comune di Colico sec. XIII - 1757

Comune del contado di Como, appartenne alla pieve di Olonio, indi a quella di Sorico.
Il toponimo, nella forma “Collogo”, è citato in un atto di donazione di beni del 5 luglio 931, dal quale già si desume l’esistenza di terre concelive (comunitarie) (Fattarelli 1986).
Un documento del 14 febbraio 1227 dimostra che gli alpeggi di Tennasco e Scoggione sul monte Legnone a quell’epoca appartenevano e venivano usati dalla comunità di Colico (Ceruti 1876, coll. 306/307; Fattarelli 1986).
Nel 1335 (statuti di Como 1335) era citato come “comune de Colego”.
Una prescrizione (”determinatio”) ancora degli statuti di Como del 1335 prevedeva che i comuni si dotassero di oggetti per misurare e pesare le derrate occorrenti al fabbisogno dei propri nuclei famigliari: il comune di Colico doveva possedere due quartari, uno per misurare il grano e l’altro per il sale, una stadera per pesare il ferro e il formaggio, una brenta per misurare il vino e una galeda per l’olio; gli oggetti dovevano essere in rame ed essere acquistati dal canepario di Como a spese del comune (Fattarelli 1986).
Il 5 gennaio 1418 Colico fu eretto in feudo camerale dal duca di Milano Filippo Maria Visconti, che nominò un feudatario “ad gubernationem et regimen terre et contrade de Collego”; da allora il podestà di Colico dovette avere il beneplacito del feudatario. Il feudo di Colico fu poi venduto da Gian Galeazzo Maria Sforza il 26 novembre 1486 ai fratelli Galeazzo, Giacomino e Nicola Canali; il feudo durò fino al 1550, quando Carlo V eresse Colico in contea, affidandolo ad Antonio Maria Quadrio.
Colico non ebbe mai statuti propri, ma adottò sempre quelli di Gravedona, essendo considerata parte integrante delle tre pievi altolariane (Fattarelli 1986).
Alla fine del XVI secolo, secondo quanto risulta dagli atti allegati alla visita pastorale del vescovo Ninguarda (1593), Colico era suddivisa nelle quattro squadre di Colico presso il lago (San Giorgio), Villatico (San Bernardino), Fontanedo, La Corte.
Nel 1603 fu iniziata la costruzione sul più orientale dei montecchi di Colico di un forte che prese il nome dell’allora governatore di Milano, conte di Fuentes; il forte, che ebbe un proprio governatore, fu abolito insieme alle altre fortezze della Lombardia per decreto del supremo consiglio di guerra di Vienna nel 1782 (Giussani 1905).
Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti della real giunta del censimento, nel 1751 il comune di Colico, compreso nella pieve di Sorico e nel contado di Como, risultava diviso nella vicinanza di Colico (o Colico vicino) e nella università dei forestieri (o Colico forestiero), infeudato al conte Giuseppe Alberti di Trento; lo iusdicente (podestà) feudale, che era allora Domenico Sinistrario, risiedeva a Gravedona, ma era tenuto a recarsi a Colico “in caso di controversie”, ed aveva dall’università dei forestieri lire 35 (ricavate dal fitto “del prato detto Quadrotto”) e dalla vicinanza di Colico lire 60 annue di salario (Risposte ai 45 quesiti, 1751, Colico).
Con la compartimentazione territoriale che seguì la riforma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, preceduta da una politica di aggregazione dei comuni delineata già nel 1753 (Indice pievi Stato di Milano, 1753), a Colico furono aggregati Olgiasca e Piona.

ultima modifica: 12/06/2006

[ Saverio Almini ]