comune di Borghetto sec. XIV - 1757

L’attuale Borghetto ha avuto origine dall’unione dell’ omonima località, attestata come capopieve nel 1261, e di Fossadolto, “castrum” donato da Ariberto d’Intimiano al capitolo della cattedrale di Milano nel 1034 e quindi da questi infeudato ai Rò, ai Maineri e ad altri “nobiles” milanesi. Per entrambe le località la prima attestazione di organismi comunali è del 1366, quando il vicario del podestà di Milano ordinò ai loro consoli di procedere alla “consignatio” delle proprietà che il capitolo metropolitano conservava ancora nel territorio; le due località appaiono ormai unite in un atto del 1488 (Agnelli 1917 a).
In età spagnola, quando il Contado lodigiano fu suddiviso nei Vescovati Superiore, di Mezzo, Inferiore di strada Cremonese e Inferiore di Strada Piacentina, Fossadolto costituiva comune con Panisacco, Cà del Pré Girardo, Cà de Tamagni e Pantiara ed apparteneva al vescvato Inferiore di Strada Piacentina, mentre Borghetto era ascritto al Vescovato di mezzo (Tassa sui cavalli)
Nel Compartimento territoriale del 1751, il comune risulta comprendere i “cassinaggi” di Monteguzzo in parte, Cà del Parto sotto Brembio, Cassina del Baggio sotto S.Martino in Strada, Casoni, Casello di Campagna,Vigarolo in parte, Case Basse, Barbavara in parte, Casotone, Colombara, Rampina (Compartimento Ducato di Milano, 1751).
L’inchiesta disposta nello stesso torno di anni dalla Regia Giunta per il Censimento accertò che la comunità aggregava i comuni di Monguzzo, Fossadolto, Cà de Tavazzi, Ravarolo, Cà de Brodi, Cà de Boselli, Fornace Granati, Ognissanti, Viganone, Propio, Cà del Bosco. Abitata da circa da 420 anime, la comunità era feudo dei Rò, rappresentati dal podestà feudale, al momento dell’inchiesta Giuseppe Sebregondi residente a Milano, e dal suo luogotenente, residente a Borghetto. A questi il comune versava un salario di lire 5.5 per la visita delle strade comunali e otto soldi per ogni testa collettata, con l’eccezione di quelle che godevano del privilegio del maggior magistrato; a lui prestava giuramento il console del comune.
Priva di consiglio, la comunità era amministrata da due deputati, uno dei quali scelto tra i maggior estimi e l’altro eletto dal popolo in occasione della taglia generale; entrambi agivano con la partecipazione e col consenso dei maggior estimati.
Completava l’organico della comunità un cancelliere, stipendiato con 165 lire all’anno. La riscossione delle taglie era affidata a un esattore, nominato con asta pubblica in occasione del riparto generale. (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3047)
Dalla riorganizzazione territoriale del 1753 risulta che a Borghetto facevano riferimento le frazioni di Borghetto con Barbavara, Casella di Campagna, Consorzio, Vigarolo, Fossadolto, Pantiara, Cassinetta, Ca’ de’ Tavazzi, Cassina de’ Longhi, Panigada, Monasterolo, Cassina Baila, Viganone, Ravarolo, S. Antonio, Vallazza, Proprio, Ca’ de’ Boselli, Cassina Baruffi, Fornace de’ Granati, Cassina Nicola, Cassina de’ Prevede, Cassina Regone, Ca’ de’ Brodi, La Soresana, Barazzina, Li Casoni, Monteguzzo, Cassina Grossa, Ogni Santi (Indice pievi Stato di Milano, 1753).
Nella seconda metà del Settecento, la suddivisione in Città e Contado venne meno in seguito all’applicazione della riforma teresiana: i Vescovati vennero suddivisi in 24 Delegazioni, ognuna delle quali composta da un numero variabile di comunità: in seguito a tale riassetto, dunque, Borghetto risulta compreso nella XIII delegazione del Vescovato di Mezzo, unitamente alle frazioni di Barbavara, Casello di Campagna, Consorzio, Vigarolo, Fossadolto, Pantiara, Cassinetta, Ca’ de’ Tavazzi, Cassina de’ Longhi, Panigada, Monasterolo, Cassina Baila, Viganone, Ravarolo, S. Antonio, Vallazza, Proprio, Ca’ de’ Boselli, Cassina Baruffi, Fornace de’ Granati, Cassina Niccola, Cassina de’ Prevede, Cassina Regona, Ca’ de’ Brodi, La Saresana, Barazzina, Li Casoni, Monteguzzo, Cassina Grossa, Ogni Santi (editto 10 giugno 1757).
Un editto emanato il 19 dicembre 1757, inoltre, provvide ad una parziale riforma dell’organico amministrativo, stabilendo che il consiglio generale della comunità fosse formato di diciotto membri, ripartiti nelle diverse classi d’estimo, e delegando l’amministrazione giornaliera della comunità a sei deputati, riuniti nel minor consiglio (Riforma Borghetto, 1757; editto 19 dicembre 1757 c).

ultima modifica: 03/04/2006

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