censo restavano alla diretta dipendenza delle direzioni generali del censo; i deputati dell’estimo continuarono in quasi tutto il territorio; nei limiti delle antiche giurisdizioni rimasero anche i pretori, ai quali furono aggiunti i conciliatori. Una sostanziale differenza nel governo si vide solo nel capoluogo, dove venne insediata l’amministrazione dipartimentale e ai deputati dell’estimo fu sostituita la municipalità, sotto il controllo del potere esecutivo. La vera novità, tangibile in tutto il territorio dipartimentale, fu costituita dall’aggravio fiscale e dalla politica di spoliazione verso gli istituti ecclesiastici, che suscitò ribellioni e sentimenti ostili tra la popolazione (Guastella 1937).
Ai sensi della legge istitutiva (legge 5 fiorile anno VI), il dipartimento della Montagna, con capoluogo Lecco, era stato articolato nei distretti del Caldone, con capoluogo Lecco, della Pioverna, con capoluogo Introbio, della Riviera, con capoluogo Bellano, dei Laghi, con capoluogo Oggiono, dell’Adda superiore, con capoluogo Brivio, del Piè dei Monti, con capoluogo Missaglia, della Molgora, con capoluogo Vimercate, di Cassano sopra Adda, con capoluogo Cassano.

ultima modifica: 12/06/2006

[ Saverio Almini ]