comune di Hoè sec. XIV - 1757

Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Missaglia.
Il toponimo compare per la prima volta in una pergamena del 1088, in cui si parla di Unfredo, detto “de Ohe”.
Nel 1259 Bosius de Dovaria promise ad “illi” (gli uomini) “de Hò” che non li avrebbe più chiamati vassalli e non avrebbe più richiesto loro il giuramento di fedeltà.
Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el locho da Hò con Tramonte” (Stella, Farina 1992).
Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexane superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia communia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Hoè (Beretta 1972).
Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Hoè risulta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano).
In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risalente al 1572 (Terre Ducato di Milano, 1572), era compresa anche Hoè (insieme a Tremonte).
Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta del censimento, si desume che a quel tempo la comunità di Hoè con Tremonte, compresa nella pieve di Missaglia, non era infeudata e nulla corrispondeva di “mezz’annata”. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; di consueto la giustizia restava amministrata dal vicario della Martesana, presso la cui banca criminale prestava il console il suo annuale giuramento, pagando all’attuario soldi 18.3.
Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora 281 abitanti, non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma veniva regolata da un solo sindaco eletto in piazza, il quale veniva assistito nella rappresentanza del comune dai due primi estimati, che controllavano, firmandoli, i pubblici riparti dei carichi; le pubbliche scritture restavano presso il cancelliere, residente a Monticello, con un emolumento annuo di lire 31, non avendo il comune stanza per l’archivio; l’esattore si eleggeva all’incanto, previa esposizione di cedole invitatorie (Risposte ai 45 quesiti, 1751, Hoè; Cappellini 1964).
Con la compartimentazione territoriale che seguì la riforma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, preceduta da una politica di aggregazione dei comuni delineata nel 1726 (Stime territori Ducato di Milano, 1726) e ancora nel 1753 (Indice pievi Stato di Milano, 1753), a Hoè (comprendente allora anche Santa Maria), furono aggregati Tremonte, Bosco, Alduno.

ultima modifica: 12/06/2006

[ Saverio Almini ]